Bari “frontiera di pace” attende il Papa

di Antonio Galizia

BARI – Mediterraneo frontiera di pace? Una ambizione più che una constatazione, visti i venti di guerra e il traffico di migranti che continuano a caratterizzare il Mare Nostrum, dalle sponde orientali a quelle nordafricane e spagnole. In cinque giornate di dialogo ne parlano 60 fra cardinali, patriarchi e vescovi giunti in Puglia, in rappresentanza di 20 Paesi e 3 continenti (Europa, Asia e Africa). Sono questi i numeri del grande forum ecclesiale voluto dalla Cei (Conferenza episcopale italiana) che per la prima volta riunisce i vescovi degli Stati affacciati sul grande mare e che sarà concluso, domenica 23, da Papa Francesco. Le cifre non dicono tutto, ma raccontano la scommessa di un’iniziativa che fino al 23 febbraio avrà come cornice Bari, la città “ponte” fra Oriente e Occidente come testimonia «la venerazione senza confini del suo patrono San Nicola» o la scelta del Pontefice di tenere nel luglio 2018 l’incontro per la pace in Medio Oriente con i capi delle comunità cristiane della regione. Adesso lo sguardo si allarga al Mediterraneo. È l’urgenza della pace l’orizzonte di un evento che invita a una nuova responsabilità il mondo cattolico. Non un seminario accademico ma un «incontro di fraternità dallo stile sinodale che vuole aiutare le comunità ecclesiali a camminare sempre più insieme», spiega il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, intervenuto alla conferenza stampa di presentazione. Nel 2018 era stato proprio Bassetti a lanciare l’idea dell’evento «rileggendo i Colloqui mediterranei promossi da Giorgio La Pira sessant’anni fa». «Se La Pira aveva coinvolto l’ambito politico, io mi sono chiesto: perché anche i vescovi non possono mobilitarsi di fronte ai drammi delle proprie genti? Del resto la Chiesa non ha altro scopo che servire l’uomo. E ciò implica anche affrontare i problemi che le nostre comunità vivono». Tutto l’episcopato italiano ha sposato il percorso: ecco perché l’evebto di Bari.
Due i temi di cui discuteranno i vescovi del bacino: l’annuncio del Vangelo, a cominciare dai giovani e il dialogo fra Chiese e società. «Di fatto come pastori ci siamo posti una domanda: che cosa Dio vuole oggi dal Mediterraneo? E l’incontro sarà un’occasione di discernimento», spiega il vescovo di Acireale, Antonino Raspanti, vice-presidente della Cei e coordinatore del comitato organizzatore. A fare da sfondo al confronto le guerre che ancora insanguinano l’area (dal conflitto israelo-palestinese a quelli in Siria, Iraq o Libia); le nuove tensioni che scuotono la regione; le ferite ancora aperte delle guerre che dai Balcani al Libano hanno segnato gli ultimi decenni; la povertà; le disuguaglianze fra la sponda nord e quella sud; le politiche di sfruttamento da parte dei grandi del pianeta; la complessa convivenza fra le fedi; le persecuzioni delle minoranze religiose, soprattutto cristiane; il dramma delle migrazioni. «La questione della pace – dice Raspanti – non è disgiunta dagli squilibri sociali che qui si registrano. E anche lo stesso tema delle migrazioni sarà visto secondo prospettive diverse. Penso al grido che alcuni vescovi delegati hanno già lanciato chiedendo di aiutare i loro Paesi a non lasciare fuggire i cristiani».
Dal confronto scaturirà il documento che sarà approvato dai presuli e che domenica mattina verrà consegnato al Pontefice durante il suo incontro con i vescovi nella Basilica di San Nicola che verrà aperto dal saluto di Bassetti e dalle testimonianze del cardinale Vinko Puljic, arcivescovo di Sarajevo e presidente della Conferenza episcopale di Bosnia ed Erzegovina, cui seguiranno gli interventi dell’arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico del patriarcato latino di Gerusalemme, dell’arcivescovo di Algeri, il gesuita Paul Desfarges, presidente della Conferenza episcopale regionale del Nord Africa. Momento conclusivo dell’evento sarà la Messa presieduta da Papa Francesco alle 10.45 in corso Vittorio Emanuele.
L’incontro dei vescovi si porterà dietro anche un segno concreto di attenzione a tutto il Mediterraneo. «Si tratterà di borse di studio per giovani delle diverse sponde con lo scopo di formare una nuova classe dirigente», annuncia Bassetti. I lavori “sinodali” dei vescovi saranno a porte chiuse ma ogni giorno è previsto un briefing con la stampa. Sono previste Messe e momenti di preghiera aperti a tutti. Venerdì sera ogni vescovo e cardinale sarà ospite di una parrocchia. Poi sabato pomeriggio, a partire dalle 15.30, al teatro Petruzzelli si terrà l’incontro di testimonianze con voci e volti da tutto il Mediterraneo e gli interventi dei vescovi e di esperti di geopolitica. Per cinque giorni, Bari e la Puglia sono al centro del confronto sulla Pace nel Mediterraneo tanto “martoriato”.

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