Conversano: ha avuto inizio Lectorinfabula

Giunto alla sua tredicesima edizione, il festival ha visto negli anni la partecipazione di autorevoli rappresentanti della scena politica, culturale e del mondo dell’informazione, italiana ed europea ma lungi dall’essere una passerella di personaggi più o meno famosi “Lectorinfabula” è soprattutto un vero e proprio appuntamento dedicato al confronto delle idee con una eccezionale partecipazione attiva giovanile.

L’edizione di quest’anno, iniziata oggi,  si concluderà il 17 Settembre 2017 e si presenta, come oramai di consuetudine, ricca di appuntamenti ed iniziative, con il titolo SI FA PRESTO A DIRE RIVOLUZIONE sulla cui traccia si cercherà di sviluppare dibattiti, ragionamenti, riflessioni e proposte.

In modo particolare, ci interrogheremo sulle “inquietudini” della società contemporanea e soprattutto sulle questioni sempre più intrecciate tra democrazia e populismo, alla luce delle prospettive che riguardano l’Europa nella ricorrenza del sessantesimo dalla sua istituzione con la firma dei Trattati di Roma.
Ma ricorreranno anche altri importanti anniversari legati a grandi trasformazioni, cambiamenti ed evoluzioni quasi “invisibili”, oltre che a rivoluzioni mancate: dalla rivoluzione russa al primo volo transoceanico dello “Spirit of Saint Louis”, dalla morte di Ernesto Che Guevara al primo trapianto di cuore di Cristian Barnard, dall’uscita del primo concept album dei Beatles “Sgt.Pepper’s lonely hearth club band” all’avvento della tv a colori (in Italia con 10 anni esatti di ritardo!), dall’assegnazione del Nobel per la pace ad Amnesty International all’ultima esecuzione capitale con la ghigliottina in Francia, tanto per restare in tema di lasciti rivoluzionari.

Nei quattro giorni del festival sono previsti in programma più di 70 eventi, gratuiti e aperti a tutti, con 150 relatori: dibattiti, confronti, presentazioni di libri e interviste, mostra di satira europea, workshop e laboratori per le scuole, proiezione di film, reading e letture dal vivo, con ospiti, opinion leader, giornalisti, intellettuali provenienti da tutte le parti d’Europa.
E con una straordinaria partecipazione del mondo scolastico e universitario, con incontri e workshop dedicati al lavoro e alla formazione, alla mobilità e alla progettazione partecipata, alle tematiche ambientali, alle lingue e alle culture europee, e poi ancora storia, letteratura e attualità

Per quello che riusciamo a rappresentare, siamo fermamente convinti che gli spazi di discussione pubblica siano non solo utili ma necessari, in un periodo storico in cui egoismi e individualismi sembrano prendere sopravvento sugli interessi comuni.
Come si potrà intuire dalla provocazione contenuta nel titolo i temi sono tanti e tutti appassionanti. E non esiste per nessuno di loro un’unica possibilità di interpretazione.

Le “parole allo specchio” vedranno protagonisti assoluti come
Emilio Gentile, in anteprima a Bari il 7 settembre in Ateneo sulle parole “Leader e Popolo”; Colin Crouch sulla politica tra “Ragione ed Emozione”; Luciano Canfora sui “Miti e Limiti” delle Rivoluzioni; Oscar Farinetti su “Memoria e Futuro”; Gian Enrico Rusconi, Dario Fabbri e Paul Taylor su “Occidente e Oriente”; Monica Lanfranco, Olav Unsgaard Fumarola e Marica Di Pierri su “Movimenti e Partecipazione”; Federico Rampini su “Globalizzazione e Immigrazione”, Serge Latouche su “Felicità e Decrescita”; Andrea Carandini e Giuseppe Laterza sulle rivoluzioni culturali tra “Etica e Responsabilità”.

Tre i dialoghi sulle “parole necessarie” organizzati in collaborazione con la rappresentanza in Italia della Commissione europea:
Enrico Giovannini e Antonia Carparelli intervistati da Anna Maria Giordano affronteranno il tema delle sfide economiche e sociali incentrate sulla parola “sostenibilità”; Pietro Del Soldà con Veronika Leiner ed Elena Fontanari parleranno di giovani e cooperazione a partire dalla parola “Erasmus”; infine il direttore della rappresentanza in Italia della Commissione europea Beatrice Covassi, con i politologi Piero Ignazi e Jan Zielonka, intervistati dalla giornalista Tiziana Di Simone, discuteranno sul “futuro” dell’Europa.

Alla libertà di espressione saranno riservati due appuntamenti dedicati a due contesti geografici diversi e distanti ma ugualmente cruciali per la geopolitica mondiale:
dell’America attraversata della rivoluzione conservatrice di Donald Trump se ne parlerà con Tom Tomorrow, Giampiero Gramaglia e Carlo Gubitosa, un evento organizzato in collaborazione con il festival Internazionale a Ferrara;
del Mediterraneo post-rivoluzioni arabe se ne parlerà con Tawfiq Omrane, Claudio Cappon, Khalid Gueddar, Ilaria Guidantoni e Thierry Vissol, un evento organizzato in collaborazione con il Centro “Librexpression” per la promozione della libertà di espressione e della satira politica.

Alla rivoluzione vista dalla satira sarà dedicata la consueta mostra, con più di cinquanta tavole di autori satirici di tutta Europa, allestita nel monastero di San Benedetto.

