Bari, inaugurata questa mattina la mostra Obey Peace Revolution

OBEY Peace Revolution è un viaggio visivo che incrocia quattro punti tematici: Donna, Ambiente, Pace, Cultura, stimolando riflessioni su temi umanitari, su passaggi esistenziali, su utopie sociali, su valori di giustizia al di sopra delle leggi.

La mostra, a cura di Gianluca Marziani e Stefano Antonelli, è promossa dalla Città di Bari, prodotta e organizzata da MetaMorfosi Eventi con il supporto territoriale di Cime, con il sostegno di Regione Puglia, Teatro Pubblico Pugliese – Consorzio Regionale per le Arti e la Cultura e Pugliapromozione, nell’ambito del POC PUGLIA 2014/2020 – Azione 6.8 Interventi per il riposizionamento competitivo delle destinazioni turistiche, e la partecipazione della Fondazione Enzo Hruby.

In esposizione opere provenienti da collezioni private che fanno di Obey il prototipo fluido del nuovo artista politico, perché ha capito che i temi scottanti si affrontano con simboli e intelligenza visiva, con l’impatto rapido di un messaggio in cui riconoscersi senza confondersi.

Grazie alle opere in mostra il visitatore è introdotto nel suo universo cartaceo dallo stile inimitabile, basato sulle grafiche sovietiche e futuriste di inizio Novecento, sulle pitture parietali latinoamericane, sui muralismi italiani alla Mario Sironi. Tra queste Diplomacy over violence, opera realizzata dall’artista a ridosso dello scoppio della guerra tra Russia e Ucraina in cui ha voluto reinventare la Marianna, simbolo della Francia e protagonista della sua Liberté, Egalité, Fraternité del 2018, “rivestendola” dei colori giallo e azzurro della bandiera della nazione invasa dalla Russia. Un’opera che è un vero e proprio un inno alla pace e alla presa di posizione contro la guerra, come spiega lo stesso autore: «Questa immagine simboleggia il mio sostegno al popolo ucraino e il mio sostegno a chiunque creda che la pace sia preferibile alla guerra. Date la priorità alla diplomazia e alla creatività rispetto alla violenza!».

«OBEY incarna la perfetta connessione tra la retromarcia di un passato generativo e la versione fluida di un presente digitale dalla biologia cartacea – spiegano i curatori Gianluca Marziani e Stefano Antonelli. – Il suo sguardo processa i temi umanitari con un meccanismo editoriale che connette informazione e comunicazione, serigrafia multipla e preziosità estetica, ambiti locali e spazio globale. OBEY amplifica l’occhio collettivo sulle riflessioni morali, ridefinendo il confine tra arte pubblica e universo privato, lungo azioni conoscitive che diventano prese di coscienza sulla più grande e ambiziosa rivoluzione: la PACE».

«Con questa nuova iniziativa Metamorfosi Eventi, dopo il realismo capitalista di Banksy, propone alla città di Bari l’incontro con l’universo artistico di un’altra figura iconica della street art contemporanea: Shepard Fairey, universalmente noto come OBEY – commenta il sindaco di Bari Antonio Decaro -. Parliamo di un artista che sin dai suoi primi passi ha scelto di provocare l’osservatore per innescare una riflessione sull’ambiente urbano e sul contesto sociale e politico in cui ciascuno si muove, producendo immagini divenute da tempo di culto in tutto il mondo. La mostra negli spazi del Margherita entra perciò a gamba tesa nell’attualità interrogandoci su alcuni dei temi più urgenti che siamo chiamati ad affrontare, individualmente e collettivamente, primo tra tutti la pace».

«Dopo Banksy – dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – l’offerta artistico-culturale del Teatro Margherita, a Bari, prosegue con Obey, un altro dei più popolari e iconici autori di arte pubblica nel mondo. L’operazione si colloca all’interno del vasto programma della Festa del Mare che, con il sostegno di Regione Puglia, Teatro Pubblico Pugliese e Pugliapromozione, consentirà di assicurare per tutta l’estate ai baresi e ai tantissimi turisti già arrivati e in arrivo un’offerta culturale diversificata e di qualità, facendo di Bari, insieme a Taranto, le Capitali pugliesi della Cultura 2022».

