Giuseppe Sammartino e la Cattedrale di Monopoli

Non tutti sanno che l’autore del “Cristo velato” ha lavorato anche nella Basilica Cattedrale di Monopoli, realizzando ben due statue marmoree. Giuseppe Sanmartino, o Sammartino nato a Napoli nel 1720 e qui morto ndel 1793 fu uno scultore dal grande virtuosismo tecnico, ricordato principalmente per essere stato, appunto, l’autore del Cristo velato. Le notizie biografiche in possesso sono molto scarse,  di certo si sa che si formò nella bottega di Matteo Bottiglieri, fratello, o forse padre, di Felice, «ingegnere camerale» e modellatore di pastori di presepe. Il decollo artistico di Sanmartino, comincia a partire dalla seconda metà del Settecento, quando Napoli serbava tracce di un notevole fervore artistico che vi accentrò i nuovi orientamenti della scultura settecentesca italiana, rappresentati dal genovese Francesco Queirolo e dal veneziano Antonio Corradini, riuniti attorno al cantiere della cappella Sansevero, diretto da Raimondo di Sangro, settimo principe di Sansevero. Prima di allora, tuttavia, a partire dal 1747 Sanmartino risulta lavorare, unitamente a Giovanni Cimafonte, presso la Cattedrale di Monopoli presso cui sono documentate le sculture a grandezza naturale del San Giuseppe e di San Michele Arcangelo. Le due statue marmoree sono collocate nella Cappella del Trionfo, ai lati dell’icona bizantina di Maria SS. della Madia. Se quella di San Giuseppe appare statica e quindi in fondo non potrebbe fare pensare all’autore napoletano, in quella di San Michele Arcangelo si intravede il sorgere del virtuosismo tecnico esploso con forza nelle opere della Cappella di Sansevero a Napoli. Oltre al raffinato lavoro evidente nelle ali dell’Arcangelo, è da notare anche la plasticità e il movimento di cui è dotata la statua, con un azzardato movimento del braccio fuori del baricentro corporeo, che la porta ad essere esposto con rischio all’esercizio della forza di gravità. Sammartino, in quest’opera, riesce a rendere una tale dinamicità, da far apparire leggero un materiale pesante come il marmo, così come leggera appare anche la veste di San Giuseppe e il Bambino stesso, che pare quasi adagiato sul braccio del padre. La Cattedrale di Monopoli può essere considerato un vero e proprio scrigno di tesori, dei quali oggi abbiamo voluto offrirne un saggio.

Cosimo Lamanna

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