Papio (Manisporche Monopoli) parla di Babele del piano casa

In una nota, Angelo Papio, consigliere comunale di Manisporche Monopoli, afferma: Giovedì 28 luglio 2022. In un’Aula semideserta, 27 consiglieri regionali su 50 approvano, malgrado mezza assemblea sia assente e contro la volontà del Governo (la combattiva assessora Maraschio e un presidente Emiliano insolitamente silenzioso e amareggiato) l’esecuzione sommaria della legge sul riuso del patrimonio edilizio esistente, partorita solo pochi giorni prima dalla V Commissione.

Gli oltre 30 emendamenti e le 5 ore di fuoco incrociato contro il muro dei NO dell’Assessora e degli Uffici hanno trasformato una legge di fresca approvazione commissariale, ben articolata, efficace e allo stesso tempo corretta, in una brutta copia del vecchio piano casa, secondo il disegno del consigliere Amati, astuto regista di questa orrenda operazione.

Le modifiche emendate e approvate sono talmente tante che risulta difficile comprendere quali ne siano le conseguenze ai fini degli effetti pratici della legge. Di sicuro, emergono subito tre aspetti sconcertanti:

1) Le zone di applicazione sono principalmente quelle urbane, consolidate e di espansione residenziali, a esclusione di quelle protette dal piano paesaggistico. Questa affermazione, inizialmente vera, ora è in parte vanificata dalle troppe eccezioni inserite.

2) Non è più stata imposta alcuna verifica preventiva che, a seguito dell’incremento di abitazioni nelle zone dove si applica la legge, restino rispettati gli standards urbanistici previsti dal DM 1444/68.

3) Le norme di salvaguardia approvate consentiranno imperitura validità a tutte le pratiche che siano state anche solo “presentate”, presso gli uffici comunali, alla data di entrata in vigore della nuova legge.

E quindi, se è vero che, sotto l’aspetto della legittimità della legge, sono stati disinnescati alcuni punti deboli del vecchio piano casa, nella sostanza persistono forti elementi di incostituzionalità, simili a quelli che, suscitando l’attenzione del Governo centrale e della Corte costituzionale, hanno bloccato la legge precedente.

La politica pugliese ha scritto una delle pagine più indecenti della sua storia e i suoi pessimi frutti non tarderanno a farsi notare. Amati e tutti gli altri che solo pochi giorni prima nella V Commissione hanno licenziato il testo di legge con un unanime e ipocrita assenso, rilasciando dichiarazioni pubbliche e intestandosi meriti, dovranno spiegare ai cittadini pugliesi come hanno potuto stravolgere, in Consiglio, lo stesso testo, tradendo il precedente voto e infischiandosene della ferma motivata e costante opposizione dell’Assessorato competente.

Ad Amati, che in diretta dall’aula consigliare del palazzo di vetro, esultava magnificando gesta sedicenti ambientaliste e attente a salvaguardare il diritto alla prosperità, chiediamo quali interessi stia davvero difendendo e se non sia ora di finirla con proclami demagogici tanto distanti da una concreta attenzione al bene comune.

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