Il Popolo della Famiglia accanto alle scuole paritarie

Il Popolo della Famiglia Puglia è accanto alle scuole paritarie della regione che, in una nota congiunta delle organizzazioni Usmi (Unione Superiori Maggiori d’Italia) e Cism (Conferenza Italiana Superiori Maggiori), manifestano «tutto il disagio e la difficoltà« che gli Istituti stanno affrontando e che si accentueranno con la ripresa della didattica in aula nel prossimo anno scolastico. Il Referente della Puglia Mirco Fanizzi afferma: “Sosteniamo l’iniziativa #noisiamoinvisibili per chiedere al Governo il giusto riconoscimento economico da parte dello Stato alla scuola pubblica paritaria. Chiediamo rispetto per alunni, famiglie, docenti e comunità educanti. Le famiglie hanno per troppo tempo subito l’ingiustizia della mancanza di una effettiva parità scolastica in un Paese che non ha mai creduto sufficientemente nella libertà di scelta educativa e nella necessità di pluralismo educativo; il Popolo della Famiglia è da sempre in prima linea in questa battaglia”. Sembra che nel cosiddetto “decreto rilancio” vengano stanziati 150 milioni di euro per le scuole paritarie: meno di 200 euro a studente; una cifra decisamente risibile, considerando tra l’altro quelli che sono i costi standard medi delle scuole statali (da 6700 ad 8300 euro all’anno per studente). Ancora una volta questo Governo non comprende le esigenze reali dei cittadini; è necessaria una robusta immissione di liquidità a favore delle scuole paritarie che, a causa della pandemia da Covid-19, rischiano in tantissime di chiudere a settembre. La ripartenza delle attività didattiche d’aula sarè un momento critico per le paritarie, le quali saranno chiamate a continuare ad offrire il servizio scolastico a circa 900000 alunni in condizioni decisamente più onerose per via delle misure di distanziamento ancora purtroppo necessarie. Sembra emergere una mal celata “volontà” dell’esecutivo di continuare ed aggravare la discriminazione nei confronti di 866 mila famiglie italiane e di 13 mila scuola paritarie (per non parlare dei numerosi dipendenti a rischio disoccupazione) presenti nel nostro Paese. Conclude Fanizzi “Con questa strategia governativa si rischia davvero di distruggere il sistema delle scuole libere che, garantendo l’istruzione a decine di migliaia di studenti con costi medi decisamente inferiori a quelli delle scuole statali, consente ingenti risparmi economici alle casse dello Stato. È necessario dare piena attuazione all’art. 33 della Costituzione, garantendo una effettiva libertà e parità scolastica nel nostro Paese ed una sana concorrenza nel servizio scolastico pubblico tra Stato e privato accreditato; ciò potrà generare maggiore efficienza del servizio stesso, ma soprattutto consentirà di valorizzare e trasmettere alle generazioni future il più grande tesoro della nostra civiltà: la cultura!”

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