Papio, sul Piano Casa Manisporche aveva ragione

Cosa dice la sentenza della Corte Costituzionale al legislatore comunale e regionale sulla questione Piano Casa?

Conferma in maniera inequivocabile quanto noi di Manisporche affermiamo da anni. Le norme statali riguardanti la “deroga”, a partire dalla Legge 380 (Testo Unico dell’Edilizia), non hanno mai consentito alle Regioni, tantomeno alla legge 14/2009 -il cosiddetto Piano Casa- di appropriarsi di competenze dello Stato in materia urbanistica”. A dirlo è il consigliere di minoranza Angelo Papio del Movimento Manisporche, che prosegue: “La sentenza dice questo: una norma regionale non può consentire, nelle demolizioni e ricostruzioni di un edificio, la modifica della sagoma originaria né una sua diversa disposizione nell’area d’intervento. Se tale prerogativa è tuttora riservata alle competenze del legislatore statale a maggior ragione, una corretta lettura del testo della 14/2009 non può consentire, con una semplice scia edilizia e sulla base di un semplice dettato regionale, il cambio di destinazione urbanistica di un’area, foss’anche con l’escamotage di voler modificare la sola destinazione d’uso dell’edificio all’interno dell’area stessa. La forzatura della norma in tal senso è stata portata avanti nella Regione Puglia da alcuni esponenti di maggioranza e avallata da uno schieramento bipartisan in Consiglio per ragioni presumibilmente elettoralistiche. La deroga urbanistica, contenuta nel testo del piano casa, in realtà non ha mai consentito di modificare la destinazione d’uso delle aree. La sentenza in questione viene ad aggiungersi alle altre sentenze del TAR per avallare questa unica inequivocabile lettura“.

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