Non sempre le rivoluzioni spostano le basi dell’ordine sociopolitico da un assetto all’altro in maniera irreversibile. Molto spesso, attenendosi alla metafora di origine astronomica, le rivoluzioni operano come un movimento convulsivo, destinato a riportare il corpo sociale e politico allo stesso punto di partenza. Così, la storia del nostro Paese continuerà ad essere percorsa da rivoluzioni e controrivoluzioni, nel solco del “tutto cambi purché tutto resti dov’è”
La politica italiana, dall’immobilità delle idee alla questione ancora più cruda dell’inamovibilità della classe dirigente nostrana, sarà raccontata da Ernesto Galli della Loggia e Alessandra Sardoni, con Giovanna Casadio, Giorgio Zanchini e Alessandro Leogrande.

Di lavoro, tra utopie e rivoluzioni nell’era del web, se ne parlerà in un ciclo di tre incontri organizzati dalla Scuola per la Buona Politica della fondazione Di Vagno in collaborazione con la Friedrich Ebert stiftung, con la partecipazione di Chiara Saraceno, Nunzia Penelope, Vincenzo Bavaro, Giuseppe Gesmundo, Ernst Hillebrand ed altri.

“Agoràdio” il format con Rai Radio3 con la conduzione di Marina Lalovic e la partecipazione di Cristiana Castellotti, vedrà protagonisti come il sociologo dei nuovi media Evgeny Morozov sui limiti della rivoluzione di Internet, mentre i giornalisti Philip Willan, Raffaele Lorusso, Gian Paolo Accardo e Michael Braun insieme a Carl Henrik Fredriksson e James Thomson, affronteranno il tema delle rivoluzioni del post-giornalismo e del mondo dell’informazione, tra notizie verosimili, verità alternative e fake-news.

Le “parole della storia” vedranno protagonisti gli storici Amedeo Feniello e Vito Bianchi cimentarsi sui grandi cambiamenti epocali nel medioevo, dalla rivoluzione verde all’invenzione della banca, fino alle carte nautiche; Alberto Mario Banti ripercorrerà il sogno della primavera dei popoli nell’Europa del 1848; Angelo d’Orsi si concentrerà sul 1917, l’anno delle Rivoluzioni; gli scrittori Paolo Di Paolo sulla rivoluzione liberale di Pietro Gobetti ed Emanuele Trevi sull’intellettuale rivoluzionario Pier Paolo Pasolini, Lea Durante sull’eredità culturale di Antonio Gramsci, in un ciclo di incontri condotto da Oscar Buonamano.

Novità per il 2017 sarà il ciclo “Città e rivoluzioni”, dove attraverso il racconto e la testimonianza di storici, giornalisti e scrittori si proverà a tracciare storie, vissuti, umori, passioni, tra passato e futuro di città che hanno conosciuto rivoluzioni, (riuscite, tentate o fallite, in ogni caso) tutte legate a città così diverse e nello stesso tempo così importanti per quello che hanno rappresentato e rappresentano tutt’oggi per la nostra cultura.
George Blecher columnist e critico letterario del New York Times racconterà New York, una città senza grandi rivoluzioni ma attraversata da continui cambiamenti e da grandi scrittori, insieme alla conduttrice de La città ne parla di radio3 Rosa Polacco; il giornalista Paul Taylor corrispondente della Reuter di Teheran ai tempi della rivoluzione islamica; Igiaba Scego e Rino Bianchi per parlare di Roma negata e dei percorsi postcoloniali della “rivoluzione fascista”; il giornalista parigino Eric Jozsef corrispondente di Libèration per parlare dell’utopia socialista rivoluzionaria della Comune di Parigi, l’attore David Riondino sarà per una sera il “nostro agente” a l’Avana, per raccontarci dell’intramontabile sogno rivoluzionario di Cuba.

Il ciclo di film “Fuori Orario” prevede tra le altre la proiezione di “Mio figlio il Che” intervista a Vittorio Guevara Lynch del regista Ferdinando Birri e “Nel mondo grande e terribile” omaggio ad Antonio Gramsci di Daniele Maggioni.

La chiusura del festival, come di consuetudine, è dedicata alla TV.
È il 1 febbraio del 1977, la “signorina buonasera” Rosanna Vaudetti annuncia la messa in onda su tutto il territorio nazionale dei programmi televisivi a colori. Una rivoluzione tecnologica arrivata in Italia con dieci anni di ritardo rispetto al resto d’Europa. Nel frattempo, mentre Carosello chiudeva dopo vent’anni di onorato servizio, nelle case degli italiani si diffondeva il “telecomando” un’altra grande rivoluzione per la storia della tv e il costume degli italiani. Qualcosa di cui, ancora oggi a distanza di quarant’anni, parlare e riflettere con Andrea Vianello, Mario Orsini, Giorgio Simonelli, Riccardo Bocca e Alessandra Comazzi.

E poi ancora si parlerà di rivoluzioni familiari, di welfare, di relazioni padri-figli, di genitorialità e di diversità con Stefano Benzoni, Giulia Gianni, Chiara Scardicchio e Giovani Abbaticchio, in collaborazione con cooperativa Itaca; di educazione alla legalità con Francesco Forgione, Marco Omizzolo e Leo Palmisano, in collaborazione con Premio nazionale Borsellino; di cambiamenti linguistici e lessicali con Raffaella De Santis; di musica e creatività con Franco Battiato e Leo Nodari; di ambiente con Bruno Arpaia, di rivoluzioni legate al cibo con Fabio Renzi, William Ward e Andrea Pipino, di post-colonialismo e di figure rivoluzionarie come Gandhi e Mandela con Itala Vivan, Luigi Cazzato, Paola Zaccaria, Tito Marci, in un ciclo di incontri organizzati in collaborazione con il gruppo di lavoro S/Murare il Mediterraneo del dipartimento di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi di Bari… e ancora altri per un programma che si sta definendo ancora.