Oggi la prima domenica dell’Avvento

Faccio mio un post del profilo fb del cantante Angelo Branduardi: <<Oggi è la prima Domenica di Avvento.  Mai come in questi ultimi tempi abbiamo bisogno di ritrovarci nelle nostre Tradizioni che non devono essere motivo di chiusura ma di apertura e di confronto. Voler rinnegare le proprie Tradizioni significa annullare solo la nostra identità che, al contrario, è importante rafforzare proprio grazie ai nostri Riti secolari, per poterci rendere più forti e quindi disponibili e aperti nei confronti dell’Altro>>. Quanto successo nel corso della settimana, relativamente al sindaco di Rozzano che avrebbe voluto impedire i riti del Natale nelle scuole ha dell’incredibile e non è altro che la ciliegina sulla torta in un paese dove si confonde la laicità con la negazione della propria cultura e delle proprie tradizioni che, piaccia o no, sono principalmente e fondamentalmente legate al cristianesimo. L’idea di Europa si è costruita sul cristianesimo, basta rileggersi un po’ di storia e il cristianesimo ha, nel bene o nel male accompagnato la nostra storia e dato vita a creazioni artistiche, tradizioni, riti, ecc. Riconoscere gli errori compiuti nel passato e prendere atto degli scandali del presente, ha rappresentato una grande prova di maturità della Chiesa, ma questo non deve automaticamente spingere qualcuno a voler cancellare quelli che ormai sono segni di identità culturale irrinunciabili. Forse, prima di spingersi in inutili quanto isolate iniziative personali, la classe politica dovrebbe riflettere meglio ed evitare di strumentalizzare la religione per darsi visibilità in un momento in cui, forse bisognerebbe dare maggiore prova di maturità. La teologia dell’Avvento ruota attorno a due prospettive principali. Da una parte con il termine “adventus” (= venuta, arrivo) si è inteso indicare l’anniversario della prima venuta del Signore; d’altra parte designa la seconda venuta alla fine dei tempi. Il Tempo di Avvento ha quindi una doppia caratteristica: è tempo di preparazione alla solennità del Natale, in cui si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, e contemporaneamente è il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all’attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi.  Nel tempo in cui incomincia a determinarsi l’esigenza di un periodo di preparazione alle feste della manifestazione del Signore, la Chiesa aveva già fissato le modalità di preparazione alle feste pasquali. Nel IV secolo il tempo pasquale e quaresimale avevano già assunto una configurazione vicinissima a quella attuale.L’origine del tempo di Avvento è più tardiva, infatti viene individuata tra il IV e il VI secolo. La prima celebrazione del Natale a Roma è del 336, ed è proprio verso la fine del IV secolo che si riscontra in Gallia e in Spagna un periodo di preparazione alla festa del Natale. Per quanto la prima festa di Natale sia stata celebrata a Roma, qui si verifica un tempo di preparazione solo a partire dal VI secolo. Senz’altro non desta meraviglia il fatto che l’Avvento nasca con una configurazione simile alla quaresima, infatti la celebrazione del Natale fin dalle origini venne concepita come la celebrazione della risurrezione di Cristo nel giorno in cui si fa memoria della sua nascita. Nel 380 il concilio di Saragozza impose la partecipazione continua dei fedeli agli incontri comunitari compresi tra il 17 dicembre e il 6 gennaio. In seguito verranno dedicate sei settimane di preparazione alle celebrazioni natalizie. In questo periodo, come in quaresima, alcuni giorni vengono caratterizzati dal digiuno. Tale arco di tempo fu chiamato “quaresima di s. Martino”, poiché il digiuno iniziava l’11 novembre. Di ciò è testimone s. Gregorio di Tours, intorno al VI secolo.

Cosimo Lamanna