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Fasano, un’isola di speranza per l’ambiente: apre il Centro del Riuso “L’Isola che c’è”

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Tra il fruscio delle foglie e il sole che accarezza la campagna di contrada Sant’Angelo, nasce un luogo dove gli oggetti trovano una seconda vita e l’ambiente respira più leggero. È il Centro del Riuso “L’Isola che c’è”, presentato oggi alla stampa dal Comune di Fasano in collaborazione con l’associazione SCIÁ, un progetto che unisce educazione ambientale, cittadinanza attiva e economia circolare.

Nel corso della conferenza stampa sono stati illustrati obiettivi, modalità di funzionamento e calendario delle attività: incontri nelle scuole, visite guidate per associazioni, famiglie e cittadini, per sensibilizzare la comunità sul valore del riuso e della sostenibilità.

«L’Isola che c’è è un servizio completamente gratuito, semplice e ad alto impatto: meno sprechi, maggiori benefici per l’ambiente e minori costi di conferimento – ha dichiarato il sindaco Francesco Zaccaria – Prima dello smaltimento in discarica, i cittadini potranno portare qui oggetti ancora utilizzabili, che resteranno a disposizione per un mese in cerca di nuova vita. Vogliamo farlo diventare un’abitudine cittadina, a partire dalle scuole e dalle associazioni».

Il centro, operativo nelle vicinanze del CCR di contrada Sant’Angelo, osserverà i seguenti orari: martedì 8.30–12.30, mercoledì 15.30–18.30, giovedì 8.30–12.30, venerdì e sabato 9.00–12.00 (chiuso il lunedì).

«Questo progetto nasce grazie a un finanziamento regionale – ha spiegato l’assessore all’Ecologia Gianluca Cisternino – Gli Uffici comunali hanno riqualificato l’area e dotato il Centro di un regolamento approvato dal Consiglio. È uno spazio pubblico dove dare nuova vita agli oggetti ancora in buone condizioni: un dovere civico che genera benefici per l’ambiente e riduce i costi di smaltimento a carico di tutti i cittadini».

Il consigliere comunale Oronzo Rubino ha sottolineato l’importanza della partecipazione della cittadinanza: «Con “L’Isola che c’è” vogliamo costruire dal basso una rete stabile tra scuole, associazioni e quartieri: un percorso trasparente e misurabile, che trasformi il riuso in abitudine quotidiana e in coesione sociale».

Infine Michele Semeraro, presidente dell’associazione SCIÁ, ha aggiunto: «Vogliamo creare punti di incontro e comunità. Le scuole hanno già risposto al nostro appello, mentre nelle prossime settimane inviteremo pubblicamente associazioni e cittadini a trascorrere una mattina al centro per visite guidate e scambi di esperienza».

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