Polignano a Mare: l’Associazione Giovanni Paolo II sulle orme di don Tonino Bello nel Salento

Da Polignano ad Alessano, un viaggio dello spirito per cambiare la vita reale

Come primo momento, la presentazione del libro contenente gli scritti giovanili di don Tonino Bello (La terra dei miei sogni, Ed Insieme 2014), poi la visita ai luoghi della sua formazione sacerdotale e della presenza pastorale in terra salentina. Sono le tappe del percorso finora seguito dall’Associazione Giovanni Paolo II di Polignano a Mare sulle orme del profeta alessanese, accompagnata da un suo amico e collaboratore, Renato Brucoli. Don Tonino ha ricevuto la nomina episcopale da Giovanni Paolo II. E come il Papa polacco ha amato e animato una Chiesa orientata al mondo, missionaria, aperta ai giovani. Ecco che il gruppo polignanese, ricco di presenze giovanili fra cui quelle di alcuni partecipanti alle GMG (Giornate mondiali della gioventù) indette proprio da Giovanni Paolo II, ha raggiunto Alessano e il Salento per meglio cogliere il segreto della “giovinezza”, cioè dell’attualità di don Tonino Bello. Fra Massimo Tatullo, guardiano del convento cappuccino di Alessano, l’ha indicata nella capacità di dono: a Cristo, alla Chiesa, al mondo. Nel corso della celebrazione, officiata proprio nella solennità del Corpus Domini, il 7 giugno scorso, con animazione affidata allo stesso gruppo di pellegrini, il frate ha sottolineato la dimensione eucaristica di don Tonino, rafforzata dal profilo francescano acquisito proprio in Alessano. Le scelte che conferiscono spessore alla spiritualità francescana sono la centralità di Cristo, il primato del Vangelo, l’amore per la natura, il dovere della gioia, la promozione della bellezza, la ricerca del dialogo e della pace, lo stile di povertà e il servizio ai poveri. Coincidono con il profilo pastorale manifestato da don Tonino Bello. Presso la sede della Fondazione omonima, già casa natale, il presidente Giancarlo Piccinni ha sottolineato l’attualità del Pastore grazie all’accostamento con la figura di Papa Francesco. Nelle parole e nei gesti proposti a Sarajevo, durante la visita coincidente con la presenza del gruppo polignanese in Alessano, ci sono le parole e i gesti di don Tonino Bello. Sulla sua tomba i pellegrini si sono lasciati interrogare da un brano di mons. Vito Angiuli, vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, tratto dalla sua più recente pubblicazione (don Tonino Bello visto da vicino, San Paolo 2015), e proposto con la lettura dal presidente Giuseppe Nardulli: «La tappa obbligata alla tomba di don Tonino esprime un desiderio, una consuetudine, una moda? La risposta non è univoca. Ogni pellegrino insegue un sogno. C’è chi ha conosciuto don Tonino e sente doveroso riflettere nel luogo che custodisce le sue spoglie come fossero semi capaci di far rifiorire il mondo. C’è chi ha perso la speranza, e pensa di poterla ritrovare proprio in questo luogo. C’è chi vive superficialmente e in modo abitudinario, e crede di poter ricevere un forte impulso e un nuovo vigore per riprendere con più entusiasmo il suo cammino. C’è chi crede, ma desidera diventare un testimone audace e senza compromessi, avvertendo il fascino di una fede che in lui è diventata storia. C’è chi viene spinto da una “corrente spirituale” da cui si lascia liberamente trascinare. Ma non è la stessa storia raccontata dai Vangeli? Non è l’avvenimento che ha per protagonista la Maddalena, donna innamorata, la quale di prima mattina, insieme ad altre donne, si reca speditamente al sepolcro per sostare ancora una volta accanto al Maestro amato? La tomba di Gesù attira! Anche la tomba di don Tonino attira! Venire in questa terra salentina non è solo una bella esperienza. Può essere anzi controproducente se tutto si riduce a intensificare l’emozione e a rassicurare l’anima. Don Tonino non è un tranquillante ma una persona che inquieta. Per questo ripeto a voi le parole del Vangelo: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?” (Lc 24,5). Cercare don Tonino presso la sua tomba può diventare un inganno se questo gesto non dovesse spingere a cercarlo nella vita. E don Tonino è vivo nei sogni che coltiviamo durante il giorno, negli incontri che facciamo a contatto con la vita reale, entrando profondamente nelle gioie e nelle speranze, nelle tristezze e nelle angosce del nostro tempo».

A.S.D. Associazione “Giovanni Paolo II”