Minervini minaccia di dimettersi dal PD

Pronti a sospenderci dal PD se Procacci non rimetterà il suo incarico  e se Emiliano, da segretario regionale, non sia lì a pretendere le sue  dimissioni da coordinatore della segreteria”. Dice questa mattina con una lunga nota su fb l’assessore regionale e candidato alle primarie Guglielmo Minervini, a seguito dell’inchiesta sugli scandali che riguardano i concorsi all’Università di Bari e che vedono direttamente coinvolto Procacci, come ha  riportato ieri il quotidiano La Repubblica.

Riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato di Guglielmo Minervini assessore alle Politiche Giovanili della Regione Puglia.

“I fessi.

E’ evidente che i fessi siamo noi che abbiamo educato i figli 
sostenendo che nella vita si cammina in piedi.
E che contano la fatica, l’impegno, il merito, l’onestà.
E che solo quando ti conquisti un risultato con le tue forze, allora 
senti il profumo della libertà.

E’ evidente che il fesso sono io.

Dieci anni assessore regionale, nientepopodimeno, e una figlia a 
Milano ancora a sbattersi in giro, con tutte le sue energie, per 
cercare uno stage non retribuito, dopo un lavoro precario in 
condizioni da sfruttamento.

In fondo, come ci ricorda Procacci, se sei un “politico” di punta 
basta una telefonata all’amico barone, et voilà, dottorato vinto per 
tuo figlio, primo passo di una carriera luminosa spianata in forza di 
un cognome che sfonda i traguardi come un ariete.

Con buona pace di chi quel posto lo meritava davvero, ma essendo privo 
del supporto di una buona famiglia, si è visto sorpassato a destra: 
gli auguriamo, davvero di cuore, migliore successo.

Quelle intercettazioni tra l’accademico e il coordinatore della 
segreteria regionale del PD, l’uomo più vicino di Michele Emiliano, 
sono una ferita profonda.

Offendono il nostro popolo.

Ovviamente non ci interessa il rilievo penale della vicenda ma 
esclusivamente i due nodi politici che solleva.

Il primo riguarda la credibilità di una classe dirigente che in 
pubblico difende i principi della giustizia e in privato osserva la 
pratica della propria tutela.

Il secondo riguarda la politica nel suo complesso. Il nepotismo e il 
clientelismo sono il male oscuro del paese. Se sei figlio di nessuno 
devi restare al palo della vita. Non conta quello che vali, ma come ti 
chiami, chi conosci, chi ti sponsorizza.
Questa logica non produce solo ingiustizia ma anche impoverimento sociale.
La cultura dei “figli di” genera un’università dequalificata, una 
ricerca inefficace, una scuola scadente, una pubblica amministrazione 
degradata.
Una società peggiore.
Insomma, ogni volta che passa una raccomandazione si toglie a tutti 
non a uno solo.
La raccomandazione è una ferita sociale non solo uno scippo individuale.

Non si disincaglia la Puglia dalla crisi se non riusciamo a dire a 
tutti i pugliesi, specie ai giovani, che qui le regole sono le regole 
e la trasparenza è la trasparenza.
E le opportunità sono davvero per tutti, sopratutto per i figli di 
nessuno, per i meno protetti e i meno garantiti.

Ecco perché un partito di “quelli che raccomandano i propri figli” è 
il principale avversario del cambiamento della Puglia.

Procacci dovrebbe avvertire il bisogno di togliere il PD 
dall’imbarazzo dimettendosi dall’incarico di rappresentanza.
Il segretario regionale spero glielo abbia chiesto.

Altrimenti ci sospenderemmo noi dal PD.
Su questo punto non si transige.
Non si può transigere.
Sulle questioni di fondo non si bara”.