Home Politica Quando l’etica muore, la democrazia diventa un fantasma

Quando l’etica muore, la democrazia diventa un fantasma

113

L’etica non è un lusso, non è una parola da libri di filosofia. È il patto più importante che esista tra chi chiede fiducia e chi la concede. Quando votiamo, diamo a qualcuno il potere di rappresentarci. Gli diciamo: “Ti affido la mia voce, ma tu devi rispettare le regole, sempre, anche quando nessuno ti guarda.” Questo è il cuore della politica: la fiducia. E senza etica, quella fiducia non può esistere.
Ma cosa succede quando l’etica viene tradita? Succede che le persone smettono di credere. Succede che il cittadino si sente preso in giro, che pensa che “tanto sono tutti uguali”, che votare non serva più a nulla. Così la democrazia non muore di colpo, ma lentamente, ogni volta che qualcuno chiude un occhio, ogni volta che si accetta una scorciatoia, ogni volta che l’onestà diventa un optional.
L’etica è come le fondamenta di una casa. Puoi avere i muri più belli e un tetto resistente, ma se sotto c’è il marcio, prima o poi tutto crolla. Lo stesso vale per la politica: puoi fare promesse, sorridere in campagna elettorale, presentare progetti grandiosi. Ma se non c’è etica, tutto è destinato a cadere. Perché senza regole, senza rispetto, senza coerenza, la politica diventa solo un gioco di potere.
Il problema vero è che il tradimento dell’etica non ha un colore. Non è solo di destra o di sinistra, non riguarda solo chi governa o chi sta all’opposizione. Quando si tratta di barare, di chiudere un occhio, di fare finta di non vedere, l’illegalità diventa terreno comune. E allora non è più un problema di singole persone, ma di un intero sistema che ha smarrito la bussola morale.
Oggi la parola “etica” è quasi scomparsa dal linguaggio politico. Si parla di programmi, di riforme, di visioni per il futuro. Tutte cose importanti, ma vuote se manca la base. Senza etica, la politica diventa solo strategia, propaganda, calcolo. E in quel gioco, le pedine siamo noi: i cittadini, i nostri diritti, il nostro futuro.
Per questo la domanda da farsi non è solo cosa farà la magistratura o la politica, ma cosa faremo noi. Continueremo a voltare lo sguardo dall’altra parte, a pensare che non ci riguardi? O decideremo finalmente di pretendere che l’etica torni ad essere la regola, non l’eccezione?
Perché ogni volta che l’etica viene calpestata, viene calpestata anche una parte di noi. La democrazia non è un meccanismo che funziona da solo. Vive della fiducia e dell’onestà di chi la serve e di chi la sostiene. E se l’etica scompare, non resta più la politica: resta solo il potere. E il potere senza etica è, inevitabilmente, tirannia.

di Cosimo Mimmo Panaro e Flavio Tropiano

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui