SCIOPERO DEI PESCATORI – MERCOLEDI’ 30 GENNAIO MANIFESTAZIONE A BARI

Pescatori in stato di agitazione. Domani, mercoledì 30 gennaio, alle 10 si raduneranno a Bari in Piazza Prefettura per manifestare contro le norme Ue definite troppo restrittive e soprattutto contro i recenti sequestri di pescato e le sanzioni di migliaia di euro comminate per alcuni adempimenti burocratici, che costeranno tanto ai pescatori in termini di accesso ai contributi Feamp e fermo biologico. “Noi riteniamo che tutti i teoremi con cui vengono giustificati questi provvedimenti restrittivi – dichiara Pasquale Giorgio Giunta, dell’Unione Pescatori Italiani – soprattutto nei confronti di noi Pescatori Italiani, siano basati non su dati scientifici volti a stabilire gli stock ittici, ma si basano su informazioni commerciali, come il fatturato di prodotti ittici pescati, che è diminuito, ma alla diminuzione delle specie ittiche in realtà è data in maniera errata, in quanto è diminuito lo sforzo di pesca, perché la flotta Mediterranea, soprattutto quella italiana, negli ultimi dieci anni è diminuita di circa il 50%!
Noi Pescatori riteniamo inoltre di non avere rappresentanti in Europa che ci tutelano a sufficienza, non siamo predoni del mare, ma gente che lavora e produce e che concorre a sostenere l’economia! Invece non abbiamo neanche il ministero della pesca, formato da gente esperta in materia, né rappresentanti validi e competenti in Europa… il cartello vendesi, del post che sta spopolando non è solo provocatorio, è la realtà politica ed amministrativa che sta portando la pesca alla chiusura… ultimo provvedimento approvato è quello delle quote per il pesce spada, strombazzato come una conquista, sottaceti che in migliaia, soprattutto piccole realtà sono state escluse dalla distribuzione delle quote, e come d’abitudine il provvedimento basa il suo essere non su dati scientifici ma sulle fatture commerciali!, rafforzando la nostra opinione sulla inadeguatezza dei nostri rappresentanti! Se a tutto questo, aggiungiamo la politica persecutoria, esercitata con ammenda fuori da ogni logica, con penne pecuniarie che possono arrivare a centinaia di migliaia di euro, e con decurtazione dei punti da patenti e licenze, facendo perdere valore di mercato persino al peschereccio che privato di licenza è inutilizzabile, abbiamo il quadro esaustivo del disastro in cui ci siamo cacciato per colpa sicuramente nostra, non avendo mai espresso nostri rappresentanti, ma soprattutto per la scarsa considerazione nei confronti di una economia artigianale importante, che si trova tra i burocrati europei, la ricca pesca dei paesi del nord e l’importazione selvaggia che inonda l’Italia senza nessuna regolamentazione né garanzie igienico sanitarie, che passando attraverso stati comunitari compiacenti, invade i nostri mercati spesso spacciata per prodotto nazionale! Io non so se sia tardi per proporre qualche pescatore come candidato alle prossime europee, ma penso che la lotta si faccia là, dove si prendono le decisioni che ci stanno affossa do e alle quali nessuno si è mai opposto con convinzione, perché inconsapevole di chi rappresenta!
Sarà quindi lotta, una lotta volta ad affermare i nostri diritti, nel rispetto comunque dell’ambiente da cui traiamo il nostro sostentamento… rispetto per l’ambiente che sicuramente non c’è da parte di tutto il resto del mondo, considerando il livello d’inquinamento dei nostri mari, soprattutto l’Adriatico, mare chiuso, privo o quasi di ossigeno, ha stravolto flora e fauna marina!
Sostenete nella nostra lotta, o finirete a mangiare filetti di Pangasio allevati nelle risaie del Mekong il fiume più inquinato al mondo!”.

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