Puglia: l’efficienza della sanità tra pubblico e privato

«La Regione Puglia è impegnata in un dialogo aperto e costruttivo con il comparto della sanità privata accreditata sui temi della salute e della programmazione ospedaliera come mai prima d’ora».

Lo sottolinea Sergio Fontana, Presidente di Confindustria Puglia.

«Il confronto con l’assessore regionale alla Sanità Rocco Palese e il direttore del dipartimento Promozione e Salute della Regione Puglia Vito Montanaro – prosegue il Presidente Fontana – sta dando risultati considerevoli, a dimostrazione del fatto che la sinergia tra pubblico e strutture private accreditate può contribuire a migliorare il Sistema Sanitario Regionale. Quest’anno, ad esempio, il tavolo aperto sul tema dell’abbattimento delle liste di attesa ha portato all’importante esito di aver individuato, già nei primi mesi e in maniera condivisa, risorse ed obiettivi destinati a tale finalità. Traguardo raggiunto in netto anticipo rispetto alle tempistiche a cui eravamo abituati. Inoltre, le risorse aggiuntive assegnate a ciascun erogatore per mitigare i ritardi nell’accesso alle cure dovuti alla pandemia da Covid-19 – come previsto dal Ministero della Salute – consentirà ad ognuno di efficientare l’attività a vantaggio dei cittadini. Al contempo, la Regione potrà valutare i risultati di ciascuna struttura attraverso una nuova metodica imparziale e misurabile».

«Forti di questi passi avanti – conclude il Presidente Fontana – abbiamo grande fiducia nell’impegno che la Regione Puglia sta mettendo anche sul recupero della mobilità passiva: la delibera 315 del 7 marzo 2022 è un ulteriore segno di come l’Ente regionale abbia inteso “puntare” su tutte le articolazioni del Sistema Sanitario. La sanità pugliese, sia pubblica che privata accreditata, dispone di strutture di eccellenza per tecnologia e prestazioni di alta specialità che, con dotazioni finanziarie adeguate, possono soddisfare il 90% del fabbisogno di salute del territorio. L’obiettivo a cui tutti puntiamo è affermarsi come polo sanitario di riferimento, anche per i pazienti provenienti da altre Regioni, ed invertire così il fenomeno della migrazione sanitaria».

 

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