La Rosa Bianca e il messaggio ai giovani di oggi

In occasione del Treno della Memoria 2020 è stato presentato ufficialmente “La Rosa Bianca, uno spirito forte, un cuore tenero”, fumetto liberamente ispirato al testo di Inge Scholl, La Rosa Bianca edito da ITACA edizioni. “Mi è stata concessa questa possibilità – dice il disegnatore Stefano Palmache per me è stata davvero una vera e propria chiamata alle armi. Non potevo rifiutare questo invito. Per la realizzazione mi sono attenuto alla testimonianza di Inge Scholl, sorella maggiore di Hans e Sophie Sholl, una testimonianza diretta e per questo anche abbastanza toccante. Il gruppo della rosa bianca, come sappiamo, non era composto solo da questi due ragazzi, ma il racconto che ne fa Inge rispecchia un’esperienza comune ad altri esponenti della Rosa Bianca. Ripercorre, partendo dalla vita familiare, lo sviluppo e la formazione della coscienza critica dei ragazzi fino ad arrivare all’attività della Rosa Bianca e far partire una vera e propria resistenza contro Hitler. Una figura abbastanza importante è quella del padre, che svolge il ruolo di guida con il suo giudizio critico, dal punto di vista politico, morale e umano, da padre diverrà anche molto amico dei figli. Più che una storia di un gruppo di ragazzi che hanno messo su questo tentativo di resistenza passiva contro il regime, è anche una storia di amicizia, che spinge Sophie e Hans a cercare di prendersi tutte le colpe”. Come sappiamo non ci riuscirono e la follia totalitaria colpì anche Chistph Probst, Alexander di Schmorell, Will Graf, il professore Kurt Huber e tanti altri che in quegli anni ebbero il coraggio di dire “no”.

La Rosa Bianca – scrive Christel Antonazzo, curatrice dell’opera e componente del Treno della Memoria, è una delle tante storie che hanno disegnato la resistenza del nazi-fascismo in Europa ed è una storia dotata di una straordinaria capacità comunicativa, perché scritta dal coraggio di giovani universitari/e tedeschi/e. Raccontare di questo movimento giovanile significa porre al centro della narrazione le scelte personali dei giovani che, in ogni contesto storico, sono stati spesso motore di cambiamento, di rottura e, talvolta, argine rispetto a politiche razziste e antidemocratiche”.

I giovani hanno sempre fatto la differenza – scrive Paolo Paticchio presidente del Treno della Memoria – In ogni momento cruciale per la storia, sono state sempre le nuove generazioni, con le loro competenze, la loro creatività, le loro azioni, a tracciare una strada possibile di cambiamento, a rappresentare un’alternativa”.

Il fumetto si presenta di agevole lettura, i disegni di Stefano riescono a catapultarci nella realtà storica quasi come se fossimo realmente presenti in quei momenti, in quei posti, in quegli attimi e potessimo percepirne sentimenti, stati d’animo, coraggio.

Ma cosa resta oggi della Rosa Bianca? Per rispondere riprendiamo una pagina di prefazione al fumetto, quella scritta dal prof. Daniele De Luca, storico delle Relazioni Internazionali dell’Università del Salento, che proprio a proposito di quello che resta scrive: “per rispondere vogliamo utilizzare ancora le parole di un loro volantino, il quinto, scritto e distribuito nel gennaio del 1943: Solo attraverso un’ampia collaborazione dei popoli europei si può creare la base su cui sarà possibile una costruzione nuova. Ogni potere centralizzato come quello che lo Stato prussiano ha cercato di instaurare in Germania e in Europa, deve essere soffocato sul nascere … Ogni popolo, ogni individuo hanno il diritto ai beni della terra! Libertà di parola, libertà di fede, difesa dei singoli cittadini dall’arbitrio dei criminali Stati fondati sulla violenza: queste sono le basi ddell’anuova Europa”. Parole, quelle scritte nell’ultimo volantino, sulle quali, oggi più che mai, corre doveroso ritornare e riflettere.

 

Cosimo Lamanna

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