L’assessore regionale Nicastro segnala “la discriminazione del voto dei cittadini”

Riceviamo e pubblichiamo integralmente una lettera dell’assessore regionale Lorenzo Nicastro su “la discriminazione del voto dei cittadini”.

L’approvazione di una legge elettorale fondata sulla discriminazione non è certamente una bella pagina a conclusione di una consiliatura e di una esperienza di governo. Il caso della legge approvata nei giorni scorsi dal Consiglio Regionale è un esempio di doppia discriminazione: la prima nei confronti delle donne in qualità di candidate perché la bocciatura della proposta sulla parità di genere e di doppia preferenza che era un punto di partenza, certamente perfettibile, rappresenta una passo indietro difronte ad una discussione andata avanti per anni e approdata ad un nulla di fatto clamoroso.  Una seconda discriminazione, cosa non semplice da realizzare con una sola legge ma ci siamo riusciti, è nei confronti dell’elettorato, di quella parte di cittadini che non si riconoscerà nei grandi schieramenti: a coloro che faranno scelte elettorali diverse dai partiti maggiori, attraverso la soglia dell’8% per i partiti fuori coalizione, stiamo dicendo che il loro voto vale la metà, ammesso che approdi aduna qualche rappresentanza istituzionale nel prossimo Consiglio Regionale. Nell’ipotesi peggiore, decine di migliaia di cittadini pugliesi, vedranno il proprio voto, la propria volontà elettorale, cancellata da una legge voluta, nel buio del voto segreto, da chi tenta di polarizzare i risultati escludendo le minoranze, marginalizzando il più possibile le esperienze politiche fuori dal coro. Il mio no come consigliere regionale dell’Italia dei Valori, sia in votazione palese sia a voto segreto, a questo assetto di legge vale, appunto, come avversione ad una norma che, di fatto, provoca una doppia discriminazione e rischia di consegnare al futuro di questa regione un Consiglio trasformato in direttivo di partito, un unico partito, o quasi. Capisco che sia la moda del momento, comprendo che l’onda sia quella del “ghe pensi mi” in dialetto toscano, ma non posso considerarlo come un fatto positivo, non posso accettare che la parità di genere – non solo come questione di rappresentanza delle donne ma anche e soprattutto come punto di approdo di lunga discussione su tutto il territorio regionale in comitati, associazioni, sezioni di partito – venga calpestata da un tacito accordo trasversale tra eletti di partiti “di peso”. Non posso non rilevare come una stortura il fatto che la soglia del 4% per i partiti in coalizione tra loro passi all’8% per quelli non coalizzati, con l’unico obiettivo di limitare al massimo le voci discordanti, di evitare il rischio di forze politiche non allineate che possano, in qualche modo, intralciare il lavoro o, semplicemente, stimolarlo in senso positivo.

Lorenzo Nicastro
Assessore alla Qualità dell’Ambiente”