Goletta Verde: «​Acque di Puglia entro i limiti, 33 depuratori con criticità​»

29 i punti monitorati dai volontari e dalle volontarie di Goletta Verde, a luglio, lungo le coste della Puglia, 5 foci di fiumi e 24 punti a mare. Tutti i punti monitorati sono risultati entro i limiti di legge. Resta però alta l’attenzione sulla depurazione delle acque reflue infatti dei 27 agglomerati originariamente interessati dalla procedura di infrazione n. 2059/2014 ai danni dell’Italia per il mancato rispetto della direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane (91/271/CEE), a seguito di verifiche, la Commissione Europea ha confermato la non conformità per 14 agglomerati, oggetto della Causa C668/2019 per un totale di 1.257.260 abitanti equivalenti interessati. A questi si aggiungono altri 8 agglomerati interessati dalla procedura di infrazione n. 2181/2017 che interessano 362.681 AE. Sono 3 gli agglomerati oggetto di condanne della Corte di Giustizia Europea in materia di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue (C565/2010): Casamassima, Porto Cesareo e Taviano. In totale gli agglomerati pugliesi sotto procedura d’infrazione sono 25 per un totale di 1.725.347 abitanti equivalenti. Ne hanno parlato questa mattina, durante la conferenza stampa Ruggero Ronzulli, Presidente di Legambiente Puglia, Stefano Ciafani, Presidente nazionale Legambiente, Cristiana Biondo, Portavoce di Goletta Verde, Raffaele Piemontese, Assessore al Bilancio, Infrastrutture, Risorse idriche e Tutela delle acque, Vincenzo Campanaro, Direttore scientifico Arpa Puglia, Vito Colucci, Direttore Generale Autorità Idrica Pugliese, CP Alessandro Ducci, capitano di vascello – Direttore Marittima di Bari e Marco Paolilli, responsabile CONOU Coordinamento Area Centro Sud.

Anche quest’anno Goletta Verde si avvale del sostegno dei suoi partner principali: CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, e Novamont, azienda leader a livello internazionale nel settore delle bioplastiche e dei biochemicals. Media partner è La Nuova Ecologia.

GLI OBIETTIVI DEL MONITORAGGIO DI GOLETTA VERDE

I monitoraggi lungo le coste che Goletta Verde effettua da anni non vogliono sostituire i dati ufficiali, ma vanno ad integrare il lavoro svolto dalle autorità competenti. I dati di Arpa sono gli unici che determinano la balneabilità di un tratto di costa a seguito di ripetute analisi nel periodo estivo. Le analisi di Goletta Verde hanno invece un altro obiettivo: andare ad individuare le criticità dovute ad una cattiva depurazione dei reflui in specifici punti, come foci, canali e corsi d’acqua che sono il principale veicolo con cui l’inquinamento generato da insufficiente depurazione arriva in mare.

Le analisi sono state eseguite da laboratori individuati sul territorio pugliese. La presenza di batteri di origine fecale (enterococchi intestinali ed escherichia coli) è un marker specifico di inquinamento dovuto da scarsa o assente depurazione.

TUTTI I DATI NEL DETTAGLIO DEI CAMPIONAMENTI EFFETTUATI

Tutti i 29 punti campionati sono risultati entro i limiti di legge.

In provincia di Foggia sono 3 i punti monitorati dai volontari e dalle volontarie di Goletta Verde: la spiaggia libera La Calenella in località Baia Monte Pucci a Peschici, la spiaggia libera di Torre Mileto a San Nicandro Garganico e la spiaggia di fronte Castello a Manfredonia.

La foce del Torrente Carmosina nella Riserva Naturale di Salina e la foce del fiume Ofanto a Margherita di Savoia, la spiaggia libera sulla Litoranea di Ponente a Barletta, la Colonna in Località Monastero e la spiaggia Verde a Trani e Ponte lama a Bisceglie sono i punti monitorati in provincia di BAT.

4 i punti monitorati in provincia di Bari: la spiaggia Riserva Torre Calderina a Molfetta, il canale Lamasinata a Bari, la spiaggia Lama Monachile a Polignano a Mare e la spiaggia Cala Porto Rosso.

In provincia di Brindisi sono stati monitorati la spiaggia libera in località Torre Canne a Fasano, la Spiaggia del Pilone a Torre San Leonardo a Ostuni, la Spiaggia presso la foce del Canale Reale in località Torre Guaceto a Carovigno, la spiaggia presso la foce del canale in contrada Posticeddu sul Litorale Apani e la spiaggia della Provincia di Giancola a Brindisi.

