Mola, orchestra di braccianti contro sfruttamento

Ci sono diverse forme per combattere lo sfruttamento e il caporalato. Tra queste c’è la musica. Testimonial di questa forma artistica di rivendicazione è Joshua, tastierista di nazionalità nigeriana. Ha lasciato il suo Paese passando per la Libia nel 2017 e poi ha trovato lavoro nei campi impegnato nella raccolta dell’uva e dei meloni in Puglia. Lui è uno dei componenti dell’orchestra dei braccianti che usa il linguaggio della musica per sensibilizzare sui temi del caporalato e dello sfruttamento lavorativo. L’orchestra, che si esibirà sabato prossimo a Mola di Bari, è composta da nove elementi provenienti da cinque Paesi diversi – Italia, Senegal, Gambia, India e Nigeria – e tutti hanno un vissuto nei ghetti e nelle campagne della regione.

“Il messaggio dell’orchestra dei braccianti si inserisce nel progetto ‘Sud chiama Sud’ e nel festival ‘Kantun Winka’ – spiega Isa Colonna, coordinatrice del Festival giunto alla sua sedicesima edizione – perché la denuncia che loro fanno con il loro concerto è importante proprio qui in Puglia dove i braccianti italiani e stranieri vivono situazioni di sfruttamento sino a morire di fatica, come è successo a Paola Clemente il 13 luglio di sei anni fa, come è successo, solo un mese fa, a Camara Cantadami, giovane di 27 anni venuto in Italia dal Mali”.

Il festival Kantun Winka intende promuovere la conoscenza delle diverse culture attraverso concerti di musica dal vivo, dando visibilità ai ponti, ai progetti musicali di apertura alla musica di altrove, ai progetti di gruppi multietnici, alle esperienze musicali di contaminazione tra diverse culture.

“Vogliamo mostrare che c’è una parte della Puglia che chiede a gran voce un cambiamento, che dica che la legge sul caporalato non basta se ancora si continua a morire per la durezza del lavoro nei campi”, conclude Colonna.

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