Monopoli, Cassano le multe e il discorso di Borsellino

Caro Direttore,
ci sono dei ricordi indelebili nella mente di un uomo legati a fatti di significativa importanza. Quella domenica di 28 anni fa, il 19 luglio 1992, ricordo perfettamente che ero in spiaggia con gli amici quando giunse la notizia della strage di via D’Amelio, in cui giudice Paolo Borsellino e i cinque uomini e donne della sua scorta furono barbaramente trucidati da una bomba mafiosa.
Come da tradizione, anche oggi ho riascoltato il discorso che Borsellino tenne sulla legalità a studenti siciliani, quando ero anch’io un giovane studente universitario, che conservo gelosamente tra i miei appunti.
Rivolgendosi agli studenti, Borsellino sosteneva che le leggi si osservano non perché se “ non si osservano si rischia di sottostare alla sanzione…(..) ma perché (…) ritiene che si tratti di comandi giusti. La maggior parte di noi non apre finestre sul fondo del vicino, non fa sorpassi in curva per strada, non ruba, non uccide non perché teme che violando queste leggi possa incorrere in una sanzione ma osserva queste leggi perché ritiene che sia giusto … altrimenti se così non fosse … non basterebbero tanti carabinieri quanti sono i cittadini della Repubblica Italiana. Tanto più le leggi sono osservate; tanto più si ritiene che le leggi siano giuste, il cittadino tende ad identificarsi con le Istituzioni, si sente parte integrante dello Stato, dei Comuni…”
L’insegnamento che ho sempre tratto dalle parole del giudice è quello che il senso civico si costruisce sulla responsabilità individuale di ogni cittadino. Ogni cittadino, dotato di “lume v’è dato a bene e a malizia,/ e libero voler”, deve responsabilmente sapere che quando viola una norma dello Stato, procura un vulnus nel diritto altrui; ad esempio, non pagare le tasse riduce la capacità di assicurare l’assistenza sanitaria; parcheggiare sul marciapiede o sulle strisce pedonali riduce il diritto del pedone e del diversamente abile di muoversi in sicurezza e libertà sulle strade; sostare in zona residenziale (ZTL ex INA CASA) produce una violazione al diritto dei residenti di tornare a casa.
Questi comportamenti rappresentano una sorta di legge civica di entropia in cui il perseguimento dell’interesse personale va a completo discapito delle regole generali di civile e ordinata convivenza.
A tal proposito Borsellino sosteneva che “esistono dei bisogni dei cittadini che sono il bisogno di giustizia, di sicurezza ..da punto di vista civile e dal punto di vista economico che il cittadino chiede che gli vengano assicurati dalle Istituzioni. (…) quando non gli vengono assicurati non si identifica nelle pubbliche Istituzioni e cerca naturalmente dei surrogati …”
Il compito delle Istituzioni è assicurare il soddisfacimento di quei bisogni, tentando di contemperare le esigenze di tutti i cittadini, tra cui il diritto a poter riposare e ritornare a casa, altrimenti l’alternativa è il caos, l’anarchia, la stessa che fino a due anni fa si subiva nel comprensorio di ex INA CASA, dove neanche i mezzi di soccorso potevano accedere per via delle soste selvagge degli avventori dei vari locali di quella zona.
A pochi metri dal Borgo Antico l’Amministrazione comunale ha aperto due grandi aree “libere” per la sosta con oltre 700 posti auto; a breve sarà aperto anche il parcheggio nei pressi della stazione con oltre 130 posti auto. Il Corpo di Polizia Locale di Monopoli esercita da sempre un ruolo di garanzia tra i diritti dei cittadini e le esigenze degli operatori economici (vedi rilascio di autorizzazioni in meno di 72 ore con il portale www.autorizzo.com).
Spiace che si utilizzino termini quali “multe a raffica” in modo “infame e punitivo” nei confronti di uomini di legge che si sforzano ogni giorno di testimoniare in strada tutti quei valori di legalità insegnati e testimoniati da Paolo Borsellino e che aiutano a far crescere il senso civico di una comunità e il rispetto nelle Istituzioni.
Il Dirigente/Comandante
Corpo di Polizia Locale di Monopoli
Dott. Michele Cassano

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