Marchitelli, covid, “tardivo l’appello di Anelli …”

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Vito Marchitelli, con la quale replica a quanto sostenuto da Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei Medici.

Personalmente ritengo inconcepibile il tardivo appello al lock down del presidente dell’Ordine dei Medici, Filippo Anelli.
Condivido parzialmente quanto dice Anelli, ovvero, che, osservando l’andamento dei ricoveri e dei contagi, anche ipotizzando che questo resti lineare nel prossimo periodo, il sistema sanitario regionale e quello nazionale andranno incontro al collasso nel giro di 30 40 giorni.

Oggi sappiamo che il periodo di negativizzazione al Virus Sars COV 2 è di circa 40 giorni.

Questo significa che chi risulta positivo al tampone oggi, lo resta in media per un periodo di 40 giorni.
Al momento, in Puglia, registriamo circa 900, 1000 nuovi positivi al giorno. Ipotizzando che l’indice RT rimanga uguale a 1 per i prossimi 40 giorni, dovremo aspettarci che tra 40 giorni avremo in Puglia 40mila “Attualmente positivi”. Sappiamo che al momento il rapporto tra attualmente positivi e ospedalizzati oscilla tra il 5 e il 6%. Quindi tra 40 giorni dovremmo, nella migliore delle ipotesi, attenderci tra i 2000 2400 ricoveri ospedalieri e tra i 200 e i 240 ricoveri in terapia intensiva, dato che il rapporto tra ricoveri in terapia intensiva e ricoveri ospedalieri è circa 1 a 10.

Il quadro, caro Anelli, diventa più drammatico se analizziamo l’andamento nazionale.
Ipotizzando un andamento lineare nel numero di nuovi positivi per i prossimi 40 giorni, con un incremento giornaliero di 50 mila casi, tra 40 giorni in Italia avremo due milioni di attualmente positivi.
Ciò significa che, a livello nazionale, tra 40 giorni dobbiamo attenderci tra le 100 mila e le 120 Mila ospedalizzazioni e tra i 10.000 e i 12000 ricoveri in terapia intensiva.
Evito di rendere pubbliche le proiezioni e le stime dei decessi attesi tra 40 giorni per ovvi motivi relativi ad un rischio di denuncia per procurato allarme.

Sia chiaro a tutti che per fare questi calcoli, caro dott. Anelli, non serve una laurea, basta la terza elementare. Certi calcoli si fanno carta e penna.

Più difficile, a mio parere, comprendere che anche attuare un lockdown totale a livello nazionale oggi, non sarebbe sufficiente ad evitare l attuarsi dello scenario appena descritta a 40 giorni.
Infatti, osservando l’andamento di ospedalizzazioni e ricoveri in terapia Intensive relative alla prima ondata, vediamo che, dopo il lock down del 8 marzo, il picco di ospedalizzazioni lo abbiamo avuto il 4 aprile con un totale di 33000 ospedalizzazioni e 4000 terapia intensiva.

Ciò significa che, anche chiudendo tutto oggi, non avremmo risolto il problema.

Dovrebbe essere chiaro a tutti, e soprattutto a te che sei il presidente dell’Ordine dei Medici, qual’ è il vero problema e dove avvengono la maggior parte dei contagi.
Caro Anelli, dal presidente dell’Ordine dei Medici, mi sarei aspettato soluzioni più efficienti, dato che un lockdown totale non è la soluzione al problema. Un lock down totale sarebbe stata una soluzione al limite di
10.000 casi non oggi, che siamo prossimi ai 50.000
Un lockdown totale è la soluzione che mi aspetto da uno studente delle superiori, non da un medico, e non soprattutto dal presidente dell’Ordine dei Medici.
Caro Dottor Anelli, credo avrà sentito in questi giorni il dibattito sull’opportunità di attuare un lockdown generazionale.
Sappiamo benissimo che la costituzione italiana non ce lo consentirebbe e non consentirebbe al decisore politico di fare una limitazione della Libertà personale degli individui, nonostante possa essere motivata da gravi rischi per la salute pubblica.
Caro professor Anelli, se vogliamo risolvere il problema legato al rischio di una criticità sanitaria, cosa che sembra ormai inevitabile, l’unica soluzione è quella di proteggere le fasce di popolazione più deboli.
Caro professor Anelli, è noto a tutti che il 60% dei ricoveri ospedalieri e l’ 80% dei decessi sono registrati per gran parte in pazienti over 70 e con patologie multiple, tra le quali le più correlate risultano essere ipertensione, malattie cardiovascolari, diabete e malattie oncologiche.

Quanto appena scritto non è opinione di Vito Marchitelli, ma è semplicemente l’analisi dei dati forniti dall’istituto superiore di sanità, ed è la stessa analisi fatta dal professor Roberto Bernabei.
Personalmente, dal presidente dell’Ordine dei Medici, mi sarei aspettato una campagna di informazione e sensibilizzazione verso la popolazione, al fine di rendere sempre più chiaro il concetto dei rischi a cui vanno incontro le persone più deboli i soggetti più fragili
Abbiamo l’obbligo di difenderli e di tutelarli.
Sia chiaro, evitando che i soggetti fragili vadano incontro all’infezione, riusciremo a ridurre il carico ospedaliero del 60% e ad evitare quella che ormai si prospetta come una strage.
Quindi la invito a fare meno politica e più medicina preventiva, perché solo prevenendo il contagio dei soggetti deboli e fragili eviteremo il sovraccarico ospedaliero e le decine di migliaia di decessi attesi.

distinti saluti

Vito Marchitelli

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