46 anni dopo l’omicidio di Boris Giuliano: APAMRI ricorda un uomo che ha cambiato la storia della lotta alla mafia
Commemorato il capo della Squadra Mobile assassinato nel 1979: la sua eredità vive ancora nel lavoro delle istituzioni, delle forze dell’ordine e di chi continua a credere nella legalità come fondamento della convivenza civile.
APAMRI torna a ricordare Boris Giuliano, il poliziotto che aveva intuito prima di altri quanto la mafia stesse mutando pelle, trasformandosi in un potere economico e finanziario prima ancora che criminale. Ucciso barbaramente il 21 luglio 1979, mentre prendeva il caffè in un bar della città, Giuliano è ancora oggi un simbolo limpido della legalità, dell’intelligenza investigativa e del coraggio che sfida il malaffare a viso aperto.
A 46 anni dalla sua morte, a Roma, è stato rinnovato il tributo alla sua memoria attraverso una cerimonia che ha coinvolto istituzioni, forze dell’ordine, rappresentanti della magistratura e cittadini comuni. Presenti anche i vertici dell’Associazione Parlamentare di Amicizia con gli Insigniti della Repubblica Italiana (APAMRI), a confermare come il suo esempio continui a ispirare chi ricopre ruoli di responsabilità nelle istituzioni.
«Giuliano ha rappresentato una rivoluzione nel metodo investigativo e un modello di rigore morale per tutta la Polizia di Stato e non solo. La sua capacità di leggere in anticipo le mosse della criminalità organizzata ha lasciato un segno indelebile», ha dichiarato il Commendatore Michele Grillo, Segretario Generale di APAMRI, durante il suo intervento.
Alla cerimonia hanno preso parte anche il presidente degli insigniti Riccardo Di Matteo, la presidente dei parlamentari Carla Giuliano, le vicepresidenti Maria Stefania Marino e Beatriz Colombo e il delegato per la Sicilia Pietro Macaluso, che hanno ribadito l’importanza di non disperdere il patrimonio di valori lasciato da Giuliano.
L’omicidio del capo della Squadra Mobile di Palermo resta uno dei momenti più tragici e simbolici della guerra di mafia. Giuliano stava lavorando su indagini che avrebbero potuto anticipare di anni verità emerse solo molto più tardi, in epoca Tangentopoli, e la sua uccisione fu un colpo inferto proprio per spegnere quella luce che cominciava a rischiarare i legami fra mafia, politica e affari.
APAMRI non dimentica chi ha pagato con la vita il proprio impegno per la verità. Oggi il ricordo di Boris Giuliano è più che mai attuale e necessario in una società che ha bisogno di esempi concreti, di figure che continuino a dimostrare che la legalità non è mai una battaglia inutile.