Aria a Monopoli, le istituzioni interlocutori del cittadino

A partire dall’episodio verificatosi a fine 2019, quando un’ancora imprecisata polvere è caduta sulla nostra città, l’allarme per la qualità dell’aria e dell’ambiente in generale ha registrato una notevole impennata. L’attenzione della cittadinanza sull’argomento è diventata man mano vera preoccupazione, preoccupazione che ha trovato impreparata l’amministrazione comunale che, per bocca del Primo Cittadino Angelo Annese, intervenuto in una trasmissione televisiva su un’emittente locale ha cercato di rassicurare i suoi concittadini sostenendo che l’aria a Monopoli non è inquinata. Ma con quali prove? Sulla base di quali oggettive verifiche? Sono state queste le domande che molti monopolitani non hanno potuto fare a meno di porsi di fronte alla affrettata quanto priva di argomentazioni presa di posizione del sindaco. La tensione sale all’interno dei social, i sospetti di alcuni si indirizzano verso una nota azienda locale, l’Ital Green a tal punto che quest’ultima interviene attraverso un comunicato stampa, trasmesso solo ad alcune testate locali, nel quale si dichiarava vittima di una campagna denigratoria, ribadiva il suo essere attenta all’ambiente e invitava la cittadinanza a visitare l’impianto. Un inaspettato intervento quello dell’azienda, soprattutto se si tien conto che la maggioranza degli “ambientalisti” ” (n.d.r. li definiamo così per comodità vista la variegata composizione dello schieramento) è da sempre impegnata nel chiedere all’Amministrazione quanto deliberato qualche anno fa in materia di ambiente, piuttosto che a indirizzare accuse precise ad aziende specifiche, e d’altronde lo stesso comunicato del sindaco scritto in occasione della “pioggia di polvere” parlava di un guasto all’impianto di quell’azienda. Quindi nessuna campagna denigratoria, stando ai fatti. Quanto alla visita all’impianto da parte della cittadinanza, ricordiamo che già qualche tempo fa una delegazione del Comune si era recata in visita all’impianto, ma con quali risultati? Solo una bella passerella. E poi perché la cittadinanza dovrebbe interloquire con un’azienda privata e non con le istituzioni preposte alla tutela della sua salute? E se l’Ital Green fosse a posto come  pensiamo fino a prova contraria e tutti ci auguriamo, chi ci vieta di pensare che altri potrebbero inquinare? E quindi è giusto tornare al vero nodo, al vero problema, quello del monitoraggio ambientale, l’unico vero rimedio ai tanti timori dei monopolitani sulla propria salute anche alla luce degli inquietanti dati del Registro dei tumori. Qualcuno sui gruppi social, quasi sbucato dal nulla, non ha mancato di parlare di operazione che sporca l’immagine della città e terrorismo psicologico da parte degli “ambientalisti. Sembra quasi di ricordare il “Ritratto di Dorian Gray”, salvare l’aspetto estetico e lasciar marcire la coscienza. Riteniamo a tal proposito che il vero terrorismo psicologico, se non una sottile opera di persuasione, non sia rappresentato da coloro che, in mancanza di dati certi e obiettivi, chiedono giustamente che venga fatto un serio monitoraggio quanto piuttosto che chi vorrebbe rassicurare senza alcuna valida argomentazione. In questi mesi tanti sono stati gli attori che hanno lavorato per sensibilizzare la popolazione, a partire dalle opposizioni che hanno egregiamente fatto la loro parte, il Comitato Respiriamo a Monopoli, associazioni, cittadini, tutti hanno lavorato con serietà fino ad arrivare al Consiglio Comunale del 21 gennaio quanto si prevede una grossa presenza di cittadini ansiosi di sapere cosa l’Amministrazione Annese intenda fare e cosa la stessa abbia il dovere di fare. Il prossimo 21 gennaio le opposizioni presenteranno l’ennesima interrogazione sulla mancanza di attivazione del monitoraggio ambientale e sanitario come sancito dalla delibera n. 29 23/05/2017, approvata all’unanimità più di due anni fa. Ma cosa dice questa delibera? Per essere più chiari ci serviremo dell’ottima sintesi fatta dal consigliere Angelo Papio. La delibera dice che il Sindaco deve promuovere due progetti: 1) il monitoraggio ambientale (aria, acqua, terra) nella Zona Industriale della città e il Monitoraggio Sanitario (raccolta dati epidemiologici e anagrafici nel sud est barese); 2) Individuare consulenti e tecnici che elaborino le linee guida dei due progetti collaborando con gli uffici comunali competenti (tipologia dei dati da ricercare, mezzi necessari a realizzare il monitoraggio, relativi costi, obiettivi da raggiungere e tempistiche, canali di reperimento costante delle risorse finanziarie e umane); 3) Tavolo tecnico diretto dal comune con le rappresentanze di ISPRA, consiglieri comunali, amministrazione comunale, cittadini, associazioni, tecnici consulenti, ASL Bari, ARPA Puglia, Regione Puglia. Tutto questo doveva fare l’Amministrazione, queste le richieste che alcuni chiamano “terrorismo psicologico”, noi le chiamiamo diritto alla salute e speriamo che questo diritto i monopolitani comincino a vederlo riconosciuto a partire dal 21 gennaio prossimo. In tutto questo non possiamo non rilevare il totale silenzio dei consiglieri di maggioranza.

Cosimo Lamanna

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