Monopoli: vent’anni fa la riapertura del Castello “Carlo V”

Oggi ricorre il ventesimo anniversario della riapertura al pubblico del Castello “Carlo V” a Monopoli, ritornato alla luce dopo anni di incuria e abbandono. Nel 1529, quando si affermò a Monopoli il dominio degli Spagnoli, la città era sprovvista di un castello che potesse difendere il territorio circostante, per cui l’imperatore Carlo V fece edificare un castello militare in tutte le città del suo regno che ne erano sprovviste. In verità Monopoli aveva già avuto un suo castello, detto “Svevo – Normanno”, che nell’anno 1414, durante il regno della regina Giovanna II, venne incendiato e distrutto dai monopolitani. Il “nuovo” castello fu edificato sul promontorio, detto Punta Penna, a nord della città antica, un punto strategico perché situato all’imboccatura dell’antico porto. Nell’ottobre del 1544 il viceré di Napoli, Don Pedro de Toledo, condonò la somma di seicentomila ducati dovutagli dall’Università di Monopoli, affinché fosse spesa nella costruzione del castello e in altre opere di fortificazione della città e, secondo la volontà di Carlo V, curò personalmente i lavori di edificazione del castello, già in parte realizzato nel 1547, perché in quell’anno vi alloggiò un esercito composto da militari locali e spagnoli con a capo Don Ferrante Loffredo. I lavori, tuttavia, terminarono nel 1552. 

Nel 1660 il castello subì delle modifiche perché diventa residenza per le famiglie dei militari spagnoli. Di quel periodo sono: la torre cilindrica d’ingresso con decoro ad archetti aggettanti e incavo che ospitava il ponte levatoio e, a destra dell’ingresso, finestre e balconi a tre arcate a doppia altezza, eliminati prima del 1960 perché ritenuti superfetazioni dal soprintendente di Bari. Furono inoltre realizzati i camini per il riscaldamento in ogni stanza, l’ampliamento e costruzione delle stanze in conci di tufo e volte a botte al piano cortile. La nuova piazza d’armi venne, invece, realizzata al piano copertura e per spostare i cannoni al piano superiore si rese necessario costruire la rampa al piano cortile, ancora oggi visibile.

Nel 1831 il castello diventa Carcere Mandamentale per ordine di Francesco I, re delle Due Sicilie, e subisce ulteriori rimaneggiamenti al piano cortile. Il carcere viene chiuso nel 1969. La Marina Militare durante la seconda guerra mondiale fece costruire delle torrette di avvistamento in cemento armato sul piano copertura. Il castello rimane poi abbandonato e pericolante fino al 1979, quando l’Amministrazione Comunale si fa promotrice dei lavori di consolidamento e restauro. Nel 1998 l’inaugurazione del piano “Piazza d’armi” promossa del compianto assessore alla cultura prof. Vito Intini, persona carismatica e dotata di profonda cultura, con visite guidate a cura del CTG di Monopoli. Forse la ricorrenza avrebbe meritato ben altro risalto da parte della Pubblica Amministrazione, ma ormai appare evidente che per i più, ormai, il Castello è un semplice “contenitore”, così lo si sente definire, per matrimoni o al massimo eventi e mostre, espropriato di una sua storia, che poi è quella della città, che invece andrebbe valorizzata.

Cosimo Lamanna

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