“Dodici ore per vivere o morire”. Se ne parla a La Rendella a Monopoli

Incontro sulla violenza di genere vista dalla prospettiva dell’uomo

“Dodici ore per vivere o morire”. È questo il titolo del libro, scritto da Monica Dimonte che sarà presentato sabato 30 aprile nella Biblioteca Prospero Rendella di Monopoli. L’iniziativa, voluta dall’associazione Progetto Donna con il supporto dell’assessorato alla cultura del Comune di Monopoli, vedrà la partecipazione dell’autrice, psicologa, membro del direttivo del coordinamento regionale della Societa Italiana Psicologi area Professionale, del direttivo Area Salute e Sanità di Confcommercio Ascom Padova, referente per Padova e Provincia dell’associazione e Vittime Riunite   Italia. Il testo si propone di affrontare la tematica della violenza di genere da una prospettiva diversa, quella dell’uomo carnefice. «È importante avere con noi questa psicologa – dice Rita Sarinelli dell’associazione Progetto Donna – l’abbiamo voluta fortemente perché questo libro parla della violenza vista dalla prospettiva della storia di un bambino e poi anche di un uomo che si trasforma in carnefice». «Il libro – dice l’autrice – nasce in seguito a un progetto che ho avviato insieme all’associazione veneta Andromeda, con la quale collaboravo, che si occupava di sicurezza sul territorio. La mia idea di contrasto alla violenza sulle donne comprende molto un’attività di prevenzione del fenomeno, perché io ritengo che per poterlo contrastare veramente non si può prescindere da una dimensione di prevenzione che, per esempio, ci vede attivi nel creare un substrato culturale, trasmesso attraverso l’educazione dei nostri ragazzi, a scuola ma anche a casa, per cambiare quei paradigmi culturali che da sempre portano in sé il seme della discriminazione, il seme della differenza intesa in maniera non positiva e che vede l’uomo in una posizione di dominio rispetto alla donna. Ancora oggi purtroppo si assiste a questi passaggi negativi all’interno di un rapporto educativo dove la differenza tra uomini e donne è ancora una volta sottolineata da quello che possono fare le femmine e quello che possono fare i maschi. Discriminazione e modelli sociali che prevedono un’idea del maschio e della femmina che li differenzia sul piano della prevalenza dell’uno rispetto all’altro, per combattere i quali è necessaria un’attività di prevenzione a scuola e di formazione della mente dei genitori per estirpare quei modelli antichi». L’appuntamento è per sabato 30 aprile alle ore 17.30.

 

 

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