A Taranto gravi negligenze nella gestione dell’emergenza

Il Popolo della famiglia di Taranto denuncia gli enormi errori compiuti nella gestione dell’emergenza coronavirus, e le colpevoli negligenze da parte delle autorita’ sanitarie.

La salute di ogni persona, ossia quello di usufruire di cure e assistenza mediche adeguate, e insopprimibile; pertanto le istituzioni nazionali e locali devono – per un preciso dettato Costituzionale – fare tutto quello che e in loro potere per garantire un servizio sanitario efficiente e vicino al cittadino.

In tempi di Coronavirus abbiamo assistito ad uno sfascio della sanita’ tarantina; per poter creare un “polo covid”, ossia una struttura dedicata ad ospitare e curare solo pazienti con tale patologia, la scelta e’ ricaduta sull’Ospedale Giuseppe Moscati, da decenni ormai un polo di riferimento (aime’) importante per l’oncologia.

Si e’ posto il problema di trasferire pazienti oncologici, che essendo fortemente immunodepressi per via delle chemioterapie, non potevano restare nella stessa struttura occupata da pazienti fortemente infettivi.

Una delle strutture scelte dall’ASL e’ stata la Clinica Villa Verde che ha messo a disposizione i suoi padiglioni (non sappiamo se a titolo gratuito o oneroso e, nella seconda ipotesi, di quanto). Gia’ da qualche settimana prima del trasferimento, avvenuto tra il 20 ed il 23 marzo, diversi dipendenti della clinica con sintomi di tosse o febbre persistente, sono stati invitati a restare a casa. Nessuno si e’ preoccupato di sottoporli a tampone per verificare se avessero contratto il virus Covid-19, perche’ – nell’eventualita’ di un esito positivo – c’era il rischio che l’ASL optasse per un’altra struttura. I tamponi sono iniziati dai primi di aprile, a trasferimento effettuato, ed hanno rilevato qualche decina di positivi tra pazienti e personale sanitario; numeri decisamente preoccupanti se si considerano le ridotte dimensioni della clinica, che si e’ trasformata in un vero e proprio focolaio.

Intanto al Moscati il numero di posti letto e’ stato si’ aumentato, ma come? Installando dei container all’esterno della struttura (neanche qui sappiamo a quale titolo), con condizioni di temperatura potenzialmente molto stressanti per chi vi fosse entrato, e con enorme rischio di diffondere ulteriormente il contagio.

Fortunosamente i numeri epidemiologici del territorio della provincia di Taranto – sperando che siano reali e che non aumentino – sembrano contenuti per cui i posti letti aggiuntivi non dovrebbero servire.

Resta il fatto che ci saremmo risparmiati molti contagi e molti morti se i pazienti, invece di essere “smistati” come bestie d’allevamento su diverse strutture difficilmente controllabili, fossero stati trattati – come meritano – da esseri umani.

“Si sarebbe potuto realizzare un polo covid presso l’Ospedale di Mottola, dopo un rapido allestimento sullo stile dell’Ospedale degli Alpini di Bergamo – una struttura vuota da anni inutilizzata. In questo modo si sarebbero spostate le attrezzature ed il personale, ma non i pazienti lungodegenti con enorme rischio e stress per loro e per i loro familiari.Le politiche scellerate dell’Amministrazione Regionale negli ultimi decenni hanno portato ad una inadeguatezza della rete ospedaliera in tutta la Puglia. Nella provincia di Taranto da qualche tempo si punta tutto sul mega ospedale San Cataldo, del quale al momento – come denunciato anche da recenti inchieste televisive – non si conosce neanche quando verra’ posta la prima pietra” ad affermarlo è Mirco Fanizzi, referente del Pdf Puglia.

“Se si puo’ trarre una lezione dall’Emergenza Coronavirus – afferma Giuseppe Lo Iacono, del Popolo della Famiglia di Taranto – e’ che, con l’attuale crescita dell’eta’ media della popolazione e de numero delle persone anziane, l’organizzazione della sanita’ non puo piu’ basarsi sui grandi ospedali, ma su strutture leggere, diffuse sul territorio, e messe efficacemente in rete tra di loro.”

Il Popolo della Famiglia di Taranto, da sempre al fianco dei cittadini piu’ fragili (come sono tutti i pazienti, qualunque sia la malattia da cui sono affetti), chiede, sempre per voce di Giuseppe Lo Iacono “Che l’ASL, oltre ad andare fino in fondo nel verificare tutte le irregolarita’ commesse nella gestione dell’Emergenza Covid 19, proponga alla Regione un piano di riorganizzazione della sanita’ territoriale, che comprenda anche la riattivazione di strutture dismesse, al fine di poter rispondere con maggiore efficacia e senza improvvisazioni a futuri eventi emergenziali”.

 

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