L’inquinamento da microplastiche spiaggiate, gli alunni della scuola media “G. Carducci” di Bari al Poliba

Da tempo il Politecnico è impegnato nell’opera di orientamento nelle scuole per una migliore conoscenza delle discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) e delle opportunità che esse offrono favorendo, in tal modo, una migliore consapevolezza della scelta universitaria.

Il progetto “Next-Land 2022-24”, promosso dall’Associazione Next-Level di Torino, al quale partecipa il Poliba, ben si allinea a tali scopi. L’iniziativa, infatti propone un programma di didattica diffusa delle STEM con il coinvolgimento di diversi istituti di scuole secondarie di primo grado che operano in contesti sociali di quartieri disagiati di Bari, Torino, Napoli. Coinvolti anche musei, istituti di ricerca, imprese.

All’iniziativa, il Politecnico partecipa, con attività laboratoriale, con il progetto, “Analisi delle microplastiche spiaggiate”. Esso si prefigge il triplice obiettivo di avvicinare le giovani generazioni alle materie STEM, di sensibilizzarle ai problemi connessi all’inquinamento ambientale da microplastiche, e di far sì che acquisiscano un codice comportamentale che limiti la dispersione delle microplastiche nell’ambiente.

Per tali propositi sono state coinvolte 16 scolaresche di seconda media delle Scuole di Bari dei rioni, Japigia, Città Vecchia e Libertà: IC “Perone–Levi”, “G.Carducci”, IC Japigia1.
Nell’incontro, previsto per oggi, martedì, 20 dicembre, ore 9,30, presso il Laboratorio di Chimica, “Franco Nobile” del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica (DICATECh) del Poliba (campus universitario) parteciperanno, accompagnati dai loro insegnanti, gli alunni della 2D della Scuola media inferiore, “G. Carducci”.

Gli alunni, divisi in gruppi di lavoro da due o tre componenti, guidati dal team di ricerca della prof.ssa Maria Michela Dell’Anna (dott.ssa Matilda Mali, dott.ssa Valentina Petrelli, dott. Giovanni Cisternino, prof. Piero Mastrorilli), impareranno a separare con il metodo della flottazione le microplastiche da alcuni campioni di sabbia prelevati dalle spiagge del litorale pugliese.

Le microplastiche rinvenute saranno poi lavate ed essiccate, e successivamente analizzate al microscopio digitale per valutarne la morfologia ed allo spettrometro infrarosso per stabilirne la composizione chimica, e quindi la sorgente di provenienza (bottiglie di plastica, stoviglie monouso, ecc.).

Al termine dell’esperienza, ogni gruppo di lavoro dovrà suddividere le microplastiche trovate in tre categorie in funzione delle dimensioni: dimensioni maggiori di 5 mm; dimensioni comprese tra 5 mm ed 1 mm; dimensioni minori di 1 mm, e dovrà riportare i risultati ottenuti in una tabella a tre colonne.

Le microplastiche sono frammenti di plastica con dimensioni comprese tra 5-10 millimetri 1 micrometro e possono essere di due tipi: primarie o secondarie. Sono dette primarie se nascono di dimensioni così piccole (ad esempio i granuli contenuti nei cosmetici per lo scrub); sono secondarie se si formano in seguito allo sgretolamento di materiali plastici di dimensioni superiori (queste sono la maggior parte). Sono estremamente dannose perché entrano in circolo nella catena alimentare e possono provocare malattie gravi anche di natura tumorale.

Agli alunni verrà anche suggerito un codice di comportamento (educazione al riciclo della plastica, preferire l’utilizzo di fibre naturali, ecc.) che possa limitare l’inquinamento da microplastiche.

Altri incontri, con altre classi sono previsti nei prossimi mesi di gennaio e febbraio 2023.
Il progetto di orientamento STEM “Next-Land”, vede oltre al coinvolgimento del Politecnico di Bari gli atenei: Politecnico di Torino, Università di Torino, Università Federico II di Napoli, Università di Bari ed è sostenuto dal Fondo di Beneficenza Intesa Sanpaolo, da Enel Cuore Onlus, dalla Fondazione Vodafone Italia, dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, dalla Fondazione CRT.

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