Allo Spallanzani mascherine 3D made in Conversano

CONVERSANO Hanno lavorato notte e giorno per produrre una maschera salvavita, anzi una vera supermaschera realizzata con pezzi stampati con 3D dotata di filtri speciali. E’ il lavoro, frutto di un importante lavoro ingegneristico eseguito da un gruppo di ricerca nato dalla creazione di una rete informale di solidarietà, formatasi prevalentemente sui social, per fornire ai medici le apparecchiature necessarie nelle terapie intensive e nei reparti degli ospedali Covid di tutta Italia. «Dopo averci lavorato intensamente negli ultimi due giorni – spiega l’ingegnere Antonio Sacchetti, conversanese, direttore del centro di ricerca Tera – oggi (mercoledì primo aprile per chi legge; ndr) abbiamo impacchettato e spedito, a titolo gratuito, diversi pezzi realizzati con la nostra stampante 3D dotata di sistema rapid prototyping utili per adattare delle comuni maschere respiratorie a scopi sanitari».
Quali sono le caratteristiche della supermaschera?
«La caratteristica più rilevante riguarda il sistema dei filtri, che consente di rendere la mascherina utile ai medici in prima linea nella crisi Covid-19».
I pezzi sono destinati all’Ospedale Spallanzani di Roma, punto di riferimento della lotta al coronavirus.
«I pezzi, espressamente richiestici tramite contatti personali, li abbiamo spediti ad un ufficiale medico dell’Esercito Italiano, in servizio all’ospedale militare Celio di Roma, che è appena rientrato dalla Lombardia dove ha affiancato le équipe di vari ospedali ed ora supporta le strutture della capitale, Ospedale Spallanzani in primis».
Com’è nato il progetto?
«Da una rete solidale ed informale tra ingegneri italiani di varia provenienza. La soluzione progettuale, ovvero il disegno esecutivo del pezzo, è stato messo a disposizione, gratuitamente, da chi in Italia ha soddisfatto per primo questo bisogno, per cui una rete informale di solidarietà si è attivata prevalentemente sui social per fornire, senza spese, i pezzi necessari ai medici che lo richiedono. Abbiamo voluto anche noi, nel nostro piccolo, dare un contributo a medici ed infermieri, la categoria che più di tutte sta dando il massimo, con spirito di sacrificio che spesso sfiora l’eroismo, per fare uscire la nostra Italia da questa terribile ed inaspettata crisi».

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