Bancarotta, arrestati amministratori azienda rifiuti

DAL COMANDO PROVINCIALE DELLA GUARDIA DI FINANZA DI BARI, RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

BANCAROTTA FRAUDOLENTA, OMESSO VERSAMENTO DI RITENUTE, FATTURE FALSE E RICICLAGGIO.
AGLI ARRESTI DOMICILIARI DUE AMMINISTRATORI DI UNA SOCIETÀ AUTORIZZATA ALLA RACCOLTA DI RIFIUTI SOLIDI URBANI E SEQUESTRATI BENI PER OLTRE 13,4 MILIONI DI EURO.

I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di due ex amministratori di una società del barese e in fallimento dal 08/10/2018 autorizzata al servizio di raccolta e trasporto di rifiuti solidi urbani “RSU”). Nei confronti degli stessi sono stati altresì sottoposti a sequestro preventivo, finalizzato alla confisca anche per equivalente, i saldi attivi dei conti correnti personali, titoli mobiliari, appartamenti, terreni, quote societarie ed altri beni di valore a loro riconducibili, nonché i saldi attivi dei conti correnti intestati ad una S.r.l. con sede ad Altamura (BA), operante nel settore immobiliare.

L’ordinanza di applicazione della misura cautelare e del decreto di sequestro preventivo, avente ad oggetto beni del valore complessivo di 13,4 milioni di euro, emessa dal Tribunale di Bari – Ufficio GIP – su richiesta della Procura della Repubblica di Bari, è stata eseguita dai finanzieri del I Gruppo Tutela Entrate, articolazione interna al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari, specializzata nel contrasto agli illeciti in materia di evasione fiscale.

Dagli accertamenti esperiti sotto la direzione dei Pubblici Ministeri, Procuratore Aggiunto Roberto Rossi e Sostituto Procuratore Francesco Bretone, è emerso che “nonostante la S.r.l. si trovasse in grave crisi di liquidità e in un cronico stato di insolvenza, con una esposizione debitoria rilevante, soprattutto nei confronti dello Stato e degli Enti Previdenziali, i suoi amministratori hanno posto in essere sistematiche distrazioni di risorse finanziarie, in danno della massa dei creditori, simulando il pagamento di spese fittizie e procedendo alla restituzione ai soci-amministratori delle somme che questi erogavano per finanziare l’attività della società. Il tutto mentre si omettevano di pagare le tasse e ciò al solo fine di mantenere il più possibile in vita la società”. In particolare, è stata accertata la distrazione dal patrimonio, tra il 2010 e il 2018, prima del fallimento, di ingenti risorse finanziarie, in buona parte realizzata mediante la contabilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, successivamente oggetto di parziale reimpiego in attività economiche riconducibili alla famiglia di appartenenza degli amministratori di fatto della fallita.

Le indagini hanno altresì consentito di accertare che la TRA.DE.CO. S.r.l., per gli anni dal 2014 al 2018, ha omesso il versamento di ritenute dovute per un ammontare complessivo di € 13.165.066 ed ha utilizzato fatture per operazioni inesistenti, con una conseguente evasione di imposta (IVA e IRES) per un ammontare complessivo di € 259.032.

Gli esiti della presente attività d’indagine costituiscono un’ulteriore testimonianza del costante presidio economico-finanziario esercitato dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari, in stretta sinergia con la Procura della Repubblica, per la repressione del grave fenomeno dell’evasione fiscale e dei reati fallimentari, a tutela dei cittadini e degli imprenditori rispettosi delle regole, onde assicurare l’equità sociale quale condizione fondamentale del benessere della collettività.

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