La RAI sbaglia la data dell’assassinio di Di Vagno

“Pane e libertà”, il film su Giuseppe Di Vittorio (fondatore della Cgil, di Cerignola), fa ancora discutere per i suoi omissis, per la gaffe sulla data dell’assassinio di Di Vagno e soprattutto perchè omette di ricordare una pagina importante, l’amorevole presenza di Di Vittorio al capezzale del giovane parlamentare di Conversano prima che questi spirasse. Venerdì 1° Maggio scorso, la fiction è stata replicata su Rai Uno (la “prima” fu trasmessa il 15 e il 16 marzo 2019) e ha suscitato indignazione da parte della Fondazione Di Vagno presieduta dall’avvocato Gianvito Mastroleo: “Ieri sera in prima serata su Rai 1 il film su Giuseppe Di Vittorio, che restituisce, anche territorialmente, quella figura alla sua origine di socialista, assieme a giudizi politici espliciti su personaggi e fatti tragici della contemporaneità: da Togliatti, ai fatti di Ungheria (1956). Un bel film, senza dubbio, e onore dovuto a Di Vittorio e al suo vigore di difensore del mondo del Lavoro e del bracciantato meridionale. Peccato, come fu segnalato (non solo da noi) a suo tempo, e come continuiamo a fare (ma senza togliere nulla al film) l’errore storico su Di Vagno: il cui assassinio viene collocato il giorno delle elezioni del maggio ‘21, piuttosto che alla data del 25 settembre, e che non si sia ricordata la bellissima pagina scritta da Di Vittorio, che assistette all’ultimo respiro del suo grande amico; e che non sia stato evocata con sufficiente chiarezza e senza ambiguità, con nome e cognome, quel deputato cerignolano, esponente del fascismo agrario (nel film appare come della famiglia del barone) il vero ideologo della violenza per la conquista del potere.
Errore ancor meno perdonabile essendo stato il film prodotto e finanziato dalla Regione Puglia (2008-09), cui non sarebbe costato molto farsi assistere da un ristretto ma autorevole comitato scientifico.
Peccato, ma va bene ugualmente! Onore a Peppino Di Vittorio”. Per la cronaca, ricordiamo che “Pane e libertà” è stato prodotto da Rai Fiction con la collaborazione di Palomar e Regione Puglia, per la regia di Alberto Negrin, attore protagonista Piefrancesco Favino, anch’egli foggiano. Che figuraccia il servizio pubblico!

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