Monopoli, su Portavecchia interviene anche Manisporche
COMUNICATO STAMPA
È estremamente positivo che la “riqualificazione” dell’area di Portavecchia, opera pubblica con un enorme investimento di fondi PNRR, stia finalmente suscitando attenzione, rilievi critici e un confronto vivace tra cittadini, addetti ai lavori e saperi esperti della città.
La questione, dibattuta anche nell’ultimo Consiglio comunale del 7 agosto per una variante di 700mila euro, merita un approfondimento che unisca considerazioni tecniche e valutazioni politiche. Sì, come consiglieri di Manisporche-Sinistra Italiana seguiamo la vicenda da prima dell’inizio di questi lavori, sottolineando l’incoerenza tra i toni enfatici che dipingevano l’area come “la cartolina di Monopoli” e l’incuria che le è stata dedicata nell’ultimo ventennio.
Volendo schematizzare:
- È un’opera pubblica in un luogo che non ha solo una valenza paesaggistica e turistica ma anche storica e identitaria per la comunità monopolitana.
- Prima delle ruspe, sarebbero stati indispensabili studi tecnici di livello e un ben altro coinvolgimento dei cittadini. Da anni l’area era rimasta pedonale e transennata in più punti. Nulla avrebbe impedito delle indagini per individuare l’esatta ubicazione dei sottoservizi e delle preesistenze storiche. Reputiamo non vero che le varianti sostanziali che si stanno moltiplicando fossero imprevedibili.
- L’abbassamento del muro di contenimento, realizzato a partire dagli anni ’40 allo scopo di proteggere la città dal mare, poteva e doveva essere sottoposto a uno saggio più accurato con la Soprintendenza.
- Nessuna corsa a intercettare finanziamenti può giustificare la chiusura dell’area con una cesura profonda tra il centro storico medievale e la litoranea di via Procaccia né tanto meno l’assenza di un passaggio di collegamento. Sarebbe stato doveroso pensare alle opere di mitigazione, anche di tipo turistico balneari da attivare a compensazione del disagio per utenti ed esercenti commerciali.
- L’opera di recinzione del cantiere, costosa ciclopica e mai resa visivamente gradevole, ottiene due pessimi risultati: impedisce la vista del mare oltre alla sorveglianza della sicurezza del cantiere.
Per chi, come noi, da anni legge il modo di gestire i lavori pubblici da parte di questa amministrazione, non c’è alcuno stupore. Con la conferenza stampa di inizio lavori, ci si è esaltati per aver pianificato il prolungamento dell’arenile e l’abbassamento del muro con una soluzione di ingegneria marina. A distanza di 5 mesi, ci si è rimangiati entrambe le scelte giustificandole come fisiologicamente imprevedibili. La realtà è diversa. Mancano gli approfondimenti, l’accortezza nell’uso del denaro pubblico, la volontà di coinvolgere i cittadini nelle scelte da operare, pensando che tutto si possa risolvere con un po’ di propaganda a mezzo social. I risultati sono danni incalcolabili per il territorio e per le generazioni future.
Angelo Papio e Maria Angela Mastronardi
Consiglieri comunali di Manisporche – Sinistra Italiana
È estremamente positivo che la “riqualificazione” dell’area di Portavecchia, opera pubblica con un enorme investimento di fondi PNRR, stia finalmente suscitando attenzione, rilievi critici e un confronto vivace tra cittadini, addetti ai lavori e saperi esperti della città.
La questione, dibattuta anche nell’ultimo Consiglio comunale del 7 agosto per una variante di 700mila euro, merita un approfondimento che unisca considerazioni tecniche e valutazioni politiche. Sì, come consiglieri di Manisporche-Sinistra Italiana seguiamo la vicenda da prima dell’inizio di questi lavori, sottolineando l’incoerenza tra i toni enfatici che dipingevano l’area come “la cartolina di Monopoli” e l’incuria che le è stata dedicata nell’ultimo ventennio.
Volendo schematizzare:
- È un’opera pubblica in un luogo che non ha solo una valenza paesaggistica e turistica ma anche storica e identitaria per la comunità monopolitana.
- Prima delle ruspe, sarebbero stati indispensabili studi tecnici di livello e un ben altro coinvolgimento dei cittadini. Da anni l’area era rimasta pedonale e transennata in più punti. Nulla avrebbe impedito delle indagini per individuare l’esatta ubicazione dei sottoservizi e delle preesistenze storiche. Reputiamo non vero che le varianti sostanziali che si stanno moltiplicando fossero imprevedibili.
- L’abbassamento del muro di contenimento, realizzato a partire dagli anni ’40 allo scopo di proteggere la città dal mare, poteva e doveva essere sottoposto a uno saggio più accurato con la Soprintendenza.