«In continuità con il percorso sull’arte pubblica avviato in città a partire dai quartieri periferici – sottolinea Ines Pierucci, assessora alle Culture e al Turismo – con la mostra di Obey intendiamo lanciare un altro messaggio rivoluzionario attraverso la cultura. Le opere di Shepard Fairey ci permettono infatti di descrivere il fenomeno politico dell’arte di strada, capace di rivelare connessioni sorprendenti e di muovere riflessioni radicali. Nel mese di settembre contiamo di condividere con la città la programmazione del 2023, prospettando il futuro delle politiche culturali cittadine con riferimento all’arte contemporanea. Dovremo attendere che il cantiere a cura della Soprintendenza ci restituisca l’ultimo lotto del Margherita per farne finalmente quel museo delle arti e del contemporaneo al quale stiamo lavorando intensamente».

«La mostra Obey Peace Revolution, allestita nel teatro Margherita fino al 28 agosto, rientra, in continuità con quella di Banksy che si è conclusa nelle scorse settimane, nell’ambito delle attività che stiamo realizzando con PugliaPromozione per la valorizzazione della città di Bari – osserva la consigliera delegata alla Cultura della Regione Puglia Grazia Di Bari -. Mostre programmate nell’ambito della “Festa del Mare” del 2020, spostate ad oggi a causa del Covid. È importante il lavoro in sinergia con il Comune di Bari per dare vita a eventi di questa importanza, in grado di attrarre turisti italiani e stranieri nell’ottica di quella destagionalizzazione del turismo su cui stiamo lavorando da tempo. Abbiamo tante idee per continuare a valorizzare la città di Bari e tutte le città pugliesi che possono e devono diventare un polo di riferimento culturale nazionale e internazionale».

«A Bari la cultura è sempre più internazionale, dopo il grande successo della mostra di Bansky ora con la mostra di Obey, notissimo street artist, proseguiamo nell’abbinamento fra turismo e cultura – dice Luca Scandale, direttore generale di Pugliapromozione – . Chi sceglie la Puglia per le vacanze si aspetta, oltre al sole e al mare, i piccoli borghi e l’enogastronomia, un’offerta sempre più variegata di eventi culturali. Il circuito dei teatri, di cui il Margherita di Bari fa parte dimostra, anche con la mostra di Obey, come questi luoghi multifunzionali possano essere il perno di attività destagionalizzate».

«Teatro Pubblico Pugliese e Pugliapromozione continuano a collaborare, in sinergia con la Regione Puglia, nella realizzazione di progetti e manifestazioni nel segno di cultura e turismo e questa mostra di Obey ne è una perfetta dimostrazione – prosegue Marco Giannotta, vice presidente del Teatro Pubblico Pugliese -. Una sinergia che punta alla valorizzazione dell’offerta culturale in tutta la Puglia con attività di alto profilo».

«Dopo il grandissimo successo della mostra “Banksy.Realismo capitalista”, MetaMorfosi è molto orgogliosa di presentare nel cuore dell’estate l’esposizione di Shepard Fairey, in arte Obey – conclude Pietro Folena, presidente di MetaMorfosi Eventi -. Si tratta di una mostra eccezionale, con oltre 70 opere, comprese due eccezionali opere uniche, Obey marittima e Santa Margherita, che racconta il complesso dei temi e delle battaglie civili su cui è impegnato l’artista americano. Un’arte che si fa politica, riempiendo il vuoto lasciato dalla vecchia politica e dal tramonto delle ideologie del passato».

Le Opere in Mostra

OBAMA HOPE (2008) stampa offset su carta d’affissione / offset printing on billposting paperCollezione privata / Private Collection

“Lo volevo forte. Lo volevo saggio, ma non intimidatorio”, ha detto Shepard Fairey a proposito del suo iconico poster ideato per la campagna presidenziale del 2008 di Barack Obama, poi divenuto il primo presidente afroamericano nella storia degli Stati Uniti. Obama stesso, in seguito, ha scritto una lettera all’artista, ringraziandolo per il sostegno creativo dato alla sua campagna e per aver contribuito a risvegliare negli animi dei cittadini un sentimento di azione e partecipazione al cambiamento.

