Monopoli: area metropolitana, una lunga nota di Giorgio Spada

«Mi sono candidato in qualità di consigliere per la Città Metropolitana perché chiamato a condividere un progetto di responsabilità e indipendenza civica, perché la Città di Monopoli non stava esprimendo alcun candidato in tale direzione e perché una missione, quale quella culturale da me intrapresa, potesse godere di un più ampio respiro e potenziale». Ad affermarlo è Giorgio Spada in merito a quanto paventato e riportato circa il ruolo di consigliere delegato. «So bene che, avendo già assunto un ruolo attivo in questa amministrazione, tale scelta potesse risultare troppo ambiziosa e quindi indigesta a qualcuno ma, attualmente, nessuno mi ha attaccato o minacciato di nulla in modo diretto e non è certo quello che mi aspetterei dai colleghi consiglieri responsabili e intelligenti», evidenzia Spada. Che sottolinea: «So altrettanto bene che una mia elezione potrebbe essere un’arma a doppio taglio perché potrebbe darmi maggiori possibilità oppure, al contrario, rendere troppo duro il mio impegno su entrambi i fronti, data la mia attitudine, nelle azioni e nei ruoli, a sentirmi fortemente coinvolto e responsabile». «È in quest’ultimo rischio, infatti, il vero motivo per cui, ad ora, io non abbia attivato una campagna elettorale fervida e attiva; sono seriamente impegnato e concentrato sull’operato cittadino e questa è, per me, la prima missione assunta, missione per la quale sacrifico volentieri e con energia anche il mio lavoro da umile musicista e il mio già poco tempo libero. Ho già premesso che non mi sarei affannato a cercare voti, com’è mio solito fare, ma che avrei raccolto, eventualmente, la stima di qualcuno se me la fossi ad oggi meritata, senza pestare i piedi ad alcuno. Se questa mia candidatura rischia di mettere a repentaglio armonie, di generare rancori e squilibri destabilizzando gli umori ma soprattutto compromettendo quello che pian piano sto cercando di costruire culturalmente per Monopoli, allora, è bene che si sappia che ho a cuore prima ancora la stabilità, non del mio ruolo, ma dell’intero benessere amministrativo e cittadino ed è ai cittadini che io devo e voglio solamente rispondere, sopra ogni cosa», continua Spada. «Il Sindaco, infine, non ha certamente bisogno che gli si chieda protezione, sa benissimo chi si prodiga e con quali risultati ed è ovvio che questi lui debba difendere, se è il caso, come interesse tutt’altro che personale. Pertanto, che ognuno viva il proprio percorso senza sentirsi minacciato e senza, però, costituire minaccia per la cittadinanza perché è l’ultima cosa che auspico, avendo prima ancora a cuore l’obiettivo di aprire chiese, cripte, musei, rifugi e palazzi cittadini (operazioni, credetemi, per nulla semplici, immediate e scontate ma, da un anno ad oggi, ben avviate), di lavorare ad un vanto cittadino che si chiami Biblioteca, ad un vanto cittadino che si chiami Teatro, nonché di organizzare eventi di rilevanza culturale perché si possa opportunamente “curare il verde” di una coscienza e di una storia tutta monopolitana e perché si possa lavorare, con quella coscienza, in una direzione del tutto innovativa, di apertura, di accoglienza delle diverse culture e quindi nel rispetto di quello che ho avuto la fortuna di imparare nei miei 37, da compiere proprio il 12 di ottobre, giorno, peraltro, in cui lo scorso anno ricevetti una delega al ramo culturale», prosegue Giorgio Spada. Che conclude: «Morale: la formica a lavorare, la cicala ha il tempo per starsene a frinire ma a Monopoli c’è ancora un lungo, intenso gran da fare ed io voglio essere presente per costruire, non per giocare alla lotta».