Monopolitani alla “Leopolda”

Riportiamo la nota del prof. Stefano Carbonara di ritorno dalla “Leopolda” insieme a Marilù Barnaba. <<La partecipazione diretta all’evento della tre giorni alla Leopolda di Firenze – scrive Carbonara – oltre a coinvolgere sul piano emotivo, rafforza ancor più le ragioni per credere nel progetto di cambiamento del paese voluto da Matteo Renzi.
Non è il progetto di un uomo solo al comando, come si vuol far credere dai critici, ma di un gruppo di persone seriamente impegnate nella ricerca di soluzioni operative per far uscire l’Italia dalla crisi profonda in cui è oggi.
Le idee sono il frutto del confronto tra studiosi, economisti, tecnici, insegnanti, imprenditori, lavoratori, ricercatori, giovani e donne, comuni cittadini. Sono arrivati in oltre 15.000 da tutta Italia ( con spese interamente a loro carico) e si sono confrontati su oltre 100 temi attraverso tavoli di discussione e di elaborazione.
Tra loro anche Vito Pertosa, audace imprenditore monopolitano, che con lo sviluppo delle tecnologie avanzate ha dato lavoro a migliaia di giovani. Ed è proprio sua l’affermazione dell’incongruenza esistente nell’applicazione dell’art. 18, per la circostanza che le piccole aziende con meno di 15 dipendenti rinunciano
ad ampliarsi per non finire sotto il capestro dell’obbligatoria e generalizzata assunzione a tempo indeterminato, a prescindere da esigenze lavorative e meriti.
Lo spirito della Leopolda è nel volere un PD capace di includere nello spazio della Sinistra le forze migliori e più intraprendenti della società, che ambisca ad essere forza maggioritaria nel paese, in grado di governare con efficacia e risolutezza.
Il contrasto tra la piazza romana della CGIL, piena di bandiere rosse e fortemente ostile al governo Renzi, e la convention della Leopolda, senza bandiere di partito ma decisamente interessata a sostenere il governo con proposte adeguate, è risultato evidente. I posti di lavoro non si creano con le manifestazioni, ma con aziende e imprenditori capaci di farlo, eliminando sacche e retaggi di privilegi consolidati.
Al presidente Napolitano, da sempre uomo di sinistra, convinto sostenitore dell’azione riformatrice in atto, sono stati rivolti gli applausi più calorosi e convinti.
Renzi, nonostante gufi e critiche, interne ed esterne, è apparso fortemente determinato ad andare avanti, a non consentire nostalgie e ritorni al passato, a farsi sentire in Europa con forza e convinzione.
Il futuro è solo l’inizio. E nel paese, al momento, non sembrano esserci alternative credibili>>.