Conversano, rifiuti dalla Calabria – Zullo: “Si faccia chiarezza ascoltando Emiliano e sindaci”

L’arrivo di rifiuti dalla Calabria da smaltire in discariche pugliesi merita chiarezza. Così Ignazio Zullo, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, nella richiesta di audizione in V Commissione Ambiente della Regione Puglia: “Allora facciamo chiarezza. Per questo motivo ho chiesto al presidente della quinta, Mauro Vizzino, di invitare in Commissione l’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Stea, e i sindaci di Foggia, Bari, Massafra, Manduria, Mola di Bari, Cavallino, Ugento, Poggiardo e il commissario prefettizio di Conversano intanto per capire se è possibile recedere dall’accordo con la Regione Calabria e nel caso non sia possibile trovare un altro ‘accordo’, quello con i territori e le comunità interessate, ai quali i rifiuti non devono ‘cadere sulle proprie teste’ senza neppure essere informate”.
IL TESTO DELLA RICHIESTA DI AUDIZIONE
Al sig. Presidente della Quinta Commissione

Oggetto: D.G.R. 719 del 19/05/20202 avente ad oggetto “Disponibilità tecnica al conferimento di rifiuti urbani indifferenziati prodotti dalla Regione Calabria – Accordo ai sensi dell’articolo 182 comma 3 del d.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.- richiesta audizione dell’Assessore all’Ambiente, del Sindaco dei Comuni di Foggia, Bari, Massafra, Manduria, Mola di Bari, Cavallino, Ugento, Poggiardo e del Commissario Prefettizio del Comune di Conversano

Sig. Presidente, con D.G.R. 719 del 19/05/20202 avente ad oggetto “Disponibilità tecnica al conferimento di rifiuti urbani indifferenziati prodotti dalla Regione Calabria – Accordo ai sensi dell’articolo 182 comma 3 del d.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.” la Regione Puglia ha inteso fornire supporto, sino al 30.06.2020, alla Regione Calabriaper affrontare una situazione di emergenza nella gestione di un quantitativo pari a 40.000 t di rifiuti urbani indifferenziati aventi codice EER 200301 e prodotti nel proprio territorio regionale.

Non è in discussione la sussidiarietà che orrizzontalmente deve essere messa in atto tra le Regioni in momenti di difficoltà ma quello che non accettiamo sono le motivazioni che vengono poste alla base dell’accoglimento dei rifiuti provenienti dalla Regione Calabria che qui di seguito vado a specificare.

La regione Puglia accoglie i rifiuti della Regione Calabria sulla base dei seguenti due assunti, il primo riferito dall’AGER:

– allo stato attuale, in considerazione dell’aumento della raccolta differenziata dei rifiuti urbani recuperabili e riciclabili nel territorio regionale, che si attesta oltre il 50% del totale dei rifiuti urbani prodotti, si registra una consistente riduzione dei rifiuti indifferenziati conferiti ai predetti impianti che operano a regime ridotto rispetto alle capacità nominali autorizzate. […omissis…] Ne consegue che sussistono, per ogni singolo impianto, capacità disponibili di trattamento rispetto a quelle nominali autorizzate.

il secondo riportante una norma che con la questione che ci occupa non ci azzecca e mi riferisco all’art. 182 comma 3 del decreto Legislativo n. 152 del 2006 che recita “È vietato smaltire i rifiuti urbani non pericolosi in regioni diverse da quelle dove gli stessi sono prodotti, fatti salvi eventuali accordi regionali o internazionali, qualora gli aspetti territoriali e l’opportunità tecnico economica di raggiungere livelli ottimali di utenza servita lo richiedano”; –

Questi due assunti, riportati in Delibera a fondamento della scelta di assumere l’onere dello smaltimento dei rifiuti della Calabria mi portano a considerare quanto segue:

La raccolta differenziata in Puglia da essere la soluzione che avvia all’economia circolare e all’eliminazione della discarica diventa un boomerang perchè elevandosi con il sacrificio e le buone prassi dei pugliesi e con una TA.RI. alle stelle non determina l’eliminazione delle discariche e un vantaggio ambientale ma, al contrario induce la nostra Regione a doverle colmare per ragioni economiche e quindi induce l’Assessore all’Ambiente e il Presidente Emiliano ad importare rifiuti.

C’è un altro dato non meno importante e riguarda l’interpretazione del comma 3 dell’art. 182 del Decreto Legislativo 152/2006:

La norma si riferisce alla gestione ordinaria dei rifiuti e non in casi di emergenza. Ed infatti, la norma vieta lo smaltimento dei rifiuti urbani non pericolosi in regioni diverse da quelle dove gli stessi sono prodotti e fa salvi eventuali accordi regionali o internazionali, solo nel caso gli aspetti territoriali e l’opportunità tecnico economica di raggiungere livelli ottimali di utenza servita lo richiedano. Vale a dire che se per caso per questioni territoriali di contiguità o continuità si colgono migliori opportunità economiche per il bacino di utenza da servire ordinariamente sono possibili accordi tra Regioni.

Le situazioni di emergenza sono normate dal successivo comma 3 bis dello stesso articolo 182 che qui di seguito riporto “ (Il divieto di cui al comma 3 non si applica ai rifiuti urbani che il Presidente della regione ritiene necessario avviare a smaltimento, nel rispetto della normativa europea, fuori del territorio della regione dove sono prodotti per fronteggiare situazioni di emergenza causate da calamità naturali per le quali è dichiarato lo stato di emergenza di protezione civile ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225. ” Non risulta nel caso che ci occupa dichiarato lo stato di emergenza di protezione civile ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225.

Veniamo ora ad alcune considerazioni di carattere politico:

1. l’utilizzo delle discariche negli anni ha determinati danni ambientali e danni alla salute ed hanno creato nelle comunità un sentimento di forte contrarietà e rabbia nei confronti delle istituzioni. Le Giunte Regionali Vendola-Emiliano con i tanto propagandati Piani Regionali di Gestione dei Rifiuti e con la raccolta differenziata, hanno assicurato i vari territori sulla chiusura delle discariche e sulle conseguenti bonifiche e questo vale soprattutto per la discarica di Conversano al centro di lunghe battaglie giudiziarie nelle quali si ipotizzava il disastro ambientale

2. Emiliano, nelle sue battaglie contro Renzi sull’ILVA o sulla TAP si è sempre dichiarato contro i provvedimenti calati dall’alto e prodotti senza l’ascolto dei territori interessati ed oggi, in verità come al suo solito, cala sul territorio un provvedimento senza alcun ascolto dei rappresentanti locali di quei Comuni che rappresentando il front-office con i cittadini diventano i parafulmini di scelte politiche e amministrative avversate dalle comunità e adottate di imperio sulla loro testa.

A seguito delle motivazioni su esposte, Le chiedo di procedere all’audizione dei soggetti da me citati per comprendere se sia ancora possibile recedere dall’Accordo con la Regione Calabria o, nel caso si arrivi in quella Regione alla dichiarazione dello stato di emergenza di protezione civile ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225, trovare la condivisione di scelte di sussidiarietà tra Regioni con l’ascolto dei territori e delle comunità interessate.

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