Banca d’Italia: le BCC riducano le spese

di Antonio GALIZIA
BRESCIA – Le Banche di credito cooperativo (Bcc) devono ridursi le spese. E’ uno degli appelli (un richiamo?) lanciati dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco nel corso del XXVI Congresso Assiom Forex che ieri ha riunito gli operatori dei mercati finanziari a Brescia. Visco, nella sua veste di responsabile dell’organo di vigilanza, è intervenuto sul processo di riforma del credito cooperativo in corso di attuazione da oltre un anno per quanto riguarda il Gruppo bancario cooperativo (Gbc) facente capo alla trentina Cassa Centrale Banca (Ccb) cui hanno aderito le Banche di credito cooperativo di Conversano, Monopoli, Alberobello e Sammichele e le pugliesi Bcc di San Giovanni Rotondo, Bcc di San Marzano di San Giuseppe, Bcc dell’Alta Murgia, Bcc di Locorotondo, Bcc di Cassano delle Murge e Tolve e per quello romano guidato da Iccrea Banca nel quale è confluita la Bcc di Castellana Grotte. Visco aveva già sollecitato le capogruppo dei Gbc ad assolvere i propri doveri, ma nell’occasione, da un lato ha voluto ricordare i gravosi impegni imposti dalla riforma del 2018 che attendono i due Gbc, dall’altro ha dovuto specificare alcuni concetti che potevano sembrare ovvi agli addetti ai lavori del mondo delle Banche di credito cooperativo.
Il governatore si è soffermato innanzitutto sugli obiettivi della riforma: “E’ stata concepita – ha detto nella sua relazione – con il fine di conseguire i guadagni di efficienza e le economie di scala necessari per affrontare le sfide connesse con la trasformazione del mercato bancario, preservando al contempo lo spirito mutualistico del Credito cooperativo”. Il governatore ha ribadito, quindi, la necessità di conseguire economie di scala da parte delle Bcc e di renderle efficienti conservando le finalità mutualistiche e cooperative, finalità che, ad onor del vero, stando al tenore letterale delle disposizioni normative e dei contratti di coesione sottoscritti, dovrebbero interessare l’intero Gbc, ossia anche le altre società del gruppo e la capogruppo.
Dopo aver ricordato che nel corso dell’anno sarà avviato il comprehensive assessment da parte della Banca centrale europea (Bce), Visco ha richiamato i due Gbc “alla tempestiva riduzione delle spese, alla razionalizzazione della rete distributiva e alla necessità di affrontare con decisione i casi di singole Bcc in difficoltà”.
Mentre la riduzione dei costi del Gbc è legata sia agli interventi presso le Bcc che a quelli presso le altre società del gruppo e la capogruppo, la razionalizzazione riguarda essenzialmente gli sportelli delle Bcc con problemi di sovrapposizione territoriale o disequilibri economici non compensati da corrispondenti vantaggi mutualistici o sociali. Esclusivamente rivolto alle capogruppo è invece il richiamo “al dovere di intervenire energicamente presso le Bcc in difficoltà poichè le condizioni finanziarie dei gruppi cooperativi, il loro modello di attività, gli assetti organizzativi, la governance devono essere tali da assicurarne la sostenibilità nel lungo periodo”. E’ evidente che questo invito, essendo indirizzato ai Gbc, specie con riferimento alla governance, è rivolto alle due capogruppo e, conseguentemente, alle Bcc e alle altre società dei gruppi.
In conclusione, l’Autorità di vigilanza ha specificato in modo chiaro che, fermi restando gli adeguati livelli di capitale richiesti, la redditività richiesta alle Bcc non può essere la medesima invocata per le banche SpA interessate essenzialmente alla distribuzione dei dividendi e al valore di quotazione delle proprie azioni. Questo dovrebbe ricadere, in termini di benefici e servizi a favore dei risparmiatori e dei territori. Giova ricordare, infatti, che le Casse rurali poi diventate Bcc sono nate con finalità mutualistiche per favorire lo sviluppo dei territori rappresentati.

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