In provincia di Lecce sono stati 6 i punti campionati. La spiaggia libera nella Riserva Naturale Le Cesine Vernole, la spiaggia Madonna Alto Mare a Otranto, il canale di scarico in località Marina di Leuca a Castrignano del Capo, il mare presso scarico depuratore di Porto Gaio a Gallipoli, il Mare Punta presso Punta dell’Aspide al confine tra Santa Caterina e Santa Maria a Nardò e la spiaggia libera Le Dune a Porto Cesareo.

Nella provincia di Taranto sono stati monitorati la foce del Torrente Borracco in località Torre Borracco a Manduria, la spiaggia della Commenda a Campo Marino di Maruggio, la spiaggia presso la foce del Fiume Ostone a Taranto , foce del fiume Lenne e la spiaggia Chiatona a Palagiano.

Quest’anno nelle attività di monitoraggio al gruppo di volontari di Legambiente Puglia si sono uniti anche i ragazzi e ragazze dell’AIAT – Associazione Ingegneri per l’Ambiente e Territorio.

“Siamo contenti dei risultati ottenuti dalla Puglia, ma non dobbiamo abbassare la guardia – dichiara Ruggero Ronzulli, Presidente Legambiente Puglia – Se è vero che la Puglia ha fatto grandi passi avanti nel settore della depurazione, è altrettanto vero che ci sono ancora 14 agglomerati urbani in Puglia sotto infrazione per una non conformità alle direttive europee. Così come si parla di economia circolare ma ancora tantissima acqua viene scaricata in mare invece di essere riutilizzata in agricoltura, facendo fronte alla siccità che sta mettendo in ginocchio interi comparti economici. Dal monitoraggio effettuato da Arpa Puglia nel 2020, inoltre, emerge che sono 33 i depuratori che nel 2020 hanno presentato una non conformità alla Direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane”.

INFORMAZIONE AI CITTADINI E CITTADINE SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE

Tutti i 24 punti monitorati risultano balneabili con qualità delle acque eccellenti secondo il portale acque (un’applicazione realizzata dal Ministero della Salute che offre informazioni aggiornate sullo stato di balneazione di tutte le coste italiane). La foce del Carmosina a Riserva Naturale di Salina (BAT), quella dell’Ofanto a Margherita di Savoia (BAT), la spiaggia al Canale Reale a Torre Guaceto (BR) e il mare presso scarico depuratore a Porto Gaio a Gallipoli (LE) non sono campionati risultando acque abbandonate.

In nessuno dei 29 punti monitorati è presente il cartello di divieto di balneazione e solo in 3 punti sono stati trovati i cartelli di qualità dell’acqua, obbligatori per legge ormai da diversi anni.

Anche quest’anno il Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali usati è main partner della campagna estiva di Legambiente. Attivo dal 1984 anni, il CONOU garantisce la raccolta e l’avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale: lo scorso anno in Puglia il Consorzio ha recuperato 7.758 tonnellate di questo rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente, di cui 3.211 tonnellate solo nella provincia di Bari. L’olio usato – che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli – è un rifiuto che deve essere smaltito correttamente: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche. Ma l’olio usato è anche un’importante risorsa perché grazie alla filiera del Consorzio, può essere rigenerato tornando a nuova vita in un’ottica di economia circolare: il 98,8% dell’olio raccolto viene classificato come idoneo alla rigenerazione per la produzione di nuove basi lubrificanti. Un dato che fa dell’Italia il Paese leader in Europa. “Il CONOU in quasi 40 anni di attività, ha raccolto circa 6,5 milioni di tonnellate di olio lubrificante usato che se fossero state disperse in acqua avrebbero inquinato una superficie pari a due volte il Mar Mediterraneo. Partendo da questa conoscenza e coscienza, il CONOU è da sempre impegnato a raccogliere fino all’ultima goccia di olio usato, perché rispettare l’ambiente significa prima di tutto rispettare noi stessi. Economia Circolare, salvaguardia ambientale, rispetto sociale: questa è la formula vincente che ha permesso al CONOU di essere leader in Europa per la gestione degli oli minerali usati” ha commentato Marco Paolilli, Responsabile CONOU Coordinamento Area Centro Sud.

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