Comitato STOP Martucci: Politici e tecnici verso la riapertura della discarica. Fermiamoli!!!

Il Comitato STOP Martucci ha assistito lunedì 19 settembre alla riunione della Commissione Martucci  istituita dal Consiglio comunale e presieduta dal consigliere Losito. 

Sebbene in assenza del numero legale, alla presenza del Sindaco Colonna e dell’Assessora all’Ambiente  Tarsitano, il RUP (Responsabile Unico del Procedimento) dott. Leonardo Lorusso, funzionario del Comune di  Conversano, ha relazionato sulle attività di realizzazione, a Martucci, dei pozzi piezometri per il carotaggio e  il prelievo dei campioni di acqua di falda. 

E così si è appreso ufficialmente che anziché realizzare i sette pozzi previsti secondo le indicazioni iniziali del  Tavolo tecnico intercomunale, ne sono stati portati a compimento soltanto due. 

Un numero assolutamente insufficiente, anche nell’ubicazione, per giungere alle evidenze tecnico-giuridiche  richieste dall’Assessora regionale all’Ambiente Maraschio, in sede di approvazione del Piano regionale  rifiuti, per poter dichiarare la contaminazione del sito Martucci e, quindi, arrivare al suo stralcio dal piano.  

Inoltre, Lorusso ha comunicato che i campioni delle acque di falda, prelevati fino alla profondità di 250  metri, non hanno superato le soglie di CSC, cioè i valori di contaminazione previsti dalla legge. In sostanza,  le sostanze inquinanti sono presenti, ma sostanzialmente vengono diluite nella falda profonda di un  acquifero di importanza regionale: si è infatti giunti ad una perforazione di 250 metri nel sottosuolo. 

Peraltro, le “carote” estratte dal sottosuolo non sono state ancora esaminate: Lorusso ha comunque riferito  che i campioni si presentano di roccia compatta, con – a suo dire – scarsi segni di possibili infiltrazioni da  percolato. 

Allo stesso tempo, dalle informazioni rese in sede di commissione, nessun passo in avanti è stato fatto per  l’individuazione del sito alternativo a Martucci, come pure permette il testo dell’emendamento approvato  con il Piano regionale rifiuti. 

Tutto questo consente di dichiarare la totale insoddisfazione del Comitato STOP Martucci, per i seguenti  motivi: 

1) La riduzione da 7 pozzi a 2 è assolutamente ingiustificabile e sembra denotare il solito lassismo e la  poca determinazione, accompagnata dai soliti vari pretesti (da quelli finanziari a quelli tecnici), dei  politici e dei burocrati regionali. Inoltre, la scelta nell’ubicazione dei due pozzi piezometri non ha  affatto tenuto conto che, appena fuori dai confini ufficiali della discarica, sono stati seppelliti nel  tempo cospicui volumi di rifiuti di ogni tipo su una superficie di 33.000 metri quadri, coltivati a  tendone e ad altre colture che vengono commercializzate. Un’evidenza risultata nel corso del  processo penale per disastro ambientale, finito purtroppo con l’assoluzione degli imputati per la  scarsa dedizione mostrata dalle parti civili nel difendere le ragioni delle popolazioni inquinate da 35  anni di esercizio della discarica, spesso caduto nelle maglie della Procura della Repubblica con  numerosi sequestri per vari illeciti.  

2) La decisione di estrarre campioni di falda dalla profondità di 250 metri, e non da profondità  inferiori, cioè più a diretto contatto con il percolato certamente fuoriuscito in più punti dal corpo  della discarica, ha comportato la diluizione dei fattori inquinanti nella falda più cospicua e, quindi, di  non superare i valori di contaminazione stabiliti dalla legge. L’ing. Boeri, Consulente Tecnico  d’Ufficio (CTU) nel processo penale per disastro ambientale cercò durante lo stesso processo di  eseguire il campionamento delle acque sia dalla colonna che dalla falda profonda sapendo che più  informazioni potevano essere tratte. Allora, ci fu l’opposizione dei consulenti tecnici degli imputati, 

mentre oggi senza un contraddittorio si è fatta la stessa scelta che fu imposta da quei tecnici di  parte. 

3) Peraltro, l’assenza ad oggi di una analisi idrogeologica locale allo scopo di cercare possibili vore,  doline, ecc., in una zona dichiarata fortemente carsica, denotano una superficialità nella esecuzione  delle indagini che non ha scusanti. La stessa indagine idrogeologica fu richiesta nel 2018 nelle  motivazioni della sentenza dal giudice Diella e successivamente inserita come richiesta dal tavolo  tecnico intercomunale ma mai eseguita. 

4) Inoltre, le analisi dei campioni di acqua di falda sono state eseguite senza un controllo incrociato,  cioè in assenza dell’esame da parte di almeno due laboratori e senza alcun coinvolgimento delle  associazioni ambientaliste per la necessaria trasparenza tecnico-amministrativa. 

5) Il perdurante ritardo nell’esecuzione dell’analisi del materiale estratto con i carotaggi, sebbene a  disposizione delle autorità competenti da moltissimi mesi, è un ulteriore elemento di scarsissima  trasparenza. 

6) L’assenza di iniziativa dei Sindaci dei comuni dell’Area Vasta Martucci (Mola, Conversano,  Rutigliano, Polignano) nonché del Sindaco della Città Metropolitana, che coordina i sindaci dei 41  comuni afferenti, nella ricerca attiva del sito alternativo a Martucci è indice di notevole disinteresse:  tutto sembra così portare alla riapertura della discarica, con il ripristino e la messa in esercizio delle  due vasche A e B di servizio/soccorso all’impianto complesso TMB (Trattamento Meccanico  Biologico) dei rifiuti indifferenziati, nel momento in cui verranno superati gli ostacoli temporanei  (autorizzazione AIA e pronuncia del Consiglio di Stato), oppure se il Presidente della Regione Puglia  dichiarerà una possibile emergenza rifiuti. 

7) A tale ultimo proposito, il Comitato STOP Martucci evidenzia il grave e perdurante silenzio dei  Sindaci del Tavolo Tecnico Intercomunale nel non informare le cittadinanze del respingimento dei  rifiuti indifferenziati da parte della Società Progetto Gestione Bari 5, che esercita l’impianto  complesso TMB di Martucci, per motivi tecnici probabilmente “stressati” ad arte con l’obiettivo di “provocare” la dichiarazione di emergenza rifiuti e, quindi, un’ordinanza urgente di Emiliano che  riapra la discarica. 

Per tutti questi motivi 

Il Comitato STOP Martucci chiama le popolazioni dell’Area Vasta Martucci, a cominciare da Mola e Conversano, a prestare la massima attenzione verso l’attività degli amministratori locali e regionali nonché  dei tecnici e dei burocrati competenti ad ogni livello. Parallelamente il suddetto comitato, come ha già fatto  nei mesi precedenti, si rende disponibile a mettere a disposizione del RUP e dei tecnici coinvolti tutta quella  documentazione prodotta in questi mesi di studio e ricerca sulla vicenda della discarica di contrada  Martucci. 

Un’assemblea pubblica verrà organizzata nelle prossime settimane per un coinvolgimento diretto dei  cittadini e per decidere ogni azione di lotta e mobilitazione al fine di giungere all’unica possibile soluzione:  impedire la riapertura della discarica e chiudere Martucci in ogni sua attività per procedere finalmente alla  messa in sicurezza e alla bonifica di tutto il sito. 

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