Realizzato in quadricromia nello stile grafico tipico di Fairey con una tavolozza – rosso, bianco e blu – che richiama i tradizionali colori patriottici americani, il manifesto mostra un ritratto stilizzato di Obama raffigurato di tre quarti, mentre guarda in lontananza con uno sguardo visionario; sotto campeggia lo slogan “Hope”, speranza (in altre versioni compaiono le parole “progresso” o “cambiamento”). La posa richiama un celeberrimo ritratto di John F. Kennedy, qui citato come un simbolo per il popolo americano. Divenuta ben presto virale e riprodotta su magliette, adesivi, spille e altro ancora, l’immagine è stata definita “la più efficace illustrazione politica americana dai tempi dello Zio Sam”.

WE THE PEOPLE, DEFEND DIGNITY (2017) serigrafia / silk-screen printing Collezione Pinto / Pinto Collection

Prendendo il nome dal preambolo della Costituzione americana, la serie “We the People”, commissionata dall’organizzazione no profit Amplifier Foundation, propone ritratti di nativi americani, afroamericani, musulmani e latini raffigurati nel tipico stile di Fairey. Amplifier ha pubblicato i tre ritratti qui esposti il 21 gennaio 2017, in concomitanza con la Marcia delle Donne, la più grande protesta di un solo giorno nella storia degli Stati Uniti. Protagonista di Defend dignity è Maribel Hermosillo Gonzalez, volto che la fotografa Arlene Mejorado ha voluto per il suo progetto sul patrimonio indigeno. Il suo ritratto trasmette dignità, coraggio e resilienza ed è una risposta diretta al sentimento xenofobo, razzista e anti-immigrati. Per ultimare i dettagli dell’immagine Fairey ha consultato la Mejorado, aggiungendo, tra i capelli di Maribel, una rosa rossa, secondo la moda messicana – si pensi ai ballerini di danza folcloristica o ai fiori con cui le donne si ornano durante il Dia de los Muertos – e, sulla sua maglietta, un’aquila.

MARIANNE:L’ACTION VAUT PLUS QUE LES MOTS (2021) serigrafia / silk-screen printing Collezione privata / Private Collection

Nel dicembre 2020 un collettivo anonimo di street artist interviene sul celebre murale di Shepard Fairey – da lui realizzato per esprimere la propria solidarietà ai cittadini di Parigi all’indomani degli attentati terroristici che colpirono la città nel novembre del 2015 – aggiungendo lacrime di sangue al volto della Marianne, simbolo della République, e oscurando con la vernice bianca le parole del motto nazionale francese, “Liberté, Égalité, Fraternité”. L’intervento, inizialmente etichettato dalla stampa internazionale come un atto vandalico, viene tuttavia rivendicato dal collettivo come un’azione artistica volta a sensibilizzare le coscienze sul tema delle ingiustizie. Sorprendentemente a intervenire in sua difesa è lo stesso Fairey che, dopo aver ripristinato il murale nella sua versione originale, decide di aggiungere al volto della Marianne una lacrima blu, in memoria delle volte in cui – come spiega l’artista stesso – i principi che essa rappresenta sono stati abbandonati o non sono stati fatti valere in modo adeguato. Dell’opera realizza anche una versione cartacea, volta a ribadirne il significato e a stimolare un approccio costruttivo incentrato sulla messa in pratica dei valori democratici che essa esprime, in cui, accanto al ripristinato motto nazionale, compare l’invito: “I fatti valgono più delle parole”. In accordo con l’impegno dell’artista contro il razzismo, la xenofobia, il classismo e tutte le forme di discriminazione e ingiustizia, e quale atto concreto, tutti i profitti ricavati dalla vendita di questa nuova edizione cartacea vengono destinati ai meno abbienti.

OBEY ICON (2008) litografia offset / offset lithograph Red Star Press

«Il vero messaggio che si cela dietro al mio lavoro è “fatti domande su tutto”». Questo dichiara Shepard Fairey a proposito della sua carriera artistica iniziata nel 1989, quando, ancora studente di design, realizza una campagna di adesivi raffiguranti una stilizzazione grafica del volto del celebre wrestler André René Roussimoff, in arte André the Giant. Successivamente Fairey modifica il nome della campagna, aggiungendo l’iconica parola OBEY: nasce così OBEY Giant. Si tratta di una parodia del concetto di propaganda e pubblicità, ma è anche una citazione di un film caro all’artista, “They Live”, del 1988, in cui appaiono diversi cartelli con la scritta “OBEY”.

