Bari, il sindaco Decaro ricorda Anna Costanzo

Oggi, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il sindaco Antonio Decaro, accompagnato dalla prefetta Antonella Bellomo e dal soprintendente della Fondazione Massimo Biscardi, si è recato nel Teatro Petruzzelli per deporre un mazzo di rose rosse nel camerino intitolato ad Anna Costanzo, la truccatrice della fondazione uccisa nel 2009 dal suo ex compagno.

“Ad Anna Costanzo, vittima di femminicidio, alla sua famiglia, a tutte le donne morte per mano di un uomo e ai loro familiari, che restano a convivere con questo grande dolore, dedichiamo questa giornata e il nostro impegno per contrastare la violenza sulle donne in ogni forma e luogo – ha detto Antonio Decaro -. Perché la violenza non è soltanto uno schiaffo o, peggio, il gesto estremo dell’assassinio. La violenza è anche la sottomissione, il ricatto, gli insulti, la coercizione, la violenza è anche psicologica, emotiva. Violenza è impedire alle bambine di crescere con l’idea di poter fare qualsiasi cosa vogliano nella vita. Violenza è anche quella che si consuma quando tolleriamo un insulto, un sopruso, quando non facciamo tutto quello che è in nostro potere per aiutare chi subisce violenza a denunciare, a ribellarsi alla situazione che sta vivendo.

Noi come Comune continueremo a sostenere i centri antiviolenza, abbiamo aperto sportelli di denuncia e contrasto alla violenza di genere nel Politecnico e nell’Università degli studi di Bari. In questi giorni stiamo chiudendo un accordo con la Facoltà di Medicina per attivare uno sportello antiviolenza anche nel Policlinico. E così proseguiremo nelle scuole con i progetti di educazione al contrasto della violenza rivolti alle studentesse e agli studenti. Perché l’uguaglianza educativa, tra donne e uomini, è lo strumento più importante che abbiamo per incidere davvero su questo fenomeno.

Ma questo ancora non basta perché spesso la fase più dura arriva dopo la denuncia, quando la società stenta a riconoscere nelle donne le vere vittime e a costruire intorno a loro una rete di protezione che non solo le aiuti a superare la violenza ma anche a ricominciare a vivere. Questa è oggi per noi la sfida.

Un sfida che dobbiamo vincere in nome di Anna Costanzo, Santa Scorese, Chiara Brandonisio, Palmina Martinelli e di tutte le donne che forse non conosciamo e che possiamo ancora aiutare”.

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