Cronistoria di un rientro a Monopoli ai tempi del Covid19

Gent.ma Diretrice/Gent.mo Direttore
Con la presente vorrei descrivere l’esperienza che, da studenti fuorisede che hanno strenuamente “resistito” a Bologna per tutta la fase acuta dell’epidemia da Coronavirus, io e la mia ragazza abbiamo vissuto al momento di rientrare nella nostra Monopoli ora che in questi giorni il quadro nazionale si è disteso. Ma, andiamo per gradi:

– DOMENICA 3 MAGGIO: chiamata al numero predisposto dal comune per i rientri. Richiedono la documentazione utile e luogo in cui verrà effettuata la quarantena. Spiegata l’impossibilità di rispettare le norme di quarantena nelle nostre residenze, l’operatore informa dell’esistenza di strutture predisposte, comunicando 4 numeri di telefono da poter contattare.
Il primo contatto telefonico fa riferimento ad un B&B che, per privacy, definiremo “B&B 1”. È già curioso che siamo dovuti risalire a tutte le informazioni necessarie cercandone l’indirizzo su Google, vista la mancata presentazione dell’interlocutore il quale però fin da subito sottolinea un fattore determinante per la scelta: i costi sarebbero stati sostenuti dall’amministrazione. Nutriamo fiducia nella sua affermazione, dato che è riconducibile alle dichiarazioni di Emiliano, presenti nel suo videomessaggio del 1° maggio (al minuto 13:00 circa afferma “ricordate che nel caso in cui la vostra abitazione non consenta una quarantena in casa, noi possiamo mettervi a disposizione strutture alberghiere dove passare questi 14gg. Segnalate il vostro arrivo e noi vi daremo indirizzi dove potervi collocare”). Tutto risolto, apparentemente: così inviamo la documentazione utile per concludere l’accordo. Poco dopo il titolare ci manda confusionari messaggi in cui emerge come in realtà ci sia una tariffa da corrispondere, ridotta e concordata con il Comune, pari a 280€ per 1 persona e 350€ per due. Tutto di nuovo in discussione. Facendo noi intendere una rinuncia a quelle condizioni, inizia una trattativa proponendo 330€ per la coppia, specificando come le tariffe richieste vanno praticamente a coprire solamente le spese di gestione, dato anche l’esborso aggiuntivo per le sanificazioni. A questo punto prendiamo tempo per contattare nel frattempo gli altri numeri dati dal centralino comunale, ed avere un confronto. Emerge che:
– tutti chiedono 280€ per persona —> effettivamente la tariffa calmierata;
– per più di una persona, c’è chi richiede analogamente 350€, e chi ammette che non sono presenti indicazioni per tariffe concordate per coppie!
Intanto “B&B 1” non molla, arrivando a ritrattare tutto – forse subodorando che eravamo orientati verso un annullamento – ed a comunicarci che a 280€ avrebbe potuto ospitare entrambi. Spinti dalla necessità, accettiamo.

– MARTEDÍ 12 MAGGIO: Arrivo a Monopoli in mattinata. Contrariamente ai checkpoint delle FdO visti nei primi giorni, nessuno “ci attende” alla fermata del bus, magari per accompagnare gli arrivi alle strutture, isolando il loro tragitto. A piedi, carichi di roba, procediamo quindi da zona S.Anna al “B&B 1”, situato nel centro storico.
Incontriamo il receptionist e regoliamo immediatamente il costo della struttura con il pagamento della tariffa concordata. Ci accompagna alla stanza predisposta per la quarantena, grande una 15ina di m2 più bagnetto: un ambiente unico con angolo lavello e piastra per cucinare, ma con assenza completa per quanto concerne utensili da cucina e stovigliame.
Dopo aver constatato l’inadeguatezza della stanza (senza descriverne i particolari c’erano seri problemi di pulizia dell’ambiente…), contattiamo immediatamente il titolare, che ci sottolinea l’impossibilità di rinunciare alla struttura perché aveva già provveduto ad inviare la fattura al Comune di Monopoli, e l’altra copia era già in nostro possesso.
Constatate anche dallo stesso gestore le condizioni non idonee per il pernottamento in quella stanza, ci conduce all’interno di un’altra stanza della struttura, fortunatamente liberata nella giornata precedente ed alla quale, a suo dire, è stata fatta regolare pulizia proprio a seguito del checkout del giorno prima: con “pulizia” avrà inteso anche la sanificazione? Noi, sempre spinti dalla necessità, continuiamo a fidarci e ad accettare.

Ora, a mente fredda sta maturando sempre più in noi l’idea che, in realtà, non ci sia stata fornita alcuna tutela o servizio: di fatto ci stiamo ritrovando a pagare una struttura quasi come fossimo “turisti in bassa stagione” piuttosto che due ragazzi che, in ottemperanza a tutte le direttive nazionali, regionali, e del buon senso, hanno semplicemente avuto esigenza di ritornare nella propria città in questo periodo di crisi. Oltretutto, alla luce delle recenti dichiarazioni ufficiali, tutto ciò ci sembra ancora più assurdo quando tra poco più di 2 settimane decadrà l’obbligo di quarantena per chiunque si sposti sull’intero territorio europeo.
Ci auguriamo pertanto che non vi siano stati altri casi analoghi al nostro, ma allo stesso tempo continuiamo a vivere questi altri 10 giorni di confinamento che ci rimangono con un po’ di amaro in bocca.

Cordialmente

Lettera Firmata

N.D.R. Nella storia raccontata da questo lettore, vi è un altra questione che non torna. Non risulta, infatti, agli atti di questa Redazione, che il Comune si sarebbe fatto carico dei costi di ospitalità, visto che in più occasioni sia il sindaco che l’assessore, avevano più volte ribadito che l’iniziativa era stata di un gruppo di b&b e che il Comune si era solo occupato di calmierare i prezzi, dando poi pubblicità dell’iniziativa.

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