Gioia del Colle: Xylella non c’è tempo da perdere

di ANTONELLA CAMPAGNA – Il Comune di Gioia del Colle è stato tra i primi ad avviare la campagna di informazione istituzionale 2022 per il contrasto dell’epidemia di Xylella anche per mezzo di manifesti affissi in tutto il paese. Agli osservatori attenti non sarà sfuggito che Gioia, nella piantina sui cartelloni, è colorata di verde, con la piccola legenda a spiegare che il colore indica le cittadine in cui è obbligatorio procedere alla lavorazione del terreno. Nel caso di Gioia tutti i proprietari e conduttori di terreni devono effettuare l’aratura, la fresatura, l’erpicatura e la trinciatura entro il 30 aprile.

Ma perché l’Osservatorio Fitosanitario Regionale quest’anno ha inserito esplicitamente Gioia del Colle fra i Comuni in cui è obbligatoria la lavorazione del terreno entro il mese di aprile? Lo abbiamo chiesto a Nicola D’Onghia, Presidente Coldiretti della sezione di Gioia e Sammichele.

«Il piano regionale anti Xylella 2022 – spiega– riconosce l’importanza strategica di alcuni specifici Comuni nella lotta all’avanzata della “Pandemia degli Ulivi” (benché anche il piano d’azione 2021 già rendeva obbligatorie in tutto il territorio regionale le pratiche di lotta alle forme giovanili dell’insetto Philaenus spumarius, noto come “sputacchina”, vettore di Xylella).Si pone particolare attenzione oltre che alle aree subito adiacenti alla zona infetta (ovvero la zona cuscinetto e l’area di contenimento) anche ai primi Comuni “indenni” a nord della zona cuscinetto, come il nostro, che giocano un ruolo fondamentale nella partita della prevenzione e che rappresentano una linea di sbarramento fondamentale per la salvaguardia dell’olivicoltura non solo regionale, ma anche nazionale ed europea. I tempi per effettuare a tappeto le pratiche di prevenzione sono molto ristretti – meno di un mese – e servirà uno sforzo comune degli agricoltori, dei privati e degli enti pubblici per fermare questa “pandemia” che già ha fatto seccare oltre 21 milioni di ulivi. Xylella sul nostro territorio avrebbe un impatto devastante. Il virus non colpisce infatti solo gli ulivi, ma una grande varietà di altre specie tra cui ciliegio e mandorlo, senza considerare le ricadute economiche per il turismo in un territorio martoriato dalla malattia; le immagini della campagna salentina devono essere un monito per spingerci ad arginare con impegno e determinazione l’avanzata di Xylella».

Abbiamo poi domandato se ritenesse efficace la misura per un territorio come quello di Gioia del Colle.

«L’efficacia delle misure obbligatorie sul nostro territorio dipenderà esclusivamente da quanti le applicheranno. Ci saranno ovviamente dei controlli rigorosi ma, a prescindere da questi, è possibile vincere solo effettuando tutti quanti le pratiche agronomiche obbligatorie per il nostro Comune, che sono indispensabili per il controllo degli stadi giovanili dei vettori. Mi rendo conto che in un periodo di difficoltà come questo Xylella può essere vista come una emergenza secondaria, come un problema rinviabile, ma se non la combattiamo aggraveremo la già difficile situazione economica attuale. La lotta al vettore non è solo un obbligo ma è necessaria per garantire una prospettiva economica al nostro territorio. La “sputacchina” è un insetto che nasce sano e si infetta acquisendo il batterio della Xylella fastidiosa esclusivamente nutrendosi di piante infette, rimanendo poi infetto per tutta la sua vita sino alla morte. E’ quindi di fondamentale importanza ridurre la popolazione di insetti sani, prima che si possano infettare, nel momento di loro massima vulnerabilità ovvero quando sono giovani e si trovano pressoché immobili, a terra, sulle loro piante ospiti. Una volta che sviluppano le ali e sono in grado di spostarsi dalle piante ospiti agli alberi il loro controllo diventa ovviamente più difficile”.

Continuando. Oltre ai proprietari terrieri ed ai conduttori anche gli enti pubblici devono provvedere ai lavori nelle aree pubbliche, in base alla sua esperienza ha notato collaborazione in questa direzione?

«Agli enti pubblici è affidato un ruolo fondamentale in questa partita. Siamo il terzo Comune in provincia di Bari per estensione delle superfici agricole. Basta solo questo dato per capire la mole di lavoro che il piano regionale anti Xylella impone, in un solo mese, al Comune ed agli enti territoriali per la pulizia delle aree al verde pubblico, dei bordi strada, canali, dei terreni di proprietà. Ma il Comune non è il solo ente interessato. Per citarne solo alcuni, sul nostro territorio devono fare le lavorazioni obbligatorie di pulizia della vegetazione selvatica anche la città metropolitana (ad esempio ai bordi delle strade provinciali), le Autostrade, i consorzi di bonifica, per le aree di loro pertinenza. È stato già attivato un pressing stringente su tutti gli enti interessati dal piano anti Xylella 2022. Abbiamo riscontrato collaborazione e presa di coscienza del problema ma dobbiamo monitorare che il lavoro, benché enorme e da fare in tempi molto stretti, venga effettuato»

Dunque ritiene utile una ordinanza sindacale che rinnovi e spieghi quali sono gli interventi da effettuare?

«Assolutamente sì. L’informazione è fondamentale per coinvolgere tutti quanti nelle attività di contrasto a Xylella ed il nostro Comune è stato tra i più celeri nel dare informativa alla cittadinanza circa il piano d’azione 2022. Abbiamo un obbligo che è a tutti gli effetti un servizio pubblico di tutela e protezione del resto del territorio italiano ed europeo. Se si continuerà a pensare a Xylella come un problema solo degli agricoltori, lasceremo strada libera all’avanzata della pandemia. Se invece riusciremo ad essere uniti e coordinati, facendo ognuno la sua parte, riusciremo nel difficile compito di tenere il batterio confinato a sud. Dai nostri comportamenti di oggi dipende il futuro del nostro territorio. Ricordo che gli enti hanno anche la possibilità di avvalersi della Legge di Orientamento per affidare le lavorazioni alle imprese agricole che hanno mezzi e conoscenze del territorio tali da agire tempestivamente ed efficacemente».

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