L’anti-Salvini Emiliano esalta Salvini (e il trasformismo)

Il caso politico del giorno è l’ennesima operazione trasformista di Michele Emiliano, il governatore della Puglia confermato appena un anno fa in una coalizione di centrosinistra alternativa a quella di centrodestra che sosteneva Raffaele Fitto, che da uno dei tanti festival politici estivi ha esaltato il capo della Lega. La sua sortita, ovviamente, ha scatenato reazioni. Qualcuno ha anche temuto che Michelone sia stato colpito da un colpo di sole. In realtà nessuno, ragionevolmente, è in grado di spiegare l’uscita di Emiliano. Fisolofeggiando, molti opinionisti asseriscono che forse questo dipende dal fatto che la post-politica è in fase di accentuato spappolamento, ma anche ha a che fare con un personaggio, Emiliano, che qualche anno fa ha dichiarato: «Non so mai quello che penso il giorno dopo, è una scoperta anche per me». Seguiva un ragionamento complesso e a suo modo anche poetico, «la politica dimentica la vita, io invece la rincorro ogni giorno». Il punto è che quando l’interiorità si fa sottile, incerta, l’esteriorità diventa vistosa e spesso anche prepotente. Nell’inevitabile torsione riemerge il ricordo di un tempo non lontano in cui Emiliano lanciò un vero e proprio “fronte”, per giunta “democratico”, anti-Salvini. Ma queste, così come la circostanza che allora si fosse sturzianamente rivolto a “uomini liberi e forti”, sono al massimo formule, al minimo chiacchiere. Già più rilevante è il fatto che egli senta di potersi permettere tutto o quasi. L’onnipotenza ha reso Emiliano come altri presidenti di regioni e sindaci dei capi popolo.

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