Anche il Popolo della Famiglia ha aderito allo sciopero nazionale promosso da FISI
Mai più invisibili! Il 26 maggio il Popolo della Famiglia, insieme ad altri partiti e movimenti ha partecipato in Piazza Libertà a Bari, come è accaduto in molte regioni d’Italia, allo sciopero nazionale promosso da FISI – Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali.
Le nostre bandiere hanno sventolato insieme ad altre sotto la Prefettura di Bari, per far salire forte la voce degli “invisibili”: sanitari sospesi, lavoratori che sono stati costretti a vaccinarsi sotto ricatto, persone che dopo il vaccino e sono state abbandonate – con tutti gli effetti avversi – a se stesse!
I nostri rappresentanti sono stati ricevuti dal delegato del Prefetto di Bari, dott. Montanaro, a cui hanno espresso tutto il disappunto dei cittadini per lo stato di totale degrado della sanità italiana, per rivendicare l’inviolabilità del diritto individuale di scelta e di cura, contro ogni obbligo sanitario, consegnandogli un documento sottoscritto da FISI, UCDL e POPOLO DELLA FAMIGLIA. Abbiamo chiesto al Governo italiano: La revoca del P.N.P.V. (Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale); una verifica puntuale su eventuali reazioni avverse da vaccino con attivazione di contromisure sanitarie adeguate alla prevenzione di insorgenza di patologie gravi; l’istituzione di ambulatori territoriali specifici per la cura dei danni da vaccino, e il riconoscimento formale e sostanziale dell’invalidità civile per tutti i danneggiati; la revoca di tutte le radiazioni e di tutte le sospensioni per il personale sanitario che si è opposto ad un obbligo costituzionalmente insostenibile e per il risarcimento di quanto economicamente perso; l’istituzione di una Commissione di inchiesta con gli stessi poteri e gli stessi limiti dell’autorità giudiziaria, con la partecipazione dei danneggiati da vaccino e dei parenti delle vittime o loro delegati. Forte è la preoccupazione per la possibile ingerenza delle lobbies farmaceutiche condannate più volte nel mondo.
L’O.M.S. con il “trattato” del 1° febbraio 2023 mira a farsi riconoscere un ruolo direttivo vincolante nella gestione delle “pandemie” nel mondo, con precisi obblighi in capo agli Stati membri! Lo scopo della giornata di oggi – sulle battaglie realmente importanti per i cittadini – era aggregare i tanti soggetti della società civile, anche sul tema scottante dell’invio di armi all’Ucraina da parte del Governo italiano, nonostante il ripudio della guerra espresso nell’art. 11 della Costituzione italiana.
L’azione intrapresa dalle associazioni e dai movimenti aderenti allo sciopero generale del 26 maggio 2023, continuerà in tutti i modi fino a quando la verità su quanto è accaduto e la giustizia non faranno il loro corso. A quelle decine di migliaia di cittadini che hanno subito danni alla loro salute a causa della disastrosa gestione della Pandemia Covid-19, diciamo ancora una volta “NON SIETE SOLI, E NON SARETE MAI PIU’ INVISIBILI!”