Perché l’8 marzo si celebra la “Festa delle donne”’?

L’8 marzo è la Festa della donna, ricorrenza nata per ricordare le lotte sociali e politiche che le donne hanno dovuto affrontare affinché la loro voce venisse ascoltata. Quale sia l’avvenimento fondante di questa data poco importa. Quel che bisogna ricordare è che essere donne non è mai stato facile ed è per questo che l’8 marzo è bello omaggiare le donne della propria vita con dei mazzolini di mimose, che sono diventate dal 1944, il simbolo di questa festa. In ogni caso questa festa viene spesso collegata a due avvenimenti storici. Il primo risale al 1911, ed è quello che per molti diede origine a questa festa: un gruppo di operaie di una industria tessile di New York stava scioperando da giorni contro le terribili condizioni in cui si trovavano a lavorare. Per stroncare la protesta, i proprietari dell’azienda avevano bloccato le uscite della fabbrica, impedendo alle operaie di uscire. Ad un tratto però qualcosa andò storto e scoppiò un incendio che uccise ben 134 lavoratrici. L’altro evento, invece, è legato alla Rivoluzione di febbraio in Russia, durante la Prima Guerra Mondiale. Nella giornata dell’8 marzo 1917 oltre a tutti gli uomini in rivolta, anche molte operaie russe scesero in strada a protestare contro lo zar e perciò questa data viene ricordata come determinante per la storia del genere femminile. Ma facciamo un passo indietro, nel 1909 il Partito Socialista americano lanciò l’idea di una giornata dedicata all’importanza delle donne all’interno della società, che in effetti venne celebrata il 23 febbraio di quell’anno. La proposta travalicò i confini nazionali e venne ripresa dall’attivista Clara Zetkin nel 1910 durante la seconda Conferenza Internazionale delle Donne Socialiste tenutasi a Copenaghen, in Danimarca. Da quel giorno ogni Paese cominciò a scegliere una data sul calendario da dedicare alla figura femminile. La prima grande manifestazione di donne avvenuta proprio l’8 marzo risale al 1914 in Germania, per la rivendicazione del diritto al voto, ma fu solo nel 1921 che si pensò ad un’unica data internazionale e probabilmente la scelta cadde sull’8 marzo per ricordare la protesta del 1917. In Italia l’8 marzo fu introdotto dalle donne comuniste, nel ventennio fascista fu bandito ma evidentemente non dimenticato, perché fu ripristinato nelle zone liberate, con la guerra ancora in corso, già nel 1945 grazie all’UDI (Unione Donne Italiane). Nel 1946 assunse carattere nazionale e in Italia si adottò la mimosa a simboleggiarlo, mentre nel 1947 venne dedicato alle costituenti. Negli anni Cinquanta fu osteggiato, e anche la distribuzione delle mimose veniva considerata un gesto eversivo. Ma l’8 marzo ‘esplose’ negli anni Settanta: parità salariale, divorzio (ottenuto proprio nel 1970) e riforma generale del diritto di famiglia (1974), legalizzazione dell’aborto (1978), libertà sessuale furono le battaglie principali di quest’epoca in cui sulla scena politica irruppe il movimento femminista, e cortei oceanici invasero le città imponendo una rivoluzione culturale, con slogan come «Tremate, tremate le streghe son tornate» e parole d’ordine come «Io sono mia». Non furono senza attriti neppure quegli anni, e l’8 marzo 1972 un gruppo di manifestanti a Campo de’ Fiori a Roma venne senza preavviso caricato duramente dalla polizia, ma questo enorme movimento trasversale nel 1977 ottenne il riconoscimento formale dell’ONU, con l’istituzione della Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale. Negli anni Ottanta, quando ancora lo stupro era considerato nel nostro Paese reato contro la morale e non contro la persona (e fu così fino al 1996), la violenza sessuale fu uno dei temi più sentiti, mentre successivamente, via via che le disparità di genere andarono diminuendo, almeno in alcune parti del mondo, il senso politico di questa data sembrò smarrirsi, divenendo più ‘festa’ che giornata simbolo di lotta quale era stata in passato. Oggi si combatte contro il triste e deprecabile fenomeno del femminicidio, e questo non fa altro che testimoniare come la lotta per il rispetto delle donne sia ancora lunga e difficile e come nel corso dei decenni, in definitiva, l’8 marzo si sia riempito di contenuti sempre diversi, a volte impedito o ostacolato, a tratti commercializzato e destituito di senso e ridotto ad una semplice festa priva di contenuto. Alle donne gli auguri della Redazione di Sudestonline.it

Fonti (treccani.ti – Focus Junior)

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