L’immagine, ben presto divenuta iconica, è comparsa sui muri di tutto il mondo, venendo utilizzata anche come logo di una linea di abbigliamento che reca lo stesso nome: Obey. Fairey ha descritto questa sua campagna come “un esperimento di fenomenologia”: mettendo in primo piano l’importanza del porsi domande su ciò che ci circonda. Obey vuole provocare una reazione nel pubblico, cercando di risvegliare in esso la meraviglia e inducendolo a chiedersi cosa rappresenti l’immagine-logo. Come spiega il manifesto della campagna di adesivi “Obey”, l’assenza di una risposta suscita diverse “reazioni e interpretazioni” in coloro che la osservano, le quali riflettono la loro personalità.

LIBERTÉ, ÉGALITÉ, FRATERNITÉ (2018) litografia / lithograph Collezione privata / Private Collection

“Sono con la gente di Parigi, nello spirito e nel corpo, in questo momento così difficile”. Con queste parole Shepard Fairey esprime la propria solidarietà ai cittadini di Parigi all’indomani degli attentati terroristici che colpirono la città nel novembre del 2015, annunciando contestualmente il proprio progetto di un murale a decorazione della parete di un edificio popolare nel tredicesimo arrondissement. L’opera, che intende rendere omaggio alle vittime, a tutta la Francia, e vuole promuovere un messaggio universale di fratellanza e unità tra i popoli, raffigura la Marianne, simbolo della République, circondata dalle parole del motto nazionale, “Liberté, Égalité, Fraternité”, su uno sfondo tricolore che riprende i colori della bandiera francese. Divenuta ben presto virale, quest’opera ha assunto un’ulteriore valenza politico-ideologica dopo che una sua versione a stampa, donata da Fairey stesso a Emmanuel Macron del quale ha sostenuto la candidatura presidenziale, è stata esposta nel bureau del Palais de l’Elysée all’indomani della sua elezione.

OBEY SANTA MARGHERITA (2009) pannello di legno / wooden panel Collezione privata. Progetto SMS Venice Private Collection. SMS Venice project

Solitamente SMS è inteso come acronimo, di Short Message System, ma in questo caso significa anche Saint Mark’s Square (Piazza San Marco). Si tratta di un progetto ideato nel 2009 dal Comune di Venezia, dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici e da Fran Tomasi, organizzatore della manifestazione, con l’intento di raccogliere fondi per attività di restauro e di manutenzione del patrimonio artistico e architettonico della città.

Tra i diversi artisti coinvolti nell’iniziativa, anche Shepard Fairey ha donato diverse opere e installazioni e al tempo stesso ha offerto al pubblico la possibilità di vederlo al lavoro in diversi luoghi della città: piazza San Marco, campo Santa Margherita, le facciate di Palazzo Querini Dubois e Ca’ Corner della Regina.

Tra l’altro, ha dipinto i teli di copertura delle impalcature di alcuni cantieri, tra cui quello delle Procuratie Nuove a San Marco.Nelle opere qui esposte, relative a questo progetto, vediamo campeggiare le figure di André the Giant e di Angela Davis.

OBEY PEACE REVOLUTION

25 giugno 28 agosto 2022

TEATRO MARGHERITA

BARI

orari di apertura:

● dalla domenica al giovedì: dalle ore 17:00 alle 22:00

● venerdì e sabato: dalle ore 17:00 alle 23:00

costo dei biglietti:

● intero: 5 euro

● ridotto (per over 65, giovani dai 6 ai 25 anni, universitari): 3 euro

● gratuito per: bambini fino ai 6 anni non compiuti; insegnanti accompagnatori di gruppi scolastici; portatori di handicap e un loro familiare o altro accompagnatore che dimostri la propria appartenenza a servizi di assistenza socio-sanitaria; guide turistiche in servizio (necessaria l’esibizione di valida licenza rilasciata dalla competente autorità).

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