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La forza del dado diventa gioiello: a Carovigno un grande debutto per la “Nut Bolt Series”

Alla Galleria 32, Tarek Waked e Giorgia Pignatelli hanno presentato una collezione che reinterpreta l’argento 925 con uno sguardo industriale e simbolico, tra arte orafa pugliese e design internazionale.

Non una semplice presentazione di gioielli, ma un’esperienza estetica che ha trasformato la percezione di oggetti comuni come dadi e bulloni. Domenica 31 agosto, la Galleria 32 di Carovigno ha accolto il lancio della Nut Bolt Series, nuova capsule collection di Tally Marks, il collettivo fondato dall’architetto e designer libanese Tarek Waked.

Il progetto, realizzato in collaborazione con l’orefice Giorgia Pignatelli, è un esempio di come il linguaggio industriale possa farsi materia poetica. I pezzi della collezione – bracciali, anelli, collane e orecchini – sono tutti realizzati in argento 925 e ruotano attorno a un dettaglio ricorrente: la forma ottagonale del dado, reinterpretata come segno di connessione e forza.

Ciò che colpisce è la capacità di tradurre il rigore geometrico in un’estetica elegante e contemporanea. L’argento, lucidato con cura artigianale, cattura la luce con riflessi decisi, mettendo in risalto linee essenziali e superfici pulite. I gioielli non si limitano a ornare, ma instaurano un dialogo con chi li indossa, raccontando una storia di resilienza e di trasformazione del quotidiano.

Il pubblico, tra curiosi e appassionati di design, ha potuto apprezzare non solo la collezione ma anche il percorso creativo che l’ha generata: un incontro tra due visioni diverse e complementari. Da un lato, Waked con il suo approccio architettonico e concettuale; dall’altro, Pignatelli con la sua sensibilità artigianale, radicata nella tradizione orafa italiana.

La Nut Bolt Series non si limita a ridefinire l’idea di gioiello, ma pone una domanda più ampia: può l’oggetto industriale diventare simbolo di bellezza e legame umano? A giudicare dall’entusiasmo raccolto a Carovigno, la risposta è sì.

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