Sammichele, “arancia meccanica” in un’abitazione (di Marcella Zaccheo)

Sembra di essere sul set del film “Arancia meccanica”, il celebre film di Stanley Kubrick. Invece, è accaduto realmente l’altra sera a Sammichele tra via Einaudi e via Michelangelo Buonarroti. Un’intera famiglia letteralmente nelle mani di quattro banditi con i volti coperti da passamontagna. Dopo aver chiesto le chiavi di una cassaforte nella quale i malviventi presumono siano contenuti gioielli e contanti, alla reazione dei proprietari, reagiscono con inaudita violenza, provando perfino a togliere i vestiti di dosso ad una delle figlie del proprietario. La reazione del capofamiglia scatena una feroce colluttazione che fa saltare il colpo. L’intero nucleo familiare ha in ogni caso vissuto un bruttissimo quarto d’ora, con scene che saranno difficili da dimenticare. Veniamo alla dinamica raccolta dai soliti bene informati. Sono le 19 circa di una tranquilla serata come tante. Una famiglia si gode l’intimità domestica. Siamo in una zona quasi centrale del piccolo paese della provincia di Bari. Nell’abitazione al centro delle attenzioni dei banditi vive la famiglia di un professionista del luogo, in via Buonarroti. In quel momento, tutti i componenti si trovano a piano terra mentre i banditi riescono a penetrare al piano superiore, probabilmente dal retro in via Einaudi, ove sono in corso lavori di ristrutturazione. Tramite i ponteggi su cui sta lavorando l’impresa edile, in quattro discendono a pian terreno. La famiglia vede entrare improvvisamente 4 individui con il volto travisato. Sembra non siano armati. Irrompono nell’abitazione dove sono presenti oltre al professionista e sua moglie anche le figlie con i rispettivi mariti. Freddi ma determinati, chiedono le chiavi di una cassaforte dove pensano siano custoditi monili e denaro contante. Per farsi obbedire uno dei quattro va in cucina e prende un coltello, minacciando i presenti. Per vincere le residue resistenze, minaccia direttamente una delle figlie, togliendole addirittura i vestiti di dosso. A quel punto, il professionista, padre della giovane, viene sopraffatto dall’istinto paterno. Si lancia in una violenta colluttazione con il malvivente che lo colpisce con calci e pugni, ferendolo ad una mano. Il marito della giovane riesce a fuggire da una finestra e si lancia in strada gridando aiuto. Nella via, è appostata l’auto dei banditi con il motore acceso e con a bordo un quinto complice che fa da palo. Sembra che la vittima tenti anche di fotografare l’auto. Il conducente scende dal veicolo e comincia a picchiare selvaggiamente il marito della donna. A quel punto, i ladri si rendono conto che il colpo è fallito. Troppo tempo e troppo chiasso, evidentemente. Si dileguano a bordo dell’auto. Sembra (ma il dettaglio è da verificare) che una seconda auto fosse appostata nelle vicinanze. Un’ambulanza del 118 viene allertata per le cure mediche del caso. Le indagini sono seguite direttamente dal maggiore Ennio Maglie che dirige la compagnia di Gioia e dalla stazione dei carabinieri cittadina guidata dal comandante Francesco Marannino. E’ la prima volta che la vita della tranquilla cittadina viene sconvolta da una violenza così inaudita.

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