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Nocco: la cucina italiana entra nell’Unesco, vittoria della nostra identità

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C’è un’emozione antica che attraversa l’Italia come un profumo di pane caldo, olio nuovo e mare. Oggi quella emozione entra nella storia: la cucina italiana è ufficialmente Patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Un riconoscimento che tocca corde profonde, perché parla delle nostre radici e delle nostre comunità.

“La sua iscrizione è una pagina straordinaria per il nostro Paese e per le sue comunità” dichiara la senatrice pugliese di Fratelli d’Italia Maria Nocco, accogliendo la decisione del Comitato intergovernativo dell’Unesco riunito a New Delhi. “È un risultato che celebra non solo la nostra tradizione gastronomica, ma l’intera filiera agroalimentare che ogni giorno, dal campo alla tavola, custodisce e tramanda il valore del Made in Italy”.

Nocco sottolinea anche il ruolo decisivo del ministro Francesco Lollobrigida: “Questo riconoscimento internazionale è anche il frutto del grande lavoro svolto dal ministro Lollobrigida, che fin dal suo insediamento ha posto al centro delle politiche agricole la tutela delle nostre produzioni, delle nostre tradizioni e delle nostre comunità rurali. Difendere la cucina italiana significa proteggere l’identità di un Paese, ma anche sostenere un’economia che vale decine di miliardi di euro e che dà lavoro a centinaia di migliaia di persone, soprattutto nel Mezzogiorno”.

Il valore di questo traguardo risuona con forza nel Sud: “Nel Meridione, e in particolare nella mia Puglia, la cucina non è solo storia e cultura, ma è un pezzo fondamentale della nostra economia agricola, della nostra socialità, del turismo e della vita delle famiglie. Le nostre filiere dell’olio, del grano duro, dell’ortofrutta, della zootecnia e della pesca sono tra le eccellenze che hanno contribuito a costruire questa vittoria italiana. È un orgoglio sapere che l’impegno dei nostri agricoltori, allevatori, pescatori e produttori ottiene oggi una vetrina mondiale di tale prestigio”.

Lo sguardo si apre infine verso il futuro: “Il riconoscimento dell’Unesco non è un traguardo, ma uno stimolo a lavorare ancora di più per tutelare qualità, sostenibilità, salute e identità. Il Governo Meloni ha dimostrato con i fatti di credere in queste sfide. Ora continuiamo insieme, affinché la cucina italiana rimanga non soltanto patrimonio culturale dell’umanità, ma anche un motore di sviluppo, crescita e orgoglio per tutto il Paese”.

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