Al Piccolo Teatro “D’Attoma” di Bari in scena “Giobbe”

In uno spazio scarno ed evocativo, elegante ed apparentemente immobile, suoni stranianti e musiche intime, intense, talvolta briose, guidano Giobbe in un percorso attraverso il “proprio tempo”. La protagonista, una donna borghese malata terminale, si trascina, si ribella, si racconta, in un continuo alternarsi di passato e presente, all’interno di una scacchiera teatrale, in cui ella stessa muove le pedine dei propri ricordi.

Le presenze più significative del suo vissuto si animano attraverso la voce di una donna dilaniata, non tanto dal cancro e dalla morte imminente, quanto da un costante senso di colpevolezza, dall’ipocrisia, dalla compassione, dai giudizi del mondo che la circonda.

Giobbe è sola, ma è ancora viva, non importa per quanto. Rivendica il diritto di essere ascoltata alla stregua di chiunque altro. Si riconosce tra quei reietti confinati ai margini della società e disperata interpella Dio, tra dolore e rabbia, aggrappandosi, sempre, seppur in un atteggiamento critico, a quella confortevole fede che l’aveva accompagnata sin da bambina.

Pensieri sepolti, sotto la coltre fittizia di una vita ordinata e ordinaria, dedita agli altri, si rivelano. Una crescente consapevolezza ed un’amara lucidità concedono a Giobbe una visione nuova di sé, del mondo, tanto aspra quanto, forse, pacificante.

Nel 2017 l’opera è stata riconosciuta quale Miglior Testo Teatrale al Premio Attore Artemisia di Bari.

 

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