Matteo Renzi, lo “Sblocca Italia” e i “Comitatini”. I renziani di Monopoli cosa ne penseranno?

Foto Franco Longano - "i comitatini" in piazza a Monopoli
Foto Franco Longano – “i comitatini” in piazza a Monopoli

«È impossibile andare a parlare di energia e ambiente in Europa se nel frattempo non sfrutti l’energia e l’ambiente che hai in Sicilia e in Basilicata. Io mi vergogno di andare a parlare delle interconnessioni tra Francia e Spagna, dell’accordo Gazprom o di South Stream, quando potrei raddoppiare la percentuale del petrolio e del gas in Italia e dare lavoro a 40 mila persone e non lo si fa per paura delle reazioni di tre, quattro comitatini». Questa la battuta del presidente del Consiglio Matteo Renzi a proposito di politiche energetiche nel nostro paese, rispolverata in occasione del programma Presadiretta, in onda su Rai Tre domenica sera. Al centro dell’inchiesta giornalistica è andata proprio la scommessa del governo di raddoppiare l’estrazione di gas e di petrolio per produrre nuova ricchezza e nuovi posti di lavoro. Con lo Sblocca Italia, l’iter per le autorizzazioni alle trivellazioni sarà più veloce e più facile. Cosa centra con Monopoli? Beh si da il caso che proprio il nostro Comune, nell’ambito della Regione Puglia, è stato l’epicentro della lotta al NO PETROLIO senza precedenti in Italia. Nel lontano gennaio 2010, a Monopoli, fu ospite del Centro Turistico Giovanile Egnatia la professoressa universitaria statunitense Maria Rita D’Orsogna, nativa di New York da genitori abruzzesi di Lanciano, una vera e propria luminare in materia che senza mezzi termini disse: «Trivellare di fronte a Monopoli è completamente assurdo. Non c’è alcun tipo di beneficio per gli abitanti, per la città e per la storia del luogo».  La D’Orsogna, in quella occasione, spiegò nei minimi particolari perché <<la migliore risorsa in Italia è l’energia solare che è maggiormente sfruttata in Germania, sebbene le ore di esposizione al sole siano molto ridotte rispetto all’Italia>>. E poi la curiosità delle royalties, in Italia inspiegabilmente bassissime rispetto agli altri Paesi che sfruttano il petrolio nel mondo. E gli effetti delle trivellazioni in Basilicata, dove «i benefici per le popolazioni locali non sono stati quelli promessi – ha spiegato la D’Orsogna – con il conseguente inquinamento della falda idrica e la presenza di idrocarburi addirittura in prodotti come il miele». La docente universitaria italoamericana rappresentò uno scenario inquietante : «La gente deve sapere quali sono i rischi delle piattaforme», spiegando «la pericolosità dell’aumento dei valori di idrogeno solforato a seguito delle trivellazioni. Una gas fortemente velenoso con tossicità paragonabile al cianuro. A temperatura ambiente, e a basse concentrazioni, l’idrogeno solforato è un gas incolore con odore di uova marce, che provoca disturbi neurologici, respiratori, motori, cardiaci e potrebbe essere collegato a una maggiore incorrenza di aborti spontanei nelle donne». Ma veniamo alla questione meramente economica che sembra interessare al Governo Renzi a proposito della quale riprendiamo ancora una volta quanto riferito dalla scienziata che ha definito il petrolio italiano «pesante e amaro, ossia ricco di zolfo e allo stato di fanghiglia con un indice 15» (nella scala dei valori 50 è il migliore). Petrolio quindi da desolforare a 25 chilometri dalla costa monopolitana – questo lo scenario – quando in California le piattaforme, per problemi di salvaguardia dell’ambiente, non possono essere a meno di 160 km dalla costa e in Norvegia a meno di 50>>.  Forte è il movimento No Petrolio anche in Basilicata, laddove le trivellazioni stanno letteralmente distruggendo il paesaggio e l’ambiente senza alcun beneficio economico per le zone “ospitanti”. Dall’oro nero all’oro verde o azzurro (terra e mare) sarebbe questo il messaggio da lanciare al Governo Renzi che, piuttosto che allinearsi alle lobby petrolifere, dovrebbe piuttosto tutelare la volontà espressa non solo da quelli che lui chiama “comitatini” (espressione comunque democratica di cittadini italiani), ma di intere Regioni, attraverso politiche europee che vietino, ad esempio, alla Croazia di autorizzare le trivellazioni in Adriatico. Ma chissà cosa ne penseranno a proposito i tanti renziani di Monopoli e dintorni, magari gli stessi che parteciparono alla marcia No Petrolio a Monopoli quando al governo c’era Berlusconi, attendiamo risposte.

Il filmato del Convegno allegato fu realizzato dal Testata Giornalistica Monopolitube.it

Cosimo Lamanna