- Nessuna corsa a intercettare finanziamenti può giustificare la chiusura dell’area con una cesura profonda tra il centro storico medievale e la litoranea di via Procaccia né tanto meno l’assenza di un passaggio di collegamento. Sarebbe stato doveroso pensare alle opere di mitigazione, anche di tipo turistico balneari da attivare a compensazione del disagio per utenti ed esercenti commerciali.
- L’opera di recinzione del cantiere, costosa ciclopica e mai resa visivamente gradevole, ottiene due pessimi risultati: impedisce la vista del mare oltre alla sorveglianza della sicurezza del cantiere.
Per chi, come noi, da anni legge il modo di gestire i lavori pubblici da parte di questa amministrazione, non c’è alcuno stupore. Con la conferenza stampa di inizio lavori, ci si è esaltati per aver pianificato il prolungamento dell’arenile e l’abbassamento del muro con una soluzione di ingegneria marina. A distanza di 5 mesi, ci si è rimangiati entrambe le scelte giustificandole come fisiologicamente imprevedibili. La realtà è diversa. Mancano gli approfondimenti, l’accortezza nell’uso del denaro pubblico, la volontà di coinvolgere i cittadini nelle scelte da operare, pensando che tutto si possa risolvere con un po’ di propaganda a mezzo social. I risultati sono danni incalcolabili per il territorio e per le generazioni future.
Angelo Papio e Maria Angela Mastronardi
Consiglieri comunali di Manisporche – Sinistra Italiana
È estremamente positivo che la “riqualificazione” dell’area di Portavecchia, opera pubblica con un enorme investimento di fondi PNRR, stia finalmente suscitando attenzione, rilievi critici e un confronto vivace tra cittadini, addetti ai lavori e saperi esperti della città.
La questione, dibattuta anche nell’ultimo Consiglio comunale del 7 agosto per una variante di 700mila euro, merita un approfondimento che unisca considerazioni tecniche e valutazioni politiche. Sì, come consiglieri di Manisporche-Sinistra Italiana seguiamo la vicenda da prima dell’inizio di questi lavori, sottolineando l’incoerenza tra i toni enfatici che dipingevano l’area come “la cartolina di Monopoli” e l’incuria che le è stata dedicata nell’ultimo ventennio.
Volendo schematizzare:
- È un’opera pubblica in un luogo che non ha solo una valenza paesaggistica e turistica ma anche storica e identitaria per la comunità monopolitana.
- Prima delle ruspe, sarebbero stati indispensabili studi tecnici di livello e un ben altro coinvolgimento dei cittadini. Da anni l’area era rimasta pedonale e transennata in più punti. Nulla avrebbe impedito delle indagini per individuare l’esatta ubicazione dei sottoservizi e delle preesistenze storiche. Reputiamo non vero che le varianti sostanziali che si stanno moltiplicando fossero imprevedibili.
- L’abbassamento del muro di contenimento, realizzato a partire dagli anni ’40 allo scopo di proteggere la città dal mare, poteva e doveva essere sottoposto a uno saggio più accurato con la Soprintendenza.
- Nessuna corsa a intercettare finanziamenti può giustificare la chiusura dell’area con una cesura profonda tra il centro storico medievale e la litoranea di via Procaccia né tanto meno l’assenza di un passaggio di collegamento. Sarebbe stato doveroso pensare alle opere di mitigazione, anche di tipo turistico balneari da attivare a compensazione del disagio per utenti ed esercenti commerciali.
- L’opera di recinzione del cantiere, costosa ciclopica e mai resa visivamente gradevole, ottiene due pessimi risultati: impedisce la vista del mare oltre alla sorveglianza della sicurezza del cantiere.
Per chi, come noi, da anni legge il modo di gestire i lavori pubblici da parte di questa amministrazione, non c’è alcuno stupore. Con la conferenza stampa di inizio lavori, ci si è esaltati per aver pianificato il prolungamento dell’arenile e l’abbassamento del muro con una soluzione di ingegneria marina. A distanza di 5 mesi, ci si è rimangiati entrambe le scelte giustificandole come fisiologicamente imprevedibili. La realtà è diversa. Mancano gli approfondimenti, l’accortezza nell’uso del denaro pubblico, la volontà di coinvolgere i cittadini nelle scelte da operare, pensando che tutto si possa risolvere con un po’ di propaganda a mezzo social. I risultati sono danni incalcolabili per il territorio e per le generazioni future.
Angelo Papio e Maria Angela Mastronardi
Consiglieri comunali di Manisporche – Sinistra Italiana