Nuove povertà – Caritas Conversano: “2550 famiglie chiedono alimenti”

Il dato più preoccupante riguarda le richieste di aiuti alimentari: 2550 famiglie rispetto alle 1034 pre-Covid. Il primo bilancio dell’attività svolta dalla Caritas di Conversano-Monopoli negli undici comuni diocesani (Alberobello, Castellana Grotte, Conversano, Monopoli, Noci, Polignano a Mare, Putignano, Rutigliano e Turi; e 2 in provincia di Brindisi, Cisternino e Fasano) lancia un sos: ogni giorno più pressante emerge la necessità di viveri e aiuti economici; diverse persone non lavorano più, in particolare commercianti e quanti hanno delle piccole attività familiari, a quanti svolgono i servizi domestici. La gente ha sempre più bisogno e la generosità di chi può non si sta facendo attendere. I dati, divulgati ieri dai 12 referenti zonali della Caritas diocesana, confermano l’efficacia dell’impegno svolto dai volontari nelle rispettive zone pastorali. «Nel periodo di quarantena in tutte le zone pastorali sono stati attivi 234 volontari Caritas, di cui 69 giovani di età compresa tra i 18 ed i 35 anni. La Caritas ha ricevuto richieste di mascherine, tablet per lo studio ma principalmente beni e servizi materiali, pagamenti utenze ed affitti, medicinali, richieste anche per bisogni lavorativi ed emergenze alloggio. Il servizio mensa è presente in 5 zone pastorali, 21 volontari quotidianamente servono 92 persone. La Caritas ha anche ricevuto 41 richieste di accoglienza, distribuite su 5 comuni diversi. Molte le richieste registrate, soprattutto da famiglie mai seguite prima o famiglie che avevano trovato un’autonomia e sono ritornate perché in difficoltà. In tutta la Diocesi sono state registrate richieste di aiuti alimentari da circa 2550 famiglie, un dato allarmante se si pensa che prima dell’emergenza Covid-19 erano seguite 1034 famiglie (come si evince dal grafico)». Hanno contribuito alla distribuzione degli alimenti di prima necessità ben 30 supermercati aderenti all’iniziativa «Spesa sospesa». Un migliaio i cittadini che hanno donato direttamente beni ai punti raccolta attivati dalle parrocchie, dagli oratori e dalle sedi Caritas. A questo si aggiunge l’impegno dei volontari che hanno offerto il loro tempo, rispondendo in modo solidale agli appelli della Caritas e del vescovo monsignor Giuseppe Favale.

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