Gioia del Colle, La Bottega-Alleanza Verdi Sinistra: dal riconoscimento dell’integrazione all’affermazione dell’inclusione delle persone con disabilità

Quando si parla di disabilità dei minori o degli adulti si deve necessariamente fare una differenza fra ciò che si intende per integrazione e per inclusione.
– L’integrazione garantisce il rispetto dei diritti all’interno dei luoghi ordinari senza però modificare le regole e i principi di funzionamento della società e delle situazioni che li accolgono. L’integrazione quindi non è un riconoscimento pieno di dignità e di legittimità tant’è vero che
si basa sulle risorse economiche disponibili e perciò se non ci soni fondi non ci sono diritti.
– L’inclusione prevede che la persona con disabilità venga considerata cittadino a pieno titolo e quindi titolare di diritti come tutti gli altri, quindi non sono più ospiti nella società ma parte integrante della stessa. Ma dietro a questo concetto vi è il modello sociale della disabilità basata sul
rispetto dei diritti umani e dalla consapevolezza che tutti gli esseri umani hanno i medesimi diritti e opportunità.
A Gioia del Colle la cura per persone con disabilità è carente, tale situazione, unitamente all’abbattimento delle barriere architettoniche e mentali, è stata più volte segnalata in Consiglio Comunale dai nostri consiglieri, Donato Paradiso Milena Pavone e Luca Nicastri, senza avere una risposta esauriente, come del resto è avvenuto per l’avviso pubblico per la manifestazione di interesse nel costituire la Consulta della Disabilità.
La Consulta per i Diritti delle persone con disabilità è stata approvata il 29.11.2022, l’avviso pubblico per manifestazione di interesse alla partecipazione il 13.11.2023, ma ad oggi non si è avuto una risposta sul termine di questo percorso.
Se l’iter burocratico fosse terminato in tempo utile la Consulta avrebbe potuto collaborare più attivamente insieme all’amministrazione per la realizzazione dei parchi inclusivi, per una programmazione di azioni volte all’inclusione, ma ciò non è stato possibile.

La condivisione con i cittadini e la partecipazione alla realizzazione dei loro bisogni poteva essere un piccolo segnale per iniziare a saper stare insieme a favore dell’inclusione e a darne l’esempio. Se non si ha una visione che veda il cittadino al centro, è molto difficile comprendere in che direzione avviare una progettazione volta all’inclusione, ma a Gioia sembra che ciò non sia importante.
Attualmente il Servizio Sociale, punto nevralgico del paese, naviga a vista, fa molta fatica ed é privo di un’identità precisa. Nel 2014 il paese invece ha vissuto un momento di grande fermento, i Servizi Sociali attivarono un percorso di inclusione sociale per persone in svantaggio affidando alla
Cooperativa Sociale di tipo B, la “Ogechi” di Gioia del Colle, la raccolta differenziata porta a porta, coinvolgendo anche l’Ambito Territoriale. Il progetto vide la partecipazione dei cittadini vulnerabili che furono formati e seguìti dai loro tutor durante il lavoro. Attraverso l’inserimento lavorativo si
favorì l’acquisizione della propria autonomia nel rispetto delle potenzialità individuali e soprattutto questi cittadini sentirono di essere riconosciuti dal proprio contesto sociale, sensazione quasi dimenticata.
Ancora oggi c’è chi ricorda quell’esperienza lavorativa come un momento di svolta importante della loro vita. Fu un periodo di grande vivacità sociale dove la competenza, la passione, la collaborazione tra i cittadini e la politica rese possibile vivere insieme una esperienza nuova.
Attraverso il contributo di ciascuno si può cercare di delineare un processo entro cui ripensare un atteggiamento mentale collettivo inclusivo e di crescita comune. Fare inclusione non è partecipare alle manifestazioni organizzate dalle Associazioni di categoria, bisogna iniziare a spargere nel territorio semi di dignità.

 

 

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