Mola e Monopoli – Dopo alga tossica, incubo granchio blu

Alga tossica: valori stazionari sul litorale di Bari e provincia. Dopo l’Sos lanciato dall’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, con i monitoraggi di agosto, che registrarono parecchie criticità nei 6 punti di prelievo del Barese, comportando anche il divieto alla balneazione su un tratto di spiaggia di Mola in località Cozze, l’Agenzia ha divulgato i dati relativi al monitoraggio svolto tra fine agosto ed i primi giorni di settembre.

Dati che confermano l’allerta ma appaiono tuttavia in miglioramento. Da bollino rosso («molto abbondante») la situazione a Molfetta (29mila 328 cellule di «Ostreopsis ovata» a litro, in calo rispetto alle 74.167 e alle 44.895 dei due monitoraggi precedenti, svolti a luglio e agosto) e Bari Santo Spirito (a Lido Lucciola è stata rilevata una presenza di 45.952 cellule, in aumento rispetto ai 31.337 del monitoraggio precedente). Bollino giallo invece a Giovinazzo (5.650 cellule rispetto alle 21.646 precedenti). Bollino arancione («abbondante») a Monopoli Castello Santo Stefano dove le analisi delle acque hanno rilevato la presenza di 16.836 cellule per litro rispetto ai 238 di fine luglio. Bollino verde (presenza «modesta») a Lido Trullo di Bari dove è stata rilevata la presenza di 3.958 cellule per litro rispetto alle 32.285. Va meglio sulla costa sud: a Mola di Bari, zona ex Iom a Cozze, già zona rossa interessata da divieto di balneazione, l’Arpa ha rilevato una «scarsa presenza» (livello azzurro) con una concentrazione di 519 cellule. Migliora nettamente lo scenario a Monopoli (castello Santo Stefano), che in 15 giorni passa dal bollino arancione («molto abbondante») a quello azzurro: 840 cellule/litro.

L’«Ostreopsis ovata», con il rilascio di tossine, può causare riniti, eritemi, febbre e altre patologie respiratorie. Per questa ragione, l’Arpa, i Comuni e la Guardia costiera sconsigliano i bagni nelle aree dove la presenza è evidente. Le attività di monitoraggio – fa sapere l’agenzia – proseguiranno fino a fine settembre.

Non solo Ostreopsis. La ripartenza delle attività di pesca, avvenuta lunedì scorso dopo un fermo biologico di 30 giorni, è stata salutata dalla presenza di due «ospiti» non molto desiderati sul litorale a sud di Bari, che conferma la tropicalizzazione del basso Adriatico. Il primo è il granchio blu: «Se fino a qualche anno fa – spiega Matteo Parente, pescatore di Mola – trovarne un esemplare era al limite della rarità, ora siamo a un passo dalla proliferazione. Alcuni pescatori arrivano a pescarne 50 chili alla settimana». A detta degli esperti oggi, il granchio blu è una delle 100 specie considerate le più invasive del Mediterraneo e dell’Adriatico. «Ha già disturbato gli equilibri naturali delle popolazioni ittiche autoctone, portando a un declino o addirittura all’estinzione di alcune specie, in particolare i granchi locali. Il granchio blu – aggiunge – danneggia i letti di alghe che servono da vivai per i pesci locali, divora le cozze e le lumache che costituiscono il loro cibo e ingoia i giovani più facili da catturare». Altra «ospite» la Cassiopea Mediterranea, medusa urticante (fotografata da Michele Giuliano per Mola Libera all’imboccatura del porto).

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