Giornalisti, in Puglia chi pagherà la mora?

Quest’anno non è stata inviata dall’Ordine dei giornalisti della Puglia la solita comunicazione, con l’invio del bollettino, che informava sull’ammontare della quota 2015 con la raccomandazione di pagare entro il 31 gennaio al fine di evitare l’applicazione della mora del 10%.
Sul sito istituzionale dell’Ordine è stata pubblicata il 20 gennaio una comunicazione a firma del presidente Valentino Losito in cui si legge: “Cari Colleghi, questa lettera vi giunge con ritardo rispetto ai consueti tempi con cui, ogni anno, l’Ordine vi ricorda il doveroso pagamento della quota di iscrizione il cui importo, anche per il 2015 è pari a 100 euro. Il ritardo è stato causato dalla complessa operazione di Revisione dell’Albo. Il Consiglio ha pertanto deciso che solo a partire dal 1° marzo la quota verrà maggiorata del 10 per cento per i diritti di mora.”
Voglio ricordare ai colleghi, ed in primis al presidente Losito che l’ha sottoscritta, che l’art. 29 del DPR 115/1965 stabilisce che le quote annuali devono essere versate entro il mese di gennaio e, pertanto, trattandosi di un termine fissato dalla legge, non è possibile stabilire una proroga né con una decisione del Presidente, né con una deliberazione del Consiglio dell’Ordine. Giusto per far ricordare il 26 novembre 2014, per tornare ad un passato assai prossimo, il Ministero della Giustizia – Dipartimento per gli Affari di Giustizia, Direzione Generale della Giustizia Civile – ha emesso un decreto ed approvato la delibera del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (n. 192/2014 del 7 ottobre 2014) per confermare l’ammontare delle quote annuali dovute dagli iscritti al Consiglio Nazionale, decreto che naturalmente è stata portato a conoscenza anche del Consiglio della Puglia.
Al punto d) del decreto si legge: “d) che sulle quote versate dagli iscritti successivamente al 31 gennaio di ciascun anno è dovuta una indennità per il ritardato pagamento nella misura del 10% per ogni anno o frazione di anno (art. 29 DPR 4 febbraio 1965 n. 115 e successive modificazioni).”
Una decisione, dunque, in contrasto con quanto stabilito da una legge dello Stato e che ancora una volta mostra una gestione dell’Ordine della Puglia molto originale. La quota di iscrizione non è assimilabile alla quota che per esempio si paga ad un’associazione privata, bensì è una tassa a tutti gli effetti affinché l’ente ordinistico possa svolgere la sua attività. Tutto ciò non per penalizzare ulteriormente tantissimi colleghi già vessati da una crisi dell’editoria che appare per il momento inarrestabile ma per segnalare la leggerezza di una decisione assunta chissà forse per riconquistare simpatie perdute dopo l’annosa vicenda delle cancellazioni sulle quali già dal prossimo Consiglio nazionale sarà chiamato ad esprimersi sulle decine di ricorsi già formalizzati a Roma.
In ogni caso, né una delibera del Consiglio (che non c’è stata ed, anzi, mi risulta che due consiglieri pubblicisti e il presidente dei revisori dell’Ordine regionale hanno già segnalato la irregolarità della iniziativa) né una decisione del presidente possono modificare i termini di pagamento di una sanzione amministrativa prevista da una legge e confermata da tutti gli organi vigilanti. In tal modo, il presidente si è assunto un’enorme responsabilità in materia fiscale ma ancor più sul piano “politico” mostrando in concreto i limiti della gestione di un Ordine regionale che sembra abbia regole differenti da tutto il resto d’Italia.
È da aggiungere che dal mancato incasso della mora deriva un doppio danno economico: il 10% su metà quota (€ 50) di competenza del Consiglio Nazionale (che sicuramente non rinuncerà a cuor leggero ed in virtù di cosa?) e il 10% sull’altra metà quota (€ 50) di competenza del Consiglio Regionale, le cui finanze sono pesantemente a rischio visto il gran numero di cancellazioni e i relativi mancati introiti delle quote. Poiché la mora è dovuta dai colleghi che hanno versato la quota dopo il 31 gennaio e tutti gli altri iscritti non possono essere danneggiati, mi domando: chi deve pagare? Chi non ha pagato o chi non ha fatto pagare? E se poi a tutto ciò si aggiunge il rischio di possibili richieste di risarcimento da parte di quei colleghi che dovessero vedere accolto il loro ricorso contro la cancellazione temo per il bilancio dell’Ordine della Puglia e per il suo futuro.

Vito Scisci consigliere nazionale Ordine dei